Capitolo 30

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(Alessandro)

"Come mai...Alessandro?"

Chiede la preside del collegio.

"Sì, Alessandro."
"Bene...come mai Alessandro vieni proprio qui per chiedere lavoro? E come mai cerchi lavoro? Soprattutto di così basse aspettative."

Mi invento una balla.

"Beh...ho chiesto come cameriere, ma non servivo a nessuno, ho chiesto in altri luoghi di lavoro, ma non mi hanno accettato. Così..."
"Così sei venuto qui."

Conclude lei.

"Esatto."

Dico io esaltando, con un gesto della mano, ció che ha detto.

Continuo:
"Insomma, io ho proprio bisogno di lavorare."
"Come mai?"

È ancora molto dubbiosa, ma in fondo è una suora, è una donna e cerco di far leva sulla compassione.

"Emh...mia madre è morta pochi mesi fa, a casa siamo solo io, mio fratello e mio padre. Quindi devo portare a casa soldi anche io...ho finito le scuole superiori, adesso stavo per andare all'università, ma..."

Mi rattristo veramente e noto che l'espressione del viso della donna che ho di fronte si fa più rilassato come il tono della sua voce:

"Che università volevi andare a fare?"
"Volevo diventare professore di ginnastica."
"Emh, Alessandro, domani portami i diplomi delle scuole medie e superiori, successivamente decideró un incarico in questa scuola."

Mi sorride e io, incredulo, la ringrazio porgendole la mano.

"Senti Alessandro, a te serve un posto dove dormire?"
"In effetti sì, dormo in una locanda poco lontana da qui."
"Allora domani parleremo anche di questo. Buona giornata."

Mi porge la mano e deduco che devo andarmene.

"Oh! Certo! Grazie a domani."

Ed esco dal collegio.
Chiamo subito Caterina che sembra più esaltata di me "dell'operazione" ben riuscita.
Torno alla locanda e, felice e rilassato, faccio un pisolino.

***

Arriva mattina.
Mi vesto con camicia e pantaloni, prendo i diplomi da consegnare alla preside e, prima di uscire dalla mia stanza, mi controllo per l'ultima volta.

Andando verso il collegio inizio a pensare a Lucia.
L'ultima volta che l'ho vista saranno stati due mesi fa.
Chissà cosa penserà e cosa farà appena mi vedrà.
Chissà se ha tagliato i capelli, se avrà come tutte la divisa, se sarà cambiata.
E cosa faró io appena la vedró?

Mille pensieri e dubbi mi girano in testa, ma l'unica cosa della quale sono sicuro è che non vedo l'ora di averla di nuovo tra le mie braccia.

***

"Buongiorno Alessandro."
"Salve."

Porgo la mano alla preside e lei, con un gesto della mano, mi fa cenno di accomodarmi della poltroncina davanti alla sua scrivania.
Scruta molto attentamente le varie carte che le porgo e dopo vari minuti finalmente parla.

AMORE AMAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora