Capitolo 32

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(Lucia)

"Ridammi la mano."
Metto nuovamente la mano sopra ad un libro di Oscar Wilde.
Lui me la prende e iniziamo a parlarci, sussurrando.

"Cosa succede?"
"Nulla."
"Hai la mano gelida, stai male?"
"No."

Lo sento sbuffare, mi molla la presa e lo sento camminare lungo la libreria.
Lo seguo dalla parte opposta finché la libreria finisce e ci troviamo faccia a faccia.

"Ciao."
Dice con un sorriso ingenuo.
"Ciao."
Ricambio e mi guardo intorno per vedere che nessuno ci spii. Dopo essermene assicurata, lo bacio.

"Che è successo?"
Mi chiede vedendo che non sono tranquilla.
"È venuta mia mamma. Voleva riportarmi a casa."
"Cosa?!"
"Appunto."
"Aspetta..."
Mi dice lui non capendo.
"È arrivata tua madre per portarti a casa e?"
"E...ho rifiutato."

Non capisce ancora.

"Tu vuoi dirmi che è arrivata tua madre,
ti voleva portare a casa
e hai rifiutato?"

Ha fatto pause lunghe tra una affermazione e l'altra.

"Sì."
"A casa sua a Milano?"
"Sì."
"E tu hai rifiutato?"

-Mi sta prendendo in giro?-
Penso tra me e me.

"E cosa pensi che avrei dovuto fare? Andarmene a casa proprio ora che stiamo insieme?"
"Lucia dovevi andare a casa, tu ami Milano...e tua madre soprattutto."

(Alessandro)

"Ale non ne voglio parlare."
Si gira e sparisce fra i libri.

Prendo un libro qualunque da questa biblioteca enorme e me ne vado in camera.

Dopo un paio di minuti sento bussare alla porta.

"Emh, Alessandro?"
"Si?"

Una ragazzina di 15 o 16 anni, bionda e poco più bassa di Lucia, entra nella mia camera.

"Piacere Taylor."

Sono disteso sul letto con in mano un libro poco coinvolgente.

"Posso entrare?"
Mi chiede.
"Beh non so se potresti, ma ormai sei già dentro."

Poso il libro sopra al letto e mi alzo.

"Qualche problema?"
Le chiedo non sapendo il motivo per il quale fosse qui.
"No nessuno. Volevo solo conoscerti."

Non mi piace particolarmente che questa ragazzina stia in camera mia, quindi taglio corto.

"Alessandro, ora puoi andare."
Dico severo cercando che capisca.

"Come sei cattivo."
Dice lei ironica e, superandomi, si va a sedere sul mio letto.
"Come mai sei qui?"

-Pensa di essere in camera sua?-
Mi domando.

"Forse dovrei chiedertelo io..."
Mi sto scocciando. Non ho voglia di perdere tempo.

"Dai non essere arrogante...perchè lavori qui?"
"Cazzi miei, ora levati."

Sbuffa, incrocia le braccia e le gambe e risponde:
"Non mi muovo di qui se prima non rispondi alla mia domanda."

AMORE AMAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora