Capitolo 27

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(Lucia)

Finito di raccontare ad Alessandro il mio primo giorno al collegio mi dice:
"Mi dispiace. Mi sento in colpa perchè sei lì a causa mia!"
Nego con la testa:"Non è colpa tua, è mio padre."
Non riesce a farsi una ragione della nostra lontananza. Mi abbraccia e accarezza i capelli.
"Lucia, ti amo."
Sorrido e guardandolo negli occhi lo bacio.

"Devo ripartire Ale."
Siamo entrambi tristi perchè è dura amarsi con tutte queste persone che ce lo impediscono.

Scendiamo le scale e troviamo seduti in salotto il papà e il fratello di Alessandro.
"Grazie." Dico prima di uscire.
"Lucia! Vai già via?"
Mi chiede il padre di Alessandro.
"Sì io devo proprio andare."
"Puoi cenare qui."
Guardo Alessandro per chiedergli aiuto.
Non so come dirgli che sono scappata dal collegio per vedere suo figlio.
"Papà, Lucia è in collegio e se ne deve proprio andare."
Ha un'espessione incredula.

Sto per uscire quando vedo una macchina nera che si ferma davanti a questa casa.
È mio padre!
È sicuramente venuto a vedere se sono dalla persona che "mi ha reso diversa" e per dalla quale voleva allontanarmi.

Rientro in casa velocemente e chiudo la porta alle mie spalle.
Mi sento svenire.

Se scopre che sono venuta qui cosa mi farà?
E cosa farà ad Alessandro?
E se non potremmo più vederci?

Mille domande e preoccupazioni mi hanno invaso la testa in pochi secondi.

"Ale c'è mio padre."
Vedi dall'espressione del suo volto quanto devo essere terrorizzata e Ale prende in mano le redini della situazione.
"Papà, Lucia non è qui." Dice sottolineando quel "non" :"Suo padre non deve sapere che è qui ora."

Bussano alla porta.
Ale mi prende per un braccio e di corsa mi porta nella stanza della libreria che è subito dopo la cucina.

Non avevo mai notato questa stanza.
Forse perchè la porta era sempre chiusa.
È piccolina, ma sembra una biblioteca.
Appena entriamo di corsa sento il profumo inebriante della carta dei libri.

Mi porta dietro ad una libreria e stiamo fermi lì, abbracciarti ad aspettare che se ne vada.

Per un momento l'ansia e la paura hanno il sopravvento su di me e mi scende una lacrima.
"Lucia stai tranquilla."
Mi asciuga le lacrime.
"Perchè piangi? Non ci troverà."
"Non è per quello..." sussurro.
"Per cosa?"
Mi accarezza il viso e mi guarda con i suoi occhi color ghiaccio.
"Ho paura di perderti."
Il pensiero di non poterli più vedere o baciare mi fa mancare il respiro.

La persona che mi ha salvata ora mi sta, involontariamente, distruggendo.

"Io ti prometto che non succederà, fidati di me."
Mi asciuga le ultime lacrime, mi prende il viso e mi bacia lentamente.
Questo bacio mi fa dimenticare tutto: il collegio, mio padre nella stanza di fianco, la distanza, mia madre, tutto.
Si ferma e sentiamo entrare mio padre.

"Dov'è mia figlia!" Inizia a sbraitare.
Il padre di Alessandro risponde calmo:
"Non so di chi stia parlando."
"Mia figlia! Lucia Lombardi! Voglio sapere dove si trova!"
"Non so chi sia signore, la prego di uscire dalla mia casa!"

Alessandro mi stringe forte e io appoggio la testa sul suo petto.

"Qui abita Alessandro De Luca, giusto?"
Chiede presuntuosamente mio padre.
"Sì, è mio figlio."
"Bene, dov'è ora?"
"Non sono affari suoi signor Lombardi."
"Voglio sapere dov'è!"

AMORE AMAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora