Capitolo 25

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(Alessandro)
È da tre giorni che mia madre non c'è più ed è da tre mesi oggi che non vedo Lucia.
L'ultimo messaggio che ho ricevuto da lei è stato, peró, due mesi fa e mi rispondeva alla valanga di messaggi di spiegazioni che le avevo mandato io:

"Ale non dimenticarmi."

-Cosa dovrei fare?
Perchè mi ha scritto quel messaggio e poi non si è più fatta sentire?-
Cerco di non pensarci più, ma è estremamente impossibile.

Oggi c'è il funerale di mia madre.
Strano a dirsi, ma mio padre ha iniziato a parlarmi.
"Alessandro ti piacciono questi fiori per la mamma?"

Questi giorni sono stati duri per lui.
Lo sentivo piangere alla notte e questo mi fa stare ancora più male.
Anche se il rapporto tra mio padre è di odio, comunque in questi giorni mi verrebbe voglia di stargli vicino, di dirgli che se anche sono un disastro io ci sono.

"Sì papà, sono molto belli."
Sorride, con gli occhi tristi e lo sguardo stanco, ma sorride.
***
Il funerale inizia.
Ci sediamo nelle prime panche e vedo intorno a noi zii, cugini, amici ed altre persone mai viste prima.
Il mio pensiero va altrove, penso ai bei momenti passati con la donna più importante della mia vita, penso alle litigate, penso agli abbracci e ai baci che mi ha dato velocemente per farmi stare meglio e per non farmi arrabbiare, penso alle brutte parole che le ho detto per subito dopo pentirmene, penso a tante cose finchè non arriva il momento in cui tocca a me parlare.
"Alessandro vai a leggere la tua lettera per la mamma." Mi ordina papà.

Arrivo al microfono posizionato sopra all'altare della chiesa.
Ho gli occhi lucidi perchè sento di dover piangere, ma non lo faccio perchè devo essere forte.

"Prego Alessandro, parla pure." Mi dice il prete ed io inizio.
Non mi sono preparato alcun foglietto di carta perchè ogni volta che iniziavo a scrivere sbagliavo il verbo, il concetto o non trovavo un sinonimo.

"Emh..." la mia voce trema per la tristezza.
"In questo tre giorni ho provato a scrivere un ultimo pensiero per mia mamma. Ma non riuscivo..." faccio una pausa, respiro, ricaccio le lacrime e riparto:"...le ultime parole io e lei ce le siamo già dette in quella stanza di ospedale...emh..."
"Alessandro se non te la senti puoi non dire nulla" mi dice il prete.
"No, parlo."
E cosi continuo:
"Io avevo un bellissimo rapporto con lei. Sapeva sempre come incoraggiarmi e farmi sorridere. Io...io amavo mia madre...e sarà sempre con me..."
Le lacrime scendono incessantemente.
"...e io non saró mai da solo."
Riprendo fiato:"Le sue ultime parole sono state rivolte a me. Mi disse di non cambiare mai, di trova la mia strada nella vita, mi disse che mi starà vicino e che mi voleva tanto bene...ma la cosa più importante che mi fece capire è stata quando le ho detto che l'amavo e lei mi sorrise. E dopo morì. Quel sorriso per me..."
Inizio ad alzare la voce perchè la tristezza mi sta chiudendo la gola ma voglio parlare.
"...quel sorriso per me sta a significare che, anche se sono stato un bambino e un ragazzo difficile, lei mi ha amato comunque e lei mi amerà per sempre qualsiasi cosa diventeró nel futuro.
Mamma, ti voglio tanto bene."
Singhiozzo, mi porto la mano davanti alla bocca per non farlo sentire a tutta la chiesa e mi incammino al banco.

Appena mi siedo mio padre, con le lacrime agli occhi, mi sorride e mi dice:"Hai detto delle belle parole, sono fiero di te."
È commosso e questo fa commuovere anche me.

Questo straziante rito finisce.
La bara e la mia famiglia andiamo verso l'uscita e con le lacrime agli occhi guardo le persone che sono venute ad augurare un buon viaggio a mia madre.

Saliamo in macchina e ci avviamo al cimitero.
Molte macchine ci seguono e, arrivati, debisitamo il mio angelo sotto terra.

È difficile lasciarla andare, tocco la bara per darle l'ultimo saluto ed è finito.

AMORE AMAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora