Capitolo 23

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3 mesi dopo...

(Alessandro)

«
"E se.." la interruppi.
"Amore, amami."
E la baciai delicatamente. Lei socciuse gli occhi e si lasció trasportare da quel bacio che non finiva più.

Piano piano mi staccai per vederle il viso.
E ancora una volta, quel volto angelico, mi dette una carica di adrenalina.
La presi per i fianchi e la baciai ancora, ancora e ancora.

"Ale..."
Era preoccupata.
"Dimmi."
"Non scherzare con me."
...»

Questo pensiero mi riporta alla realtà.

Cosa serve ricordare ció che non c'è più? Ció che è passato?

Mi incazzo, sbatto il bicchiere sul massiccio tavolo di legno e mi avvio verso l'uscita di questo schifosissimo bar.

Mi copro fin sopra al naso dal freddo autunnale, ma il nervosismo ha la meglio: prendo una sigaretta e fumo la quarta della serata.

«...
"Non scherzerei mai con te!"
La guardai dritta negli occhi per farle capire la sincerità delle mie parole.
Le accarezzai il mento e la baciai nell'angolo delle labbra.
Era felice, era veramente felice, e io più di lei.

Ritornammo nella sua casa e mi fece visitare il luogo dove passó tutta la sua infanzia, farcendo il tutto di ricordi passati.

"Ora ti presento mia madre."
Entrammo nel piccolo studio e Lucia, ancora imbarazzata per il casino che combinó la notte prima, si avvicinó e:
"Emh...mamma ti presento Alessandro."

Questa signora di media statura e riccia, proprio come mia madre, si alzó dallo scrittoio e si presento.
"Piacere, Angela."
Era molto confusa, lo percepivo.
Così dissi a Lucia che l'avrei aspettata in soggiorno.
Non so cosa si fossero dette in quei pochi minuti, ma appena uscirono dalla stanza, erano serene e felici entrambe e questo mi rasseneró
...»

"Ale! Perchè te ne sei andato?"
Una voce femminile interrompe i miei pensieri.
"Marta torna dentro."
"Amore.."
Mi si avvicina e mi bacia la guancia.
"Non chiamarmi amore, te l'ho già detto un sacco di volte."
"Fa come ti pare, qui si gela."
È scocciata, ma mai quanto me.

Tiro l'ultima boccata di fumo e ritorno dentro.

«...
Arrivó sera e il treno del ritorno mi aspettava.
Angela e Lucia mi accompagnarono alla stazione e aspettarono finchè il treno non partì.

"Ale torneró presto da mio padre."
"Bene."
La baciai ed entrai in treno.

Non avrei mai pensato che una persona mi avrebbe potuto cambiare in questo modo.
Per la prima volta amai una ragazza e non l'avrei mai lasciata per nessun motivo al mondo.

Le scrissi un messaggio:

" Piccola, torna presto. „

E fu così.
Dopo un paio di giorni andai a prenderla alla stazione.
Me lo ricordo come fosse ieri: aveva dei pantaloncini di jeans e una canottiera biancia che faceva trasparire il reggiseno verdeacqua.

AMORE AMAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora