(Alessandro)
Mi verrebbe voglia di abbracciarla, baciarla, farle capire che ce la può fare. Ma mi limito ad accarezzarle la schiena.
(Lucia)
E come sempre, prima o poi, faccio vedere la mia fragilità.
-Non piangere Lucia.- continua a ripetere la mia mente.
-Piangerai stasera come sempre. Quando nessuno ti può vedere o sentire.- mi ripeto.Alessandro mi accarezza la schiena per confortarmi.
Gli sorrido con lo sguardo basso per fargli capire che sto bene, che sono forte...come se convincendo lui, convincessi un po' me stessa.Sto mettendo a disagio il mio nuovo amico
-Amico?-
Sto parlando con un ragazzo ancora sconosciuto e tutto l'opposto di me degli affari miei. La cosa bella è che sto bene con lui.
Sì, mi sento meno sola con questo tatuato ribelle.
Ho voglia di abbracciarlo, voglio che mi abbracci.Lo guardo dritto negli occhi.
Ha gli occhi azzurri.
Dio li amo.
-Bacialo.- mi dice qualcuno nella mia testa, ma so che è sbagliato.
Non lo conosco.
Non devo avere fretta altrimenti, come al solito, rovinerei tutto.Lo guardo e gli sorrido.
Vedo che i suoi occhi si spostano sul sorriso, così chiudo le labbra e cambio discorso."Venerdi finisce scuola."
"Finalmente, cazzo." dice rilassandosi e stendendosi sul letto.Io sono seduta a gambe incrociate e lo guardo dall'alto.
Si accende una sigaretta e osservo ogni sui singolo movimento.
Lo nota e mi chiede con un mezzo sorriso:
"Che c'è?"
"Nulla."
Mi alzo dal letto e lui corrucciando la fronte:
"Dove vai?"
"È meglio se torno a casa."
"Ci guardiamo un film?"(Alessandro)
-Come? Se ne va già?-
"Ci guardiamo un film?" cerco di non farla andare.
La sua compagnia mi mette tranquillità e, lo ammetto, sono felice.
Si tortura le dita.
Cerca di schioccarle, ma senza risultati, molto probabilmente perchè lo fa troppo spesso.
Confusa mi risponde che si puó fare.
Faccio l'ultimo tiro di sigaretta e, dopo averla lanciata fuori dalla finestra, prendo il mio computer portatile e le chiedo che film vorrebbe vedere e alla fine, dopo vari titoli, ne scegliamo uno comico e lo guardiamo in salotto.***
(Lucia)Il film è stato bello ma...
"Cazzo sono le 7 e 30."-Mio padre mi ucciderà.-
Penso e agitata inizio a raccogliere le mie scarpe e saltellando su un piede solo le infilo una alla volta.
Alessandro è ancora seduto sul grande divano morbido, troppo morbido, che mi guarda e sento che non sa cosa fare: non sa se ridere o aiutarmi in qualche modo.La porta scorrevole che separa il salotto dall'entrata si apre.
È la mamma di Alessandro che entra con un sorriso e, vedendo che mi sto vestendo per andare a casa, le si spegne sul volto."Dove vai? Te ne vai già?"
"Si signora, devo proprio tornare a casa."Cerca di trattenermi, non so il motivo preciso.
"M-ma se vuoi puoi cenare qui. Ci farebbe piacere." vedo un briciolo di speranza nei suoi occhi.
"Emh.." mi sistemo e guardo in segno d'aiuto Alessandro che si alza e spingendomi leggermente la spalla dice, rivolto a sua madre:
"Deve ritornare da suo padre."
"Ma posso sempre chiamarlo io e dirgli che ti fermi qui."
Sto per parlare, ma suo figlio mi interrompe.
"Mamma, non continuare, non vuole stare qui." lo dice in modo troppo acido e aggressivo.
La donna ricciolina si sposta leggermente.
Le vedo il dolore negli occhi più per le parole del figlio che per la delusione causata dal mio rifiuto.
Guardo arrabbiata Alessandro per fargli capire che non doveva.
Mi volto:
"Signora, mi farebbe molto piacere rimane qui, ma mio padre è un po'.."Mi fermo a pensare un aggettivo diverso da:
'Stronzo', 'Cattivo', 'Testardo'..."..emh..particolare."
Fa un sorrisetto comprensivo.
"Va bene, però non esitare a venire qui. Sei sempre la benvenuta."La ringrazio e Alessandro mi accompagna alla porta mentre sua madre va in cucina.
Sono un po' scocciata per quello che ha detto, ma cerco di non farci caso, non sono affari miei.
"Ok ciao grazie."
"Grazie a te." e timidamente mi abbraccia.
Ci rimango di sasso.
È molto più alto di me e devo un po' alzarmi in punta di piedi.
L'abbraccio dura pochi secondi e ho questa terribile voglia di sentire meglio come si sta nelle sue braccia.
Mi ha presa di sorpresa e non ho avuto il tempo di capirlo.
Sorrido timidamente, lo risaluto e mi avvio fuori.
-Cazzo.- penso, ma visto che Ale mi chiede cos'ho sono certa di averlo detto ad alta voce.
"Mi accompagni a casa?"***
(Alessandro)
"Cazzo." dice.
Riapro la porta, forse si è dimenticata qualcosa.
Mi guarda e mi chiede:
"Mi accompagni a casa?" sorride per cercare di convincermi.
"Mamma! Esco!"
Ride felice.
Chiudo la porta e vado a prendere la moto.
Le presto il casco, ormai ha imparato a metterlo, ma la aiuto, perchè le si incastrano i capelli.Corro più che posso perchè so che suo padre sarà arrabbiatissimo, ma comunque sto attento.
***
Arriviamo nella strada che porta alla sua grande casa.
Lei smonta dalla moto e anche io per salutarla, quando vedo arrivare verso di noi il padre di Lucia.
"Dove sei stata!?"
"Papà..." cerca di giustificarsi, ma quest'uomo la interrompe.
"Sono le 8 quasi!"
"Ma senti..."
La interrompe di nuovo:
"Invece di stare con gente come lui.." mi indica "..pensa a finire bene l'anno!"
"Non ha fatto niente di male." cerco di difenderla.
Se non fosse suo padre lo avrei già preso a pugni.
"Ma vaffanculo." gli risponde Lucia.Lui le sta per dare uno schiaffo, ma sono più veloce di lui e prendo Lucia per un braccio portandola vicino a me per proteggerla.
La sua mano schiaffeggia il vuoto.
"Non provi a toccarla."
Mi sento in dovere di fare qualcosa.
"Ma levati, è mia figlia."Lucia sta per piangere, ma vedo che non lo vuole fare davanti a me e soprattutto davanti a suo padre. Non vuole dargli questa soddisfazione.
Si toglie dalla mia presa molto dolcemente:
"Tranquillo,vai." mi dice.
Io rimango lì, impalato, mentre questo stronzo le comanda di rientrare.
"Senti.." inizia a dirmi "..non starle vicina, non parlarle, non vederla!" prova a minacciarmi.
"Se io e sua figlia vogliamo vederci o parlare lo faremo. Non può impedircelo." non mi fa paura.-Sono sicuro che quest'uomo e mio padre andrebbero d'accordo.-
"Mia figlia è una ragazza di classe.
Non frequenterà ancora gente come te."-Ancora?-
Sto in silenzio cercando di trattenere la rabbia.
"Vattene!" Urla.Mi metto il casco e mi dirigo verso la moto.
Mi viene quasi da ridere; come può impedire a sua figlia di avere amici?
"Arrivederci." gli dico infine per prenderlo in giro e per farlo innervosire ancora di più.
Lo sento brontolare.
Rido per un attimo.
Non puó impedirmi di vederla.
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AMORE AMAMI
RomanceEccola lì: Lucia. Alta, qualche chilo di troppo, capelli castani mossi e lunghissimi. Finita scuola è sempre seduta lì ad aspettare l'autobus con le sue cuffiette blu alle orecchie. Mi incuriosisce, devo essere sincero, ma sono troppo sbagliato per...