1- There's nothing holding me back

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''Molto bello, lei ha talento ma è troppo giovane non è quello che cerchiamo. ''
Ho perso il conto di quante volte me lo sono sentito dire, ho perso davvero il conto.
Troppo piccola dicono. Si può sapere cosa serve definire una persona con un numero? Non sono questi i numeri che contano. Il numero di esperienze, di cadute, di quante volte ti sei rialzato, di quante ci hai riprovato questi sono i numeri che fanno una persona non da quanto tempo sono in questo schifo di mondo.
Urlato questo nella mia mente faccio cadere un bicchiere mentre lo sto praticamente torturando da mezz'ora.
Devo calmarmi e fare un respiro profondo, ci manca solo che mi licenzino da qui per aggiungerlo agli elenchi dei fallimenti: licenziata dal buco di locale più squallido di Toronto dopo essere quasi stata espulsa dall' università per mancati pagamenti.
-'dai una pulita a questo posto prima di chiudere siamo intesi?'- urla Sam il mio 'capo' dal piano di sopra facendomi prendere un colpo. Chissà che novità quell uomo spunta sempre fuori dal buio.
-'certo'- vivo per servirti.
Quando sento la porta sul retro chiudersi so di essere rimasta sola. Esulto mentalmente ma poi ci ripenso. Potrebbe non essere il massimo considerata l ora e la zona non del tutto raccomandabile ma non è quello che mi spaventa ci sono troppe cose a cui potrei pensare una volta rimasta sola.
Per scongiurare questa possibilità Alzo a palla il volume della televisione sintonizzata su un canale di musica e Shape of you esce a gran volume, esattamente quello che ci voleva, un po' di musica. Prendo al volo la scopa dedicandole i versi della canzone e ridendo di me stessa quando constato che una scopa sa ballare meglio di me.
Salto e canto a squarciagola girando intorno ai tavoli rischiando di far cadere parecchie volte le sedie già appoggiate sui tavoli, poi la canzone finisce e ne inizia una che ho sentito poche volte... in realtà credo sia nuova e di un cantante che mi piace.. riconosco la sua voce.. eppure...
-'baby there's nothing holding me back... i love you when you go crazy'-
Mi lascio trasportare dal ritmo, mi piace proprio.
La ballo perdendomi completamente nel ritmo e nella voce di chi la sta cantando finché con la coda dell occhio mi rendo conto con grande rammarico di non essere sola.
Oh cristo.
Spengo il televisore ancora ansimante e cerco di mettere a fuoco chi è appena entrato nel locale.
Un ragazzo mi sta osservando leggermente divertito, un ragazzo con occhi tanto intensi da impedirmi quasi di vederne il colore, mi basta sentirli.
-'oddio... ehm... ehy '- dico cercando di ricompormi e avvicinandomi. Perché devo sempre fare figuracce davanti alle persone?
Incespico nella scopa, unica vera colpevole di tutto questo, e mi avvicino, i suoi occhi non mi abbandonano, mi sorride divertito anche se credo che il suo sorriso potrebbe essere più luminoso di così....
-'ehy'- ribatte incrociando il mio sguardo mentre si siede su uno sgabello.
-'vuole...'- cerco di dire trattenendo le risate a stento. -'vuole qualcosa da bere?'-
Ci manca solo che parto con la risata nervosa.
Respira non ridere, respira.
Troppo tardi scoppio a ridere appena incrocio il suo sguardo di nuovo grattandomi la testa in difficoltà. Probabilmente sono rossa come un pomodoro.
A lui scappa un sorriso prima di rispondermi.
-'no grazie'- dice riuscendo a prendermi in contro piede e a farmi dare una calmata. Dal tono che ha non sembra aver passato una buona giornata... e io gli sto praticamente ridendo in faccia..
-'quindi sei in un bar e non vuoi... vuole da bere?'-
Dubito sia venuto qua per assistere alla mia esibizione. Ha qualcosa di familiare ma non capisco perché.
Tiene lo sguardo basso ora cosa che mi permette di studiarlo un po' di più, ha capelli castani disordinati, la carnagione chiara ma non cadaverica come la mia e sembra tanto liscia che sarei quasi tentata di accarezzarla.. zigomi alti, mascella pronunciata, labbra carnose che ora si stanno piegando in un leggero sorriso che lascia scoperti i denti perfetti cosa che mi fa aumentare i battiti. è bello. Molto. Non saprei come altro descriverlo ma non è solo quello a incuriosirmi... ha qualcosa che mi attrae inspiegabilmente... dal modo in cui muove leggermente le mani mentre gioca con uno degli ombrelloni da cocktail seminati sul bancone al modo in cui piega di poco la testa da un lato evidentemente assorto in qualche pensiero. E in tutto ciò io ci ho appena fatto una figura di merda.
Mi sorprende a fissarlo e io abbasso subito lo sguardo in difficoltà. Credo mi stia venendo l affanno e che non sia colpa del mio spettacolo.
-'volevo solo stare da solo.'-
ora mi ha totalmente incuriosita.
Rialzo lo sguardo su di lui e lui fa lo stesso.
-'tutto bene?'- chiedo in automatico e mi sorprende capire che mi interessa davvero la risposta. Non ho la più pallida idea di chi sia ma mi importa. È una cosa dannatamente stupida che solo a me può capitare.
Lui mi guarda con un sopracciglio alzato, non sono affari miei ovviamente.
-'non mi riguarda certo era solo per fare conversazione nel tentativo di farti dimenticare cosa avevi appena visto ma dubito che possa funzionare '-
Ma perché sto ancora parlando?
-'ti farebbe sentire meglio sapere che io ballo peggio?'- ribatte lasciando prendere l ombrellino e sporgendosi di più verso di me poggiandosi sui gomiti.
Fingo di pensarci per qualche secondo prima di rispondere.-'no non funziona.'-
-'ma è terapeutico sai? Potrebbe toglierti quella faccia fare qualche mossa con la scopa.. è un ottima partner'- dico facendolo sorridere di nuovo.
Molto meglio questo sorriso si avvicina molto di più a quelli che immaginavo potesse fare, non le brutte copie di prima.
-'non ne dubito, con te funziona?'-
-'in assenza del quidditch bisogna dare una funzione a queste povere scope'-
Ti prego non dirmi che ho davvero tirato fuori harry potter.
-'sono completamente d'accordo, sottovalutano il loro potere questi babbani'-
Lo guardo a bocca aperta.
-'sei il primo ragazzo a cui sento dire una frase del genere'-
-'è un complimento?'- chiede divertito.
-'assolutamente.'- dico e mi accorgo di avere un sorriso da ebete stampato in faccia.
-'non sei di queste parti vero?'- chiede a un certo punto. Una domanda su di me? Perché questo mi innervosisce così tanto?
-'da cosa si capisce? Dal mio inglese pessimo o dal fatto che conosco harry potter?'- chiedo divertita.
-'entrambi. Scherzo. Hai un accento che non ho mai sentito.'-
-' sono italiana...milanese Doc'-
-' hai fatto molta strada, come sei arrivata a Toronto?'- ora sembra lui quello incuriosito.
-'Si sono invertiti i ruoli? Ora sono io che devo parlare? In genere le confidenze da bar le fa il cliente.'-
Gli ricordo fermandomi e appoggiandomi al bancone. Lui fa un alzata di spalle aspettando che risponda alla sua domanda.
-'non volevi stare da solo? Credo di stare occupando la tua solitudine.'-
-'Volevi che dimenticassi il tuo ballo sensazionale'-dice divertito mettendosi comodo e mi rivolge il primo vero sorriso che gli ho visto fare, si capisce che è il suo vero sorriso, è disarmante. Per un attimo penso di bloccare l immagine nella mia mente. In genere a me non succedono queste cose, nessun ragazzo del genere si interesserebbe mai a me o scambierebbe due parole con me in questo modo, in genere qui dentro sono sempre occupata a tenere a bada uomini di mezz età ubriachi... lui non c'entra assolutamente nulla qui ma d'altronde neanch'io. .
Ovviamente non posso dire di no a un sorriso del genere.
-'Giusto. Sarà meglio darti una descrizione imbarazzante della mia vita giusto per umiliarmi di più.'-
-'ti ascolto.'- ribatte guardandomi fisso. Così non mi aiuta.
-'pronto? Non osare ridere o ti tiro questo strofinaccio in faccia'- lo minaccio e lui alza le mani divertito. È in attesa. Mi sta davvero ascoltando, di persone che ascoltano non ce ne sono più è lui che è un estraneo lo sta facendo. Quando faccio per riportare lo strofinaccio sul bancone urto la pila di bicchieri di plastica impilati e io e lui abbiamo la stessa idea di fermarlo prima che cadano, le nostre mani si sfiorano per pochi secondi ma nessuno dei due ritrae la mano, la sua pelle è davvero liscia come mi aspettavo, dopo esserci guardarti per qualche secondo e io aver ingoiato il cuore un paio di volte tolgo la mano con un po' di rammarico e abbasso lo sguardo di nuovo sullo strofinaccio. Forse è il caso che comincio a stare ferma o potrebbe pensare che ho problemi a tenere a bada il mio corpo... ma non mi importa cosa pensa di me giusto? Anche se credo sia più colpa della sua presenza che del mio autocontrollo.
-'dicevi?'- mi invita a continuare cercando il mio sguardo con una nota di divertimento nello sguardo e l angolo della bocca alzato in un mezzo sorriso. Mi guarda con la testa piegata da un lato in attesa che continui.
-'come? Ah la storia imbarazzante giusto..'- dico tornando in me.
-'per farla breve Mi sono trasferita per inseguire il mio sogno. Un giorno mi sono alzata, ho deciso di crederci e sono venuta qui a Toronto. Molto poetico vero?'- dico alzando gli occhi al cielo.
-'molto'- ribatte.
-'già ma non è andata come mi aspettavo, vivo in un quartiere orribile con una coinquilina che alla fine è la cosa migliore che mi sia capitata da quando sono venuta qui, l università è a un ora di strada da casa mia, sono quasi stata buttata fuori e il grande sogno per cui sono qui in realtà è irrealizzabile ma non posso dire ai miei che non ce lo fatta perché non posso dirlo neanche a me stessa... e adesso sto raccontando tutto a uno sconosciuto quindi credo di essere messa davvero male'- constato.
-'hai avuto coraggio, perché pensi di non potercela fare, può essere che sia difficile all inizio ma fai bene a crederci... di che sogno si tratta?'-
-'ah no questo non posso dirlo'-
-'perché?'-
-'perché se lo dico va a finire che non si realizza davvero.'-
-'allora vuol dire che ancora ci credi'- mi fa notare rivolgendomi ancora quel sorriso.
Ha anche ragione...
-'non credo di poter smettere davvero di crederci... ma sono venuta qui, ho lasciato tutto, ho illuso i miei.. se non dovesse andare'-
-'se non dovesse andare tu ci stai provando lo stesso e troverai un modo, se sei qui vuol dire che ci credi davvero e quindi succederà.'-
-'dici? Tutti dicono di inseguire i propri sogni ma dimmi qualcuno a cui è capitato?!'-
Lui mi guarda per qualche secondo interdetto e io lo interpreto come se non sapesse cosa ribattere.
-'esatto sono più quelli che non ce la fanno.'-
-'ma sei qui comunque'- ribatte.
-'diciamo che sono testarda'- dico facendo spallucce. -'per questo prendo molti pali in faccia senza rimanerci secca'-
Gli rubo un' altra risata ma poi il suo cellulare squilla e si rabbuia. Ignora una chiamata. Che l abbia fatto per continuare a parlare con me? Cerco di trattenere un altro sorriso da ebete.
-'è il tuo turno adesso'- approfitto io.
-'il mio turno per cosa?'-
-'per parlare e non provare a tirarti indietro dopo tutte le informazioni riservate che ti ho dato me lo devi'-
Lui scuote la testa tra il rassegnato e il divertito.
-'cosa vuoi sapere?'- chiede.
Ecco... tante cose. Tipo nome, cognome, dove abiti, vuoi sposarmi? Ma cosa sto dicendo...
Aspetto qualche secondo assorta e poi mi viene l illuminazione.
-'dobbiamo metterci sullo stesso piano'- esulto io.
Lui mi lancia una strana occhiata.
-'tocca te ballare non accetto di aver fatto una figuraccia solo io, in più devi provare gli effetti terapeutici.. avevi una faccia quando sei entrato.'-
-'non esiste'- dice lui scoppiando a ridere.
-'eccome invece, muoviti'-
Riaccendo la TV dove casualmente stanno trasmettendo ancora la canzone di prima... holding me back.. qualcosa. Perchè questa canzone mi perseguita? Comunque non mi lamento.
Gli porgo la mano formalmente per invitarlo a ballare, non sembra per niente a suo agio a ballare ma dopo qualche strofa della canzone si convince e si alza con una strana espressione in faccia. Come se le stesse parole della canzone lo avessero convinto.
Quando diceva di non saper ballare era serio davvero. Batto le mani a tempo e saltello intorno a lui che si muove come se fosse fatto di legno.
-'vuoi la nimbus in aiuto?'-
-'meglio una firebolt'- ribatte.
Balliamo per un po' anzi, non- balliamo per un po' e non ricordo di aver mai riso così tanto e anche lui sembra del tutto spensierato, del tutto diverso dall espressione con cui è entrato.
A vederlo da in piedi mi accorgo di quanto è alto e muscoloso. Ha un fisico asciutto che si intravede da sotto la maglietta, spalle larghe, vita stretta e i suoi quasi due metri fanno sentire il mio metro e cinquanta dannatamente minuscolo. Non lo avevo notato prima presa com' ero a far danni e a fissargli gli occhi è come se dall inizio avessero captato la mia attenzione impedendomi di vedere tutto il resto, per niente inferiore a loro. Gli arrivo praticamente all avambraccio.
Quando finisce la canzone ho riso talmente tanto che non sento più i muscoli della pancia. Ma l apice è quando lui per sbaglio rompe la preziosa firebolt mentre stava per cadere dopo aver girato su se stesso.
-'ok'- dico ansimante.-'non scherzavi prima. Mi hai rincuorata davvero'-
Lui scoppia a ridere. La sua risata ha un suono che metterebbe di buon umore anche un dissennatore.
-'felice di averla fatta sentire meglio.'-
-'beh allora? Ha funzionato la terapia?'-
Lui torna serio e si volta verso di me che sono seduta di fianco a lui con i capelli completamente spettinati e umidi di sudore. Devo essere in uno stato pietoso mentre lui è impeccabile anzi forse anche meglio con un rossore leggero sulle guance e gli occhi luminosi.
-'si, ha funzionato'- ribatte tornando serio e guardandomi in un modo del tutto nuovo fin ora, non saprei descriverlo ma vorrei che continuasse.
Invece il cellulare squilla facendolo quasi rinsavire.
Il buon umore sembra vacillare ma di poco, la terapia ha funzionato davvero.
-'scusami due secondi ok?'-
Io annuisco incapace di parlare mentre lui si apparta un attimo.
Rimasta sola non mi capacito di quello che è appena successo, queste cose a me non succedono, nessun ragazzo bello e divertente sbuca fuori nella mia vita in una pessima serata e si mette a ballare con me. A me non può succedere, sono cose da film giusto? Eppure lui è qui davvero, sta camminando avanti e indietro preso da una telefonata. Magari sarà la prima cosa bella da quando sono venuta qui... forse... no non posso partire con i miei film mentali. Non è successo niente tra di noi. Domani mattina si sarà già scordato di stasera e sarò solo io la patetica sfigata che ci aveva ricamato sopra. Va sempre così, mi creo aspettative che puntualmente vengono deluse...ma puoi sentirti così vicina a una persona avendoci scambiato solo due parole e qualche figuraccia?
Un paio di ragazzi che vengono qui spesso entrano nel bar e io mi alzo.
Lanciando occhiate furtive a lui che continua a parlare al telefono.
Solo ora mi accorgo che neanche ci siamo presentati. E io volevo davvero farmi film mentali su qualcuno di cui non so neanche il nome?
Servo due birre ai ragazzi senza perderlo di vista finché non mette giù e frettolosamente viene verso di me in poche falcate.
-'devo andare'- dice. Sembra quasi dispiaciuto, perché mi sembra un buon segno?
-'ok..'- dico non sapendo cosa aggiungere.
Lui annuisce una volta seccamente e dopo avermi guardata per qualche secondo fa per uscire dalla porta. Vorrei aggiungere: resta ma mi sembra del tutto fuori luogo. Ma non può sparire così.
-'aspetta! non so neanche il tuo nome!'- dico prima che se ne vada. Lui si volta di scatto come se avessi detto qualcosa di sbagliato ma poi la sua espressione si apre in un sorriso.
-'non ti preoccupare ballerina, domani sera sarò ancora qui per il tuo spettacolo'- detto questo mi fa un occhiolino e regalandomi uno dei suoi veri sorrisi se ne va.

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