Esco dal 'nonna' senza capire più niente.
Sono arrabbiata perché ha avuto la faccia tosta di presentarsi qui sapendo quanto è importante per me con lei. Il giorno del mio compleanno, davanti ai miei genitori.. Mi odia davvero così tanto?
Quel pensiero mi distrugge e mi fa infuriare nello stesso tempo. Vorrei tirare un pugno contro la parete giusto per sfogarmi ma mi trattengo. Non servirebbe a nulla. Cammino avanti e indietro lontana dalla vetrina per non essere vista.
Potrei tirarmi fuori da questa situazione e andarmene ma là dentro ci sono i miei genitori. Questo è il mio posto preferito. Questa è casa mia, e io ho tutto il diritto di starci, lui questo diritto lo ha perso.
Sicura di questa cosa faccio un respiro profondo.
Non sono io quella che se ne deve andare.
A passo di marcia come se stessi per affrontare la battaglia della vita riapro di scatto la porta del locale che si spalanca con un tonfo e si richiude brutalmente attirando l attenzione di tutti. Queste cose teatrali non mi escono mai troppo bene...
lancio un' occhiata a Shawn seduto al tavolo che mi sta guardando e torno a testa alta dai miei genitori che mi fissano impietriti.
Vuoi la guerra Shawn? La avrai.
Mi metto comoda e ricomincio a parlare con loro.
-'sicura di stare bene?'- mi sussurra mia mamma.
Probabilmente crede che io sia impazzita definitivamente ma come darle torto?
-'si... scusate avevo bisogno di un po' d'aria'- ribatto.
Continuo a sentire lo sguardo di Shawn addosso cosi mi volto spesso verso di lui sorreggendo il suo sguardo a pieno senza abbassarlo. Non riesco a decifrare cosa sta pensando non solo perché qualsiasi cosa sia la nasconde bene ma perché non mi ci impegno, anzi cerco di avere una facciata imperturbabile. Forse questa cosa lo metterà a disagio e se ne andrà.
Ma voglio davvero che se ne vada?
Certo che lo voglio...A un certo punto sembra quasi che la situazione inizi a divertirlo così lo incenerisco con lo sguardo quando vedo l angolo delle sue labbra sollevarsi in un sorriso e lui mettersi comodo sulla sedia incrociando le braccia.
Savannah sta smanettando con il cellulare da minimo mezz'ora.
-'e quindi abbiamo deciso di vendere casa'-
Mi spiega mio padre convinto che lo stia ascoltando.
-'come?'- chiedo d'un tratto allarmata dalla frase voltandomi di scatto verso mio padre.
-'si... abbiamo pensato di prendere qualcosa di più piccolo come ho appena detto, sai siamo solo in due ora che tu sei via e potremmo mettere via un po' di soldi e aiutarti'-
-'assolutamente no! Non dovete voi amate quella casa..'- dico scaldandomi ma poi delle mani mi si piazzano davanti agli occhi facendomi prendere un colpo.
Shawn si è alzato? Quando? Non l ho visto... aspetta è davvero lui?
Rimango immobile con il cuore in gola mentre quelle mani rimangono fisse sulla mia faccia.
-'tanti auguri!'- grida chi mi tiene le mani sugli occhi prima di darmi un bacio sulla guancia. Non riconosco il profumo di Shawn e una parte di me rimane delusa. Le mani abbandonano i miei occhi e finalmente posso vedere di chi si tratta: Marco che sta appoggiando una torta enorme davanti a me.
Io sorrido e mi alzo per abbracciarlo.
-'wow'- esclamo per la sorpresa cercando di non farmi vedere delusa.
-'ciao, mi sei mancata!'- dice ricambiando la stretta sollevandomi leggermente da terra.
Ha sempre i suoi capelli ricci, neri, il suo sorriso amichevole e gli occhi verdi identici a quelli di tutta la sua famiglia, se li tramandano di generazione in generazione.
-'anche tu'- ribatto e per qualche ragione sento la schiena bruciare come se qualcuno la stesse perforando con lo sguardo.
Quando mi stacco da lui noto con piacere che Shawn distoglie lo sguardo contrariato.
Se solo sapesse che conosco Marco da quando non sapeva usare il bagno..
Lui, i miei e altre persone del bar cominciano a cantarmi tanti auguri a te mentre spengo le candeline e poi Marco si siede tra me e i miei genitori per mangiare una fetta di torta.
-'allora come stai? Come è andata in Canada?'-
Marco mi porge una festa di torta..Io ci provo a mangiare ma non ho molto appetito al momento, sarà che ogni secondo devo resistere dall alzare lo sguardo su Shawn. Averlo davanti è una tentazione continua.
Le volte in cui la curiosità ha la meglio mi pare di vederlo stringere il bicchiere davanti a se con fin troppa forza e guardare in un modo strano marco, Savannah comincia a parlargli ma lui non le presta attenzione. Sembra che non sia l unico a essersi innervosito... non mi stupirebbe se lei gli rovesciasse il suo cocktail al cocco in testa e in effetti non mi dispiacerebbe assistere alla scena.
A un certo punto Marco va verso la macchina del caffè dietro al bancone per aiutare Alice, la sua collega, mi invita a seguirlo per continuare a parlare e io lo faccio continuando a sentirmi osservata. Potrebbe almeno cercare di essere più discreto invece che fissarmi così apertamente...
-'allora vuoi dirmi come è andata in Canada? Hai declinato il discorso prima'-
Faccio un sospiro.
-'non è andata'- dico appoggiandomi al bancone con i gomiti.
-'davvero?'- chiede dispiaciuto sistemando delle tazzine rosa.
-'già'- dico abbassando lo sguardo sulle mie mani e picchiettando con le dita sul legno in difficoltà. -'credo che tornerò a casa'- ammetto.
Marco non sembra dispiaciuto all'idea.
-'e il tuo sogno?'- chiede.
-'a volte è meglio lasciarli nel cassetto'- ribatto alzando lo sguardo su di lui.
-'chi sei tu e che ne hai fatto della ragazza ottimista che conoscevo?'-chiede portandosi una mano al petto scioccato.
Un cantante l ha uccisa e ha sepolto il suo cadavere a Buffalo.
-'credo si sia presa una vacanza in un posto chiamato realtà... non ci andava da un po'- ribatto e lui mi porge il mio caffè preferito anche se non glielo avevo chiesto. Con cacao e latte.
-'grazie'-
A un certo punto mi viene un idea... già che ci siamo...
-'avete per caso bisogno di una mano qui... sai per quando tornerò.'-
-'per te la porta è sempre aperta'- assicura. -'ma per quanto mi piaccia averti qui spero che cambierai idea. Ricordo com'eri prima di partire, non so cosa sia successo ma se molli ora te ne pentirai'- dice appoggiandomi una mano sulla spalla con un sorriso prima di portare i caffè che ha appena preparato a un tavolo.
Io sbuffo. Perché tutti credono di sapere cosa sia più giusto per me?
Mentre sono ancora lì in piedi a rimuginare sulle sue parole un profumo familiare arriva al mio naso. Un profumo familiare molto vicino. Non ho bisogno di voltarmi per sapere che shawn è in piedi di fianco a me.
Il cuore smette di battere nello stesso momento in cui il tempo smette di scorrere.
Tengo lo sguardo basso sul bancone. Non posso voltarmi a guardarlo perché se lo facessi... ora che è qui difianco a me non so cosa potrebbe succedere.. o come potrei sentirmi.
A un certo punto però non resisto alla tentazione e trattenendo il fiato mi convinco a voltarmi verso di lui.
Shawn che a sua volta teneva lo sguardo basso si volta nello stesso tempo verso di me come richiamato dal mio sguardo. Mi guarda dall'alto della sua altezza facendomi sentire minuscola mentre cerca non so che risposte nei miei occhi.
siamo a pochi centimetri di distanza, tanto che se spostassi di poco il braccio lungo il bancone potrei toccarlo.
Non va bene, non va proprio bene.
Mando giù a stento la saliva mentre i suoi occhi dorati scavano i miei. Mi erano mancati. Mi era mancato lui... il suo profumo, il suo calore, il suo viso.. anche da qui riesco a percepire tutto e fa davvero male. Fa male perché tutto quello che vorrei fare in questo momento è abbracciarlo ma non posso. Sento le lacrime bruciarmi gli occhi per la frustrazione.
Lui fa per dire qualcosa ma in quel momento alla radio esce there's nothing holdin me back e ammutolisce.
Quella canzone...
Proprio adesso? Evidentemente il destino si sta divertendo parecchio con me.
Distolgo subito lo sguardo da lui mentre il cuore ha ripreso a battere ma a un ritmo talmente doloroso che preferivo non lo facesse. Non resisto. Non con lui qui vicino non con questa canzone. Devo allontanarmi subito.
Marco ricompare in quel momento.
-'marco'- lo fermo per un braccio con fin troppa forza. Lui mi guarda stupito.
-'si?'-
-'cambia questa canzone per favore.'- sbotto. -'odio questa canzone'- aggiungo in inglese rivolta a Shawn in modo che mi capisca.
Detto questo faccio per andarmene dopo aver intercettato l espressione ferita di Shawn. Lui è ferito?
Lo sento chiamare il mio nome e il mio cuore salta un battito a sentire la sua voce, a sentirgli dire il mio nome ma gli sfuggo andandomene in bagno e passando davanti ai miei genitori e a Savannah.
Probabilmente dopo oggi i miei mi faranno rinchiudere lo so.
Rimango nascosta in bagno per un po' finché le emozioni contrastanti causate dalla vicinanza di Shawn si placano per quanto possibile.
È davvero infantile da parte mia nascondermi in bagno ma non ce la faccio ad averlo vicino, non ce la faccio a sapere cosa pensa di me in questo momento e potrei non rispondere di me e incominciare ad urlare davanti a tutti.
Così quando sono sicura di potermi controllare torno in sala pronta a continuare sulla mia linea.
Ma quando lo faccio noto che il tavolo a cui lui e Savannah erano seduti poco fa è vuoto e sento la delusione farsi largo dentro di me. Volevo che se ne andasse è vero ma ora che lo ha fatto mi sento vuota, come se la sua presenza avesse alleviato quella sensazione di vuoto che provavo da quando era successo tutto quel casino e adesso mi fosse ripiombato tutto addosso.
Mi lascio cadere pesantemente sulla sedia vicino ai miei genitori senza staccare gli occhi da quella sedia vuota.
-'tesoro, un ragazzo ha lasciato questo per te'- dice mia madre guardandomi prudente come se fossi una bomba che potrebbe esplodere per una parola sbagliata.
Quando vedo la busta una sensazione di speranza e sollievo che so che non dovrei provare mi invadono. La prendo con mani tremanti sicura di chi sia il mittente.
Nella busta c'è un biglietto per il concerto al forum di Assago di Shawn di stasera. Non scherzava quando aveva detto che sarebbe stato qui al mio compleanno.
Ti prego vieni. Dobbiamo parlare. Buon compleanno... S.
sembra che il messaggio sia stato scritto di fretta ma riconoscono subito la sua grafia.
Qualche giorno fa avrei dato un rene per ricevere un messaggio da lui ma adesso che ce l ho tra le mani non provo sollievo, solo ansia. Vorrei andarci e parlare con lui ma non so se potrei sorreggere il suo sguardo mentre mi accusa, non so se potrei sopportarlo. Non sono neanche riuscita a rimanere in piedi vicino a lui figuriamoci a parlare.
Perché vuole parlarmi? Vuole insultarmi, dirmi che mi odia? Informarmi che vuole denunciarmi... ora come ora non saprei cosa aspettarmi. Ma prima per un attimo ho visto qualcosa nel suo sguardo, qualcosa che somigliava tanto a come mi guardava prima che succedesse tutto questo, che somigliava alla prima volta in cui mi ha guardato.
-'chi era?'- chiede mio padre distraendomi dai miei pensieri.
-'un amico'- ora i ruoli si sono invertiti. Lui è l amico non io.Dopo un po' i miei ricominciano a parlare ma io continuo a fissare il biglietto.
Se ho intenzione di andare al concerto? No. Non mi importa se ora ha voglia di parlarmi, quando ne avevo bisogno io lui era sparito.
Rimetto tutto nella busta e dopo aver salutato Marco torno a casa con i miei decisa a farmi legare al letto piuttosto che dare retta alla mia parte più ottimista che mi dice di andare e che Shawn vuole chiarire. Cosa c'è da chiarire? Lui sta con un'altra!
Così torno a casa e mi butto di faccia sul letto. Rimango tutto il pomeriggio a rimuginare su oggi. Sugli sguardi che ci siamo scambiati, sulla sua reazione quando mi ha visto con Marco, a quando si è avvicinato e voleva dirmi qualcosa ma non gliene ho dato il modo.
Forse sto sprecando l unica possibilità che ho, l ultima che ho per potergli dire come stanno davvero le cose... lui non si è fidato di me ma forse posso ancora fargli aprire gli occhi. Potrebbe essere l ultima volta che lo vedo, l unica occasione che ho per dirgli addio...
Mi alzo dal letto e faccio per aprire la porta della mia camera per andare diretta al forum ma poi mi blocco quando le parole dell intervista a Buffalo mi tornano in mente.
Faccio avanti e indietro dalla porta per un po' finché la situazione diventa ridicola e io mi metto il pigiama giusto per non farmi più tentare.
Metto della musica e fingo di non sapere che lui è a pochi passi da casa mia e che tra poco comincerà il concerto. Che se tutto fosse andato bene a quest ora starei passando il mio compleanno con lui.
Ma non è andata bene.
Ho quasi accettato l idea quando sento bussare alla porta di camera mia e abbasso il volume della musica.
-'si?'-
Mio papà apre la porta con una strana espressione in faccia... confuso e contrariato sembrerebbe.
-'c'è un ragazzo di sotto che chiede di te'- dice in difficoltà in attesa che io gli spieghi perché c'è un ragazzo di sotto che chiede di me.
Mando giù a stento la saliva mentre spalanco gli occhi.
Shawn è qui? Non è possibile sta per salire sul palco!
Supero in un paio di falcate mio padre e mi affaccio in corridoio in tempo per vedere Geoff seduto comodamente sul mio divano.
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Like This | Shawn Mendes
FanfictionLei ha una vita normale, si è trasferita in Canada dall Italia per inseguire il suo sogno. Ha solo 18 anni ma le idee chiare peccato che quando devi cominciare a camminare con le tue gambe le cose si fanno serie. Così mentre lavora in un bar in una...