Il mattino dopo mi sveglio con un mal di testa terribile. Non ho dormito molto nonostante il sonno che sentivo di avere: la mia mente non mi dava tregua continuando a ripropormi L espressione di Shawn mentre gli dicevo che non volevo più stare con lui. Mentre gli dicevo che poteva andarsene. Ero sicura fosse la scelta giusta, e credo di esserlo ancora ma allora perché mi sento come se avessi fatto il più grande errore della mia vita?
Ho avuto paura di stare male di nuovo, paura per lui e per me. Il problema è che adesso una paura peggiore non mi lascia tregua: la consapevolezza che potrei non rivederlo mai più.
Con questi pensieri negativi rimango sdraiata nel letto a fissare il soffitto godendomi qualche minuto ancora in questa casa. Quando mi alzerò ci sarà una valigia pronta ad aspettarmi, L università da abbandonare dopo aver pagato le rate arretrate e un aereo che mi separerà, questa volta per sempre, da questo posto.
Faccio un respiro profondo.
Non posso evitare l' inevitabile.
Tutto sarà più facile prima o poi. Devo crederlo.
Mi alzo di scatto dal letto per scongiurare ripensamenti e mi preparo.
Kayla ha detto che mi raggiungerà all' uscita dell università per accompagnarmi direttamente all aeroporto quindi questa sarà L ultima volta che vedrò questa casa.
Mentre vado in cucina senza far rumore la casa è avvolta dal buio e dal silenzio e mi piange il cuore. Possibile affezionarsi anche a cose inanimate così tanto?
Saluto Oliver già sapendo che mi mancherà terribilmente anche lui finché non posso più rimandare ed esco di casa sentendo lo stomaco contorcersi. Potrei mettermi a piangere in strada ma sarebbe una scena davvero patetica quindi mi impongo di smetterla.
Posso farcela. Me ne sono già andata una volta, oggi non dovrebbe essere così difficile giusto? Per come mi sento non si direbbe.
Faccio la strada a piedi nonostante L autobus sia il modo più veloce perché non ho nessuna voglia di arrivare.
È una giornata grigia e pungente, un tipo di freddo tipico di Toronto che Milano non raggiungerà mai. Nonostante le volte che L ho maledetto ( soprattutto quando dovevo farmi la strada a piedi grazie a Berly) credo che potrebbe addirittura mancarmi.
Cammino svelta assorta nei pensieri finchè raggiungo lo sturbucks difronte all albergo dove era parcheggiato il tour bus di shawn.
Improvvisamente vengo catapultata a quella che sembra una vita fa, quando fui incuriosita da tutte quelle persone e da un pullman enorme parcheggiato dall'altro lato della strada. Non sapevo fosse di shawn ma lui quel giorno mi aveva vista, quello che non sapeva è che in quell istante stavo pensando a lui, a come la sera prima mi avesse lasciato qualcosa, qualcosa che non si sarebbe mai più ripreso, qualcosa che sarebbe rimasto indelebile dentro di me.
Guardo fisso quel punto dove adesso sono parcheggiate solo auto di lusso e il vuoto allo stomaco non fa che diventare più profondo.
Ricomincio a camminare a passo deciso per impedirmi di tornare indietro e rifugiarmi sotto le coperte.
Sarà tutto più facile.Raggiungo l' università abbastanza presto e noto con rammarico che ci sono già molte persone... fantastico. Quello che volevo evitare.
Chissà perché poi considerato che è sabato...
A testa alta vado diretta all ufficio del preside senza curarmi delle occhiate che ricevo mentre cammino per i corridoi. Non so se sia perché ho preso a schiaffi miss perfezione o per la storia di shawn ma non mi importa minimamente.
Credo di passare anche davanti alle due puttanelle sputasentenze ma fingo di non vederle esattamente come avrei dovuto fare quel giorno.
Quando penso ormai che il peggio sia finito, a pochi passi dall ufficio del preside vengo smentita: ovviamente non poteva mancare wren che in quel momento spunta dal corridoio.
Di bene in meglio.
Lo incenerisco con lo sguardo mentre ride e scherza con un altro della sua specie.
-'ciao Anna'- mi saluta come se niente fosse. Io gli faccio un dito medio e proseguo dritta. Volevo farlo dal primo giorno che ha cominciato a parlarmi.
Reprimendo un impeto di soddisfazione abbasso la maniglia dell ufficio del preside.
La porta si apre nello stesso momento in cui la tocco e mi ritrovo davanti la persona che non mi sarei mai aspettata di vedere qui. Di vedere mai più sinceramente.
Karen.
Gelo sul posto nel ritrovarmela davanti, impeccabile come al solito.
Quando mi vede la sua espressione sorpresa si apre in un sorriso. L agitazione che mi aveva assalita nel vederla mi lascia un po' di tregua.
Un sorriso è un buon segno giusto?
-'ciao anna'- mi saluta allegra dato che io non riesco a proferire parola.
-'c-ciao'- tentenno e il suo sorriso si allarga di più. -'io.. che ci fai qui?'-
Lei avanza e io indietreggio per permetterle di uscire.
-'dovevo sistemare un paio di cose con la segreteria per shawn. Sai probabilmente si iscriverà a qualche corso.'- dice ma non sembra molto convinta. In effetti credo che shawn potrebbe permettersi una scuola migliore di questa ad essere sinceri.
Annuisco perplessa mentre cerco qualcosa da dirle. Se avesse creduto a quella storia? Se non sapesse di Andrew? Eppure non sembrerebbe arrabbiata con me..
Lei come al solito sembra leggermi nella mente e interviene prima che il silenzio diventi imbarazzante accarezzandomi un braccio con fare materno.
-'è tutto ok tesoro. Non ho mai pensato che fossi stata tu, mi dispiace tanto per quello che hai dovuto passare... io aalyiah e Manny avremmo voluto contattarti molte volte ma shawn ci ha chiesto di non farlo.'-
Mi salgono le lacrime agli occhi a sentirle dire quelle parole e la abbraccio di slancio senza riflettere.
-'grazie. Significa tanto per me'- ammetto.
Lei ricambia la stretta con una breve risata.
Poi si stacca da me e mi accarezza una guancia. Gli occhi incredibilmente simili a quelli di suo figlio fissi nei miei.
Questo fa male.
-'ora devo andare, sono sicura che ci rivedremo.'- dice convinta.
Sto partendo quindi no, non ci rivedremo.
-'certo'- dico in difficoltà. -'ci rivedremo'- aggiungo con un sorriso spento.
Lei mi rivolge un ultimo sorriso e se ne va sbrigativa lungo il corridoio con il suo passo elegante guadagnandosi le occhiate di molte persone. Forse loro sono gli unici a poter sapere cosa significa avere sempre gli occhi puntati addosso solo perché parte della vita di Shawn.Improvvisamente sono più leggera: karen e il resto della famiglia non mi odiano ne mi hanno mai odiata, questo pensiero mi aveva perseguitata per tutto quel tempo, mi avevano accolta a braccia aperte e non avrei sopportato che pensassero lì avessi traditi in quel modo.
Ma ad ogni modo non li rivedrò mai più...
Faccio un sospiro vedendo la porta di ingresso chiudersi alle spalle di Karen.
Quando Entro nell ufficio del preside lui mi sta spettando spazientito dietro la sua scrivania.
-'si accomodi'- dice con un tono mai sentito prima. Sembrerebbe accomodante...?
Lo guardo con circospezione aspettandomi il colpo di grazia.
-'preferirei stare in piedi'- ribatto.-' Sono qui per saldare la quota che le devo'- aggiungo sbrigativa cercando nella borsa la busta con i soldi che mi hanno dato i miei genitori.
Ho avuto l ansia costante di perdere quella busta piena da quando sono partita da Milano.
-'non ce ne è bisogno- mi ferma subito lui tutto soddisfatto.
-'i suoi debiti sono già stati sanati, può riprendere i corsi quando vuole, mi lasci dire che siamo davvero onorati della sua presenza in questo isti..'-
-'cosa?'- lo interrompo basita, sicura di aver capito male.
-'siamo onorati della sua..'- fa per ripetere.
-'non quella cazzata.'- dico alterata. Mi sta prendendo in giro? -'intendo la parte importante dei debiti sanati'-
Lui fa un' espressione infastidita per la parolaccia ma io nemmeno mi scuso. Il mio cervello sta collegando i fili e man mano che capisco il mio cuore sale sempre di più lungo la gola.
-'chi è stato a pagare?'-
-'questo non posso dirglielo mi è stato chiedo di mantenere L anonimato'-
Non c'è bisogno che lo dica, è tutto chiaro.
Karen non era qui per caso.
Prima che ricominci il mio elogio solo perché conosco la famiglia Mendes prendo e la borsa e faccio per andarmene a gran passo ma poi mi blocco.
-'non metterò mai più piede in questa scuola per il resto della mi vita'- chiarisco prima di mettermi all inseguimento di karen.
Non può averlo fatto davvero! Non spettava a lei farlo, non lo avrei mai permesso se lo avessi saputo.
Con mia sorpresa la trovo all uscita dall'università come se stesse aspettando qualcuno.
-'karen'- la chiamo con il fiatone, lei si volta verso di me.
-'aspetta.'- dico affaticata per la corsa sulle scale.-'non dovevi farlo, non voglio soldi da voi... non..'-
Lei mi zittisce scuotendo la testa energicamente.
-'è il minimo che potessi fare dopo tutto quello che è successo. Consideralo un risarcimento.'-
-'non è stata colpa vostra e non posso accettarlo'-
-'allora'- dice prendendomi per le spalle -'consideralo un favore o un regalo sentito da persone che ti vogliono bene.'-
Il suo sguardo viene attratto da qualcosa alle mie spalle e la sua espressione si illumina ma siccome mi sta ancora tenendo per le spalle non posso girarmi a guardare.
Ero talmente presa dall inseguimento da non essermi accorta della quantità di caos e persone presenti nella piazza davanti a scuola.
-'che sta succedendo?'- chiedo confusa, lei mi tiene ancora per le spalle impedendomi di voltarmi. Giro il viso leggermente verso destra e, nel mezzo della folla intravedo i volti sorridenti di Kayla insieme a Geoff, Manny, e Aaliyah... il cuore mi martella nel petto tanto da farmi male.
Cosa diavolo sta succedendo?
All improvviso sento urla e una confusione assurda dietro di me ma non è su quello che mi concentro, non è quello che mi fa girare la testa e andare nel panico ma una voce.
La sua voce.
Ogni altra persona per me sparisce in quel momento. Tutto si ferma nell' istante in cui la sento. Non è L udito a riconoscerla è qualcosa di più fisico, qualcosa che mi scorre nel corpo, mi scalda il cuore e mi manda il tilt il cervello:
Like this sta riempiendo ogni millimetro della piazza e del mio cuore nello stesso tempo.
Karen lascia la presa sulle mie spalle e io mi giro lentamente senza essere minimante pronta a quello che sta per succedere.
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Like This | Shawn Mendes
FanfictionLei ha una vita normale, si è trasferita in Canada dall Italia per inseguire il suo sogno. Ha solo 18 anni ma le idee chiare peccato che quando devi cominciare a camminare con le tue gambe le cose si fanno serie. Così mentre lavora in un bar in una...