Capitolo 47

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L'IMMAGINE SO CHE NON C'ENTRA CON IL CAPITOLO MA L'HO MESSA PER RISPETTO DELLE RAGAZZE DECEDUTE DURANTE UN ATTACCO TERRORISTICO AL CONCERTO DI ARIANA DI MANCHESTER

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In un angolo del bagno scorgo la figura di Cam privo di sensi in mezzo ad una pozzanghera di sangue.
I polsi hanno moltissimi tagli e lui in mano stringe una lametta.

Possibile che non mi ero mai accorta di niente in questi giorni.

Senza accorgermene le lacrime iniziamo a rigare le mie pallide guance.

Sono distrutta ma decido di farmi forza e chiamo il 911 che arriva stranamente nel giro di pochi minuti.

Lo caricano su una barella che di conseguenza viene caricata sull'ambulanza.

«Signorina lei non sale?» mi chiede ad un tratto uno dei dottori
«Certo che salgo»

Arriviamo in ospedale nel giro di qualche minuto.

In ambulanza sono stata seduta di fianco alla barella e ho continuato ad accarezzargli i capelli mentre gli sussurravo quanto lo amassi ancora. È proprio vero che quando pensi di star perdendo qualcuno capisci quanto sia importante per te.

Sono seduta nella sala d'attesa di fronte alla sua stanza.

Sento alcuni rumori di passi e girandomi noto Nash, Bella, Maddy, Jenny, Jack, e tutti gli altri che corrono verso di me.

Vi chiederete come fanno a sapere che Cameron si trova in ospedale, beh semplice appena sono arrivata in ospedale ho chiamato i ragazzi e li ho avvisati e loro sono corsi qui.

*2 ore dopo*

Sono ore che aspettiamo che i medici ci dicano qualcosa ma ancora niente, mi hanno detto che dovevano fare solo qualche controllo ma poi lo hanno portato in sala operatoria perché ha perso molto sangue.

Ad un certo punto sentiamo una pirta aprirsi e sbucano tutti i medici affiancati dal lettino dove è disteso Cam.

Lo riportano nella sua stanza ed escono.

«Allora il vostro amico ha perso molto sangue perciò abbiamo dovuto fargli una trasfusione per inserirgliene un po' in modo che possa riprendersi. Abbiamo anche bendato le ferite. Torneremo tra qualche ora per cambiargli le bende. Ah e potrebbe svegliarsi tra qualche minuto. Ma oltre a questo sta bene, per fortuna i tagli non erano profondi» dice uno dei medici avvicinandosi a noi.

Avrà circa 40 anni, ha i capelli neri ma si intravede anche qualche capello bianco. La barba non è tanto lunga e a vederlo così sembra anche abbastanza magro.

Scegliamo chi dovrà entrare per primo nella stanza e tutti indicano me così mi faccio coraggio ed entro.

Lo trovo lì, steso sul lettino.

È pallido.

Dal suo braccio parte un piccolo tubicino collegato ad una macchina.

È straziante vederlo così ed essere consapevoli che la colpa è mia.

Mi siedo di fianco a lui, gli prendo la mano e inizio a parlare.

«Ti vorrei dire che mi dispiace. Che da quando non ci parliamo ho molti messaggi in meno, e rispondo di rado a quei pochi che mi arrivano. Che l'inverno adesso è più freddo che mai e che l'estate ora è infinita. Che i giorni non passano, ma io mi do forza, anche se poi ci ripenso sempre. Ti vorrei dire che mi dispiace. Che la vita è meno burrascosa e più calma, e devo dire a mio malgrado che preferivo il disordine di prima. Che la notte non riesco a dormire, e quei sogni assurdi che facevo li faccio ancora, ma non so più a chi raccontarli. Che di giorno quasi non parlo, e preferisco stare sola. Che ad ogni passo che faccio non posso fare a meno di chiedermi di te. Ti vorrei dire che mi dispiace perché a sbagliare sono stata io. Che si può ricominciare per una stupidaggine del genere, chiudere un occhio e prenderci per mano. Ti vorrei dire che mi dispiace.
Che faccio l'indifferente, ma vorrei solo abbracciarti e tornare a qualche mese fa. So che non puoi sentirmi ma volevo dirti che io ti amo ancora, che ho sbagliato a pensare che Daniel fosse meglio di te, ho sbagliato a pensare che fosse lui il vero amore della mia vita. Mi dispiace, mi dispiace tanto per averlo baciato, mi dispiace per averti fatto star male perché se sei qui è solo colpa mia. Spero che quando ti sveglierai io abbia la forza di dirti ancora tutto questo e che potremmo chiarire. Ricorda che ti amo»

Gli lascio un bacio sulla fronte mentre le lacrime continuano a bagnarmi le guance.

Ad un tratto sento la mia mano stringersi.

Mi volto verso Cam e vedo che apre gli occhi.

«Chi sei?»

Perché proprio lui?                                ||Cameron Dallas💘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora