3-세

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Jungkook si asciugò il sudore dalla fronte con l'avambraccio.
Aveva trascinato il corpo della guardia e del prigioniero fino all'entrata del palazzo. Dopodichè aveva appeso entrambi ai lati dell'entrata. A testa in giú.

"Aish...di prima mattina non si fanno questi sforzi." si lamentò.

"Tanto non fai niente tutto il giorno Jungkook-nim."

Il ragazzo si voltò e vide, a due metri da lui, il secondo generale in comando. Kim Namjoon.

"Chingu! Non scherzare su questo perche faccio piu io di te!" gli disse ridendo. Anche Namjoon rise e si avvicinò al ragazzo. Gli mise una mano sulla spalla e sorridendo gli fece gli auguri.

"Vedo che l'imperatore Chung Hee non ti risparmia neppure il giorno del tuo compleanno."

"Esatto. Tra l'altro per una cavolata del genere. Ti pare che un nordcoreano riesca ad entrare in un palazzo talmente sorvegliato? Quelli è gia tanto se sanno pronunciare il nome della loro capitale."

Namjoon si lasciò scappare un sorriso divertito, ma poi tornò serio.

"Hoobae, la situazione è piu grave del previsto. Tu cos'hai scoperto dai prigionieri?"

"Niente di utile. Sembra che la spia sia incaricata di uccidere tutta la famiglia e che voglia dare alle fiamme tutto il palazzo. Il vecchio non faceva altro che ripeterlo."

Namjoon sembrò turbato. Si mise una mano sul mento e si allontanò leggermente da Jungkook per riflettere.

"È davvero cosi grave Namjoon-nim?"
"No,no. Speravo solo di saperne di piu. Ma...da come parli...sembra che tu ne abbia interrogato solo uno."

Jungkook spalancò gli occhi. Non si era reso conto di aver parlato al singolare.

"No, macchè. Sto solo dicendo quello che il vecchio mi ha detto. Quello giovane...lui..lui...è stato ancora piu deludente. Per questo non ne stavo parlando. Gia. Non sapeva nulla."

Jungkook mosse con nonchalance la mano in aria. Cercando di avere una faccia disinvolta.

"Comunque devo andare. Per oggi i miei inpieghi sono finiti e in piú le mie sorelline vogliono darmi il mio regalo."

Namjoon sembrò un po titubante ma poi annuí e salutò Jungkook.
Dal canto suo, il moro, ringraziò ogni sorta di divinitá per averlo graziato.

La mattinata trascorse serena e Jungkook si diverti insieme a tutti i suoi fratelli. Le sue sorelline gli avevano preparato l'abito da cerimonia per l'importante cena a cui avrebbero partecipato tutti quella sera stessa.

Quando, finalmente, Jungkook riuscí a restare solo si diresse immediatamente da Jimin.
Arrivato davanti la porta del suo studio, bussò. La voce delicata di Jimin gli intimò di poter entrare e lui cosi fece.

"Ah, Jungkook sei tu." disse rilassandosi visibilmente. "Da quando mi hai lasciato solo con Yoongi-Hyung ho il terrore."

Jungkook fu sorpreso dell'affermazione di Jimin e aggrottò la fronte.

"Yoongi-nim ti spaventa?" gli chiede.
"No, no!!! Macchè! Tutt'altro."

Jungkook trattenne un sorriso. Jimin aveva sicuramente a cuore Yoongi. Anche se lo conosceva da poche ore.
Jimin osservò Jungkook e strinse le labbra. Si alzò di scatto e si avvicinò al moro.

"Non provare neppure a pensarlo Park Jungkook!" gli disse puntandogli un dito contro.

"Non sto dicendo niente Jiminnie." disse sorridendo.
"Tanto lo so cosa stai pensando! E non è vero."

Jimin aveva ragione. Jungkook sapeva bene quando Jimin iniziava a provare qualcosa verso qualcuno. In tutti quegli anni di amicizia l'aveva visto tante volte.

"Anche se fosse Jimin, non vedo cosa ci sia di male. Sta rilassato. Piu che altro, lui come si sente?"

"Mmmhh..." Jimin guardò la porta che conduceva alla stanza dove stava riposando Yoongi. "È un po piu rilassato. Gli ho fatto l'ago puntura, sembra che i suoi muscoli siano gia meno rigidi."

Jungkook sorrise felice.
"Sono contento. Comunque, come mai hai il terrore?" chiese curioso mentre si sedeva su una poltroncina in bambu.
"Perche!? È ovvio il perche. Ogni volta che qualcuno bussa a quella porta penso che sia una guardia che sa quello che abbiamo fatto!!!" disse camminando avanti e indietro.

Jungkook sollevò un sopracciglio.
"Non quello che abbiamo fatto, ma quello che IO ho fatto. Tu stai solo facendo il tuo lavoro Jimin. E poi, nessuno ti toccherá mai. Sanno tutti che se ti accade qualcosa sarò io stesso a giustiziarli."

Jimin abbassò lo sguardo. Si sentiva rassicurato dalle parole di Jungkook ma la preoccupazione non ricadeva solo su se stesso.
"E di te, che mi dici? Cosa ti succederebbe?"

Jungkook non ci aveva pensato. Guardò fuori dalla finestra.
"Credo...niente."

"E la guardia? Sospetta qualcosa?"
"No. È tutto apposto." gli rispose senza distogliere lo sguardo dalla finestra.

"Jungkook...VUOI DEGNARTI DI GUARDARMI MENTRE PARLI!?" Gli chiese Jimin esasperato.

"Mi dispiace...ma...credo di aver visto qualcuno scavalcare il muro di cinta." sta volta Jungkook guardò Jimin. "Forse è il nordcoreano."




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