10-열

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Erano stati tutti mandati nei propri alloggi. La sorveglianza triplicata. Il coprifuoco ridotto.
Se si poteva, gli era stato chiesto di non respirare, di non parlare, di non muoversi e di non dormire.
Restare vivi era la prioritá. Anche a costo di morire.

Jungkook stava pensando a questo e improvvisamente scoppiò a ridere. Restare vivi anche a costo di morire.
Era un pensiero molto contorto ma non del tutto sbagliato.

Comunque, si ritrovò a infrangere gli ordini di suo padre. Era seduto su una panchina, vicino a lui sedeva Jimin.
Jungkook gli aveva raccontato tutto quello che era successo a cena. Però non aveva nominato Taehyung. Non voleva che Jimin lo vedesse come una spia quindi aveva l'intenzione di presentarli il giorno a seguire.

"È tutto assurdo...però tu resti calmo. Come diavolo fai?" gli chiese Jimin.

Ho in mente un ragazzo appena conosciuto.

Voleva seriamente dire questo, ma non voleva essere rimproverato da Jimin.
Pensare ad un ragazzo quando stai per rischiare la vita!? Ma sei pazzo!?
Avrebbe detto il giovane dottore.

"Ucciderò la spia. Ne sono sicuro. È per questo che sono tranquillo e poi non è la prima volta che rischio la mia vita."

Oggi.

Avrebbe voluto aggiungere.

"Lo so, lo so...però...Jungkook promettimi che starai attento." Jimin gli posò una mano sulla spalla. Era preoccupato per il principe. Jungkook gli sorrise e poi annuí.

"Basta parlare di cose cosi futili, dimmi, Yoongi-hyung come si sente? È migliorato da questa mattina?"

"Sempre uguale. Ha bevuto molte tisane aromatiche che ho preparato con cura. Spero che il prima possibile possa tornare a parlare."

Jungkook sorrise furbo. Jimin lo guardò diffidente.
"Che c'è?" gli chiese.

"Vuoi sentire la sua voce, di la veritá." disse Jungkook con fare malizioso.

Jimin divenne rosso come i fiori di tulipano che avevano poco distanti.
Si alzò di scatto e sventolò le mani su e giú sbuffando.

"I-io n-no. Cioè...si, però no." si coprí il volto con le mani.
Jungkook rise.

"Se ti sei innamorato di lui ora che è uno straccio, pensa quando lo vedrai in forze...morirai." disse divertito il moro.

"Io non morirò affatto! Sono solo il suo medico! E poi sicuramente vorrá una delle tante ragazze che vivono a palazzo...o forse è gia sposato!"
Quasi urlò Jimin.

Jungkook alzò gli occhi al cielo.
"Sono sicuro che Yoongi-hyung vorrá insegnarti a cavalcare."

"Ma io so gia andare a cavallo." disse Jimin confuso.

Jungkook si alzò e iniziò a camminare verso l'entrata.
"Un altro tipo di cavalcata."
Detto ciò alzò la mano e salutò Jimin.
Prima di sparire nel palazzo sentí Jimin ispirarè l'aria in segno di stupore.

~•~•~•~•~•~•~•~••~•~~

Il mattino seguente Jungkook si era svegliato presto.
Aveva indossato degli abiti sportivi, qyelli che metteva per cavalcare e poi era uscito dal suo alloggio.
Si era diretto immediatamente davanti la stanza di Taehyung.

Sentiva nelle vene un'euforia mai sentita. Bussò con vigore e poco dopo la porta si aprí.

"Buongiorno! Hai voglia di fare colazione con me?" disse sorridendo.

Le mani congiunte dietro la schiena, il petto in fuori e le spalle ben dritte.
Il suo intero corpo era proteso in avanti. Voleva tutte le onde empatiche che il suo corpo e quello di Tae potevano generare stando vicini.

Taehyung, con un leggero rossore, lo guardò. Si trovò a pensare che gli era mancato vedere il volto, e anche il corpo, di quel ragazzo.
E vedere che non si era dimenticato di lui, che non lo aveva ignorato lo rendeva felice.

"Mi piacerebbe molto." disse uscendo e chiudendo la porta della sua stanza.

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