18-십칠

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Jungkook si era vestito in fretta e furia. Aveva indossato la sua uniforme da generale ed era andato in cortile.
La navetta trainata dai nuovi puledri del castello, stava arrivando con suo cugino.
Aveva viaggiato per parecchi giorni.
Jungkook ricordó che non vedeva suo cugino da due estati fà.
Si chiese se fosse diventato piu alto e se fosse dimagrito.

Suo cugino era piu giovane di lui di soli due mesi. E questa ridotta differenza d'età li aveva avvicinati molto, quando erano bambini.

In quell'istante dal grande portone, entró la navetta. Era azzurra e aveva delle ornature bianche.
Quando si fermó, il facchino scese e aprí la porta. Subito dopo scese suo cugino, era vestito in modo formale, completamente in nero.

Appena si guardarono in volto, sorrisero a 32 denti. Suo cugino, si precipitó da Jungkook e lo cinse in un abbraccio.

"Cugino mio! Da quanto tempo!" Disse mentre lo stringeva.

Jungkook ricambió l'abbraccio.

"Yugyeom-nim!" Sorrise "Sei dimagrito." Disse senza pudore.
Il cugino rise e si allontanó.
"E sono anche piu alto di te! Vedi?"
Si mise dritto e tiró le spalle all'indietro.

"Sei pochissimo piu alto di me." Gli fece notare Jungkook.

"Aaaaahhh hyung dammi un po di soddisfazione!"

Il principe rise e, insieme a Yugy, si incamminó per entrare nel palazzo.

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"Su palle mosce! Corri!" Urló Namjoon.

Tae continuava a correre avanti e indietro in un grande cortile e sentiva un dolore al fianco che lo stava uccidendo.
Namjoon, poi, non era l'istruttore che avrebbe voluto. L'istruttore che voleva, ora se la stava spassando senza di lui con un ospite da Busan. Tae, a quel pensiero, si distrasse e inciampó. Cadde fragorosamente a terra e rimase steso al suolo.

"Ehy! Non poltrire! Alzati mammoletta!"
Urló Namjoon avvicinandosi.

Tae lo guardó e si tiró a sedere.
"H-ho bisogno di un po di tempo..." Cercó di spiegargli ma quest'ultimo dissentí.

"Hai bisogno di tempo? Per cosa? Per poltrire? Io ti sembro uno che chiede tempo? Pensi che si diventi generale poltrendo come fai tu!?" Gli urló praticamente in faccia.

"No...ma...non c'é la faccio tutto insiem-..." Venne di nuovo interrotto dal generale.

"Non c'é la fai? E che pensi di fare? Di buttare la tua vita nel cesso perche non riesci a suprare un ostacolo? Non mi meraviglia il fatto che tu sia un fallito se non riesci neppure a correre per mezz'ora!"

Tae aprí la bocca e poi la richiuse. Non sapeva che dire. In fondo non aveva torto.

"Sei il tipo di persona che si fa fermare dalle proprie paure!? Se la risposta é si, vedi di allontanarti dal palazzo e lasciare stare Jungkook-nim! Lui é una persona d'onore che darebbe la vita per chiunque e non si fa fermare da nulla! Quindi non voglio che sia paralizzato da uno sciocco come te!" Disse senza peli sulla lingua.

Tae rimase a bocca aperta.
Si faceva fermare dalle sue paure?
Non voleva ammetterlo, ma la risposta era si. Aveva cosi paura che stava smettendo di vivere e stava allontando l'unica persona che lo avesse fatto sentire speciale...vivo.
Jungkook era la persona migliore che avesse mai incontrato e con lui non centrava niente. Lui era uno stupido.
Come poteva ritenersi minimamente in grado di essere amico, o qualcosa di piu, di un tipo perfetto come Jungkook.

Namjoon intuí i suoi pensieri e decise che, per rendere felice Jungkook, avrebbe dato autostima a questo idiota.

"Senti, vale la pena sprecare la tua vita e impedirti di essere felice perche hai paura? Non credi che, comportandoti cosi, non sei l'unico che soffre?" La voce di Nam era diventata piu tranquilla, sembrava una persona molto saggia.

"Io...non voglio sprecare la mia vita e non voglio neppure che lui soffrà."
Ormai Tae aveva capito che si stava parlando di lui e Jungkook.

"Allora vedi di trovare quella zucca vuota di Jungkook-nim e dirgli che non hai paura. Urlalo ai quattro venti, e sentiti vivo, perche oggi che affronti le tue paure...inizi a vivere davvero."
Namjoon gli sorrise e gli tese una mano per farlo alzare. Tae si fece aiutare e poi lo guardó con riconoscenza.
"Sarà Jungkook a insegnarti come vivere, lui si, che sa come farlo."

Namjoon sorrise divertito e si giró, inizió a camminare per andare via e salutó Tae con un cenno della mano.

Tae aveva capito. Non poteva rinunciare a vivere per colpa delle sue paure.
Doveva trovare Jungkook.
Voleva dirgli che...che forse...poteva superare le sue insicurezze. Poteva superarle dato che cio che provava quando pensava a lui superava ampiamente quello di cui aveva paura.
Tae pensó che, cio che gli aveva insegnato Namjoon quel giorno, lo avrebbe cambiato, avrebbe cambiato la sua intera vita.

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