Jungkook era a cavallo. Davanti a lui c'era Taehyung. I due erano a poca distanza l'uno dall'altro.
Stavano scendendo un vecchio tratturo in una zona del bosco molto fitta.
Faceva molto caldo e le cicali non fermavano il loro canto neppure per un attimo.Si sentiva rumore di ali che sbattevano. Ali di uccelli molto grandi.
"Sai, ieri sera e anche questa mattina non ho fatto altro che pensare a cio che mi hai detto." esordí Taehyung dopo un lungo silenzio.
Jungkook lo guardò. Cioè, guardo la sua schiena.
"Ah si? Come mai?" chiese curioso.
"Mi sembra strano che uno come te non abbia qualcosa per cui vivere."
Jungkook sorrise realista, abbassò lo sguardo e strinse le redini. Sapeva che quelle parole erano vere, ma adesso aveva un obbiettivo. Voleva che Tae fosse suo.
"Fino a ieri non avevo niente, giá."
Disse calmo. "È egoista da parte mia, dire una cosa simile. In fin dei conti sono un principe...ma ritengo che la vera ricchezza non sia quella materiale."Tae si girò a guardarlo. Era curioso, sicuramente Jungkook l'avrebbe stupito. Qualsiasi cosa dicesse sembrava oro colato.
"Cos'è per te la vera ricchezza?"
"Per me la ricchezza non è vivere in un palazzo fatto d'oro, non è avere tutti i tesori del mondo e tutti i privilegi dell'impero. Per me, la vera ricchezza, è poter dire: Io ho amato, io ho sofferto, io ho pianto, io ho riso."
Jungkook sogghignò, non era facile spiegare.
"Voglio dire...per me essere ricchi significa provare emozioni, vivere la vita e fare esperienze. Non voglio vivere in un guscio, con il terrore di cio che potrei incontrare una volta uscito."Tae rimase sorpreso, nelle parole di Jungkook trovava una strana malinconia.
"E...quindi tu ti ritieni ricco o povero?""Io...sono stato ricco, tutti lo siamo stati almeno una volta, ma sono diventato povero da qualche anno a questa parte."
"Sono confuso, come si puo diventare poveri?" Tae si sentí stupido, ma amava sentire Jungkook parlare, spiegare, raccontare.
"Si diventa poveri di emozioni quando una di esse ti ha stravolto. Credo che le persone che vivono a pieno la loro vita siano anche quelle piu in pericolo. Vivere le emozioni è rischioso, possono distruggerti, cambiarti."
Jungkook guardò Tae negli occhi. Intuiva la sua prossima domanda.
"Ti strai chiedendo quale emozione mi ha distrutto."
Tae aprí la bocca, ma subito dopo la richiuse. Si, se lo stava chiedendo, ma non sapeva se era la cosa giusta far riesumare a Jungkook il ricordo di un'emozione cosi distruttiva.
"Io...non voglio che tu ti senta costretto a parlare con me di una cosa cosi importante." disse abbassando lo sguardo.
"Perche non dovrei parlartene Tae-nim? Fai parte della mia vita ora, e sono stato proprio io a volerlo. A volerti. Quindi voglio anche che tu mi conosca, voglio parlare con te." Jungkook si trovò a dire questo con una tranquillitá mai sentita prima. Aveva parlato solo con Jimin di quella determinata emozione, ma sentiva di doversi buttare a capofitto in quel precipizio che era stata la decisione di far entrare Tae nella sua vita.
Tae arrossí e si girò dall'altra parte. Si morse il labbro e tentò di calmarsi. Come diavolo faceva Jungkook a dire sempre qualcosa che lo imbarazzava!? Qualcosa che lo paralizzava e lo faceva impazzire!?
Jungkook sorrise divertito e alzò lo sguardo. Guardò le foglie degli alberi sopra di loro, il sole che vi era attraverso. Il cavallo andava lento e i rumori della foresta lo tranquillizzavano. Stava per dire qualcosa che lo tormentava da anni.
"L'emozione che mi ha fatto smettere di vivere, non è tanto rara tra la gente, infatti molti, o tutti, l'hanno provata."
Jungkook chiuse gli occhi. Tae si girò a guardarlo.
"È un'emozione che tutti conoscono. Ma io non sono mai riuscito a gestirla."
Tae pendeva dalle sue labbra, stava aspettando, era curioso, e un senso di angoscia, nell'attendere, lo pervase.
Jungkook aprí gli occhi e si girò a guardare Taehyung. Gli occhi del moro erano lucidi, si rese conto Tae, ma solo per un attimo.
"Dolore. È questo quello che mi ha ucciso. Quello che mi ha fermato. Non voglio mai ammetterlo ma sono un debole in questo frangente." Jungkook rise triste "Non vorrei sembrare uno stolto. So che tutti provano dolore, che sia tanto o poco, ma per quanto mi sia impegnato, non sono stato in grado di superarlo."
La voce di Jungkook non era ferma e sicura come Tae era ormai abituato a sentire. La sentí incredibilmente triste, vecchia, fragile. Si sentí il cuore stretto in una morsa, stava per fermare il cavallo e buttarsi su Jungkook per abbracciarlo, per farlo sentire meglio, per dirgli che non voleva che soffrisse, quando...i due sbucarono davanti al fiume. Una distesa di ciottoli grigi si estese davanti a loro e le piante si diradarono.
Jungkook in quel momento distolse lo sguardo. Il momento che li aveva legati, il momento che aveva avvicinato Tae ai ricordi di Jungkook, il momento in cui la sicurezza e la forza di Jungkook erano finalmente venute meno...era finito. Spezzato.
Tae si tenne stretto alla sua sella per reprimere il desiderio, sempre presente, di voler abbracciare il moro. Si rese conto che Jungkook, per l'ennesima volta, aveva ragione. Come gli aveva detto ieri, loro due erano piu simili di quanto si potesse credere. Entrambi conoscevano bene l'emozione del dolore.
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Violent Sex
FanfictionJungkook è il figlio maggiore del dittatore Park Chung-hee. Siamo nel 1970 e, proprio nel giorno del suo compleanno, arriva a palazzo una spia dalla Corea del nord incaricata di avvelenare tutta la famiglia Park. A Jungkook viene affidato l'incari...