Capitolo 11

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Ian

Ad ogni mio passo, il cervello mi urlava contro, mi diceva di fermarmi, tornare indietro.
Tornare indietro.
Sistemare tutti gli sbagli.
Lo farei?
Forse no.
Forse, non si può scappare da se stessi, nè nascondere la propria indole sotto scelte corrette.

Sprofondo sul divano, non molto lontano da Chloe.
Sento lo sguardo delle due ragazze fisso su di me, attente ad ogni mio singolo movimento.
Non sono stupide, sanno che qualcosa non va e nella peggiore delle ipotesi hanno anche sentito tutto.
Avanti, cosa aspettate?

Celine si avvicina a passo tutt'altro che felpato e si sistema sulle mie gambe.
Vengo colto da un improvviso calore, mi sento come se non fosse successo nulla, come se la serata non fosse terminata in quel modo.
Mi rilasso e chiudo gli occhi cercando di svuotare la mente.
Celine, sei meglio di un sedativo.
Guardo la bambina bionda schiacciare la guancia sul mio petto, ascolta il battito del mio cuore, ancora irregolare.
Prima c'era la mano di Alexa in quel punto; l'idea di sentirmi così esposto mi inquieta, non mi piace che la gente abbia accesso facile ai miei sentimenti.

-Alexa sta male?- chiede con voce flebile, quasi avesse paura di farmi questa domanda.
-No, è solo stanca- mi sforzo di sorridere e le accarezzo la guancia, ad Alexa farebbe piacere sapere che si sta preoccupando per lei.
-Ma ci dà sempre la buonanotte, non può essersene dimenticata- insiste la piccola.
Serro le labbra, non so cosa inventarmi adesso.
-Ho un'idea, perchè non vai nella sua camera? Le auguri la buona notte e poi vai a dormire-
I suoi occhi si illuminano e balza subito in piedi, quasi urtando la sorella addormentata.
-Vieni pure tu?- mi tira per il polso, capisco subito che non è una domanda.
Annuisco e mi alzo dal divano, facendo attenzione a non far svegliare l'altra ragazza.

La prendo in braccio e cammino al buio per la casa, conoscendo ormai la strada a memoria.
Cerco di non far troppo rumore quando apro la porta, poi entro nella camera completamente immersa nell'oscurità.
Appoggio la bambina sul materasso e la lascio gattonare verso il corpo di Alexa, nascosto dalle coperte.
-Alexa- sussurra scuotendola piano per la spalla.
Lei borbotta qualcosa d'incomprensibile, senza svegliarsi completamente.
Celine continua a muoverla con delicatezza e capisco che se non faccio qualcosa staremo qui tutta la notte.
Le sfioro la gamba per poi darle un pizzicotto sulla coscia.
La sua reazione è così fulminea da spaventare la bambina.
Alexa si siede sul letto, più assonnata che confusa, sbadigliando.
-Buonanotte Alexa!- con uno slancio salta su di lei e l'abbraccia forte.
Nonostante io non possa vedere il suo volto, so che sta sorridendo.
-Buonanotte- mormora con la voce ancora impastata dal sonno.
Le dà un bacio sulla fronte e poi la manda a dormire.
Io rimango per un po' in un angolo della stanza, lei non può vedermi.
Non so bene cosa ci faccio ancora qui, dovrei svegliare Chloe, che è ancora profondamente addormentata sul divano.
Però stare qua dentro mi fa sentire bene, c'è tutto quello di cui ho bisogno, il buio, il silenzio e il respiro profondo di un'altra persona.
I bugiardi si nascondono nel buio e i colpevoli nel silenzio.

Salgo sul letto, gattonando verso di lei, cerco di fare attenzione a non colpirla, in questo momento potrebbe seriamente uccidermi.
Scorgo i lineamenti del suo viso nella penombra, il petto si muove a ritmo regolare, quasi scandendo il tempo.
-Ehy- la chiamo picchettando con il dito il suo stomaco.
È incredibile la velocità con cui riesce a riaddormentarsi.
Apre gli occhi con fatica e si gira a pancia in su, in modo da potermi guardare.
-dimmi- improvvisamente la sua stanchezza è scomparsa, il suo tono di voce è quasi seccato.
Qualche volta sei così prevedibile.
Sapevo che sarebbe stata arrabbiata con me, tipico suo, fingere di provare indifferenza mentre in realtà si consuma dentro.
-Mi spiace- mormoro accarezzandole i capelli sparpagliati sul cuscino.
Ci sarebbero così tante cose per cui chiedere scusa.
Lei sbatte le palpebre, guarda il soffitto con un'espressione indecifrabile.
-Sei un bipolare del cazzo- brontola e si gira sul fianco sinistro, in modo da darmi le spalle.
Un sorriso sfugge al mio controllo, non mi aspettavo una simile reazione alle mie scuse.
Troverà sempre un modo per stupirmi.
- È impressione mia o quando sei stizzita diventi più sboccata?-
Se la provoco risponderà, poi si calmerà e tutto tornerà normale.
Il nostro rapporto ed i nostri stati d'animo.
È come se fossimo collegati, se io vacillo, lei vacilla, se lei è forte, lo sono pure io.
Abbiamo un equilibrio, che dopo gli ultimi avvenimenti rischia davvero di rompersi.
-É impressione mia o te li meriti tutti gli insulti?-
Faccio un respiro profondo, poi poggio la testa sul suo fianco, sento le ossa del bacino premere contro la mia tempia.
Non reagisce in alcun modo, sembra ben disposta a rimanere in silenzio ad ignorarmi, posso appoggiarmi su di lei o sfiorarla, la cosa non sembra interessarle.
Mi chiedo se..
Cerco per un po' l'orlo della sua maglietta, lo sollevo e con un dito accarezzo la superficie nuda e chiara.
Vago per la pancia, solleticandola, voglio che abbia la pelle d'oca solo a sentire il mio tocco.
È strano desiderare tutto questo quando vorrei solo evitare i problemi.
Non credo stia davvero dormendo, non si addormenterebbe mai sapendo di avere me sul suo fianco, mentre la tocco.
Immagino i suoi occhi, costretti a rimanere serrati, cercando di riposare ed ignorando la mia presenza.
Ti stai dando proprio un gran da fare, Alexa.
Disegno dei cerchi intorno al suo ombelico, il loro diametro diventa sempre più piccolo, in modo da avvicinarsi lentamente al centro dello stomaco.
Avverto il suo respiro cambiare, tutto questo le sembra soffocante e difficile da controllare.

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