Alexa
I passi di Ian richeggiano nel silenzio, che mette in evidenza la sola presenza di due anime nella casa.
Non posso evitare di rannicchiarmi di più, nell'inutile tentativo di nascondermi dal suo sguardo.Sono dieci ore che fisso il vuoto, sentendomi parte di esso; il mio corpo è spoglio da ogni sentimento.
Dieci ore fa ho praticamente strattonato via Ian dal corpo inerte della bambina.
Ricordo il sue braccia fredde come il marmo e le sue gambe tese, ho fatto una fatica immane per accompagnarlo in camera.
È caduto sul letto come un sasso sprofonda nell'acqua.
I suoi occhi vivi e neri sembravano aver abbandonato la solita intensità che li caratterizza.-Hai un aspetto orribile- la sua figura si presenta davanti a me così come l'avevo lasciata.
Stessi capelli spettinati, occhi privi d'espressione e piedi scalzi.
-Tu invece sei bello come sempre- borbotto stringendo le braccia intorno alle gambe.
Dieci ore non hanno saziato il mio bisogno di stare da sola.
-Sai cosa intendo- ribatte con voce piatta, poco prima di sedersi vicino a me sul pavimento.
-Che dovrei riposare? Ti avevo detto che avrei fatto la guardia fino al tuo risveglio e così ho fatto- evito di incrociare il suo sguardo, è l'unico che in un secondo può farmi ricordare tutto quello che è successo, può farmi sentire gli avvenimenti nelle ossa.
-Scusami, non sono riuscito a controllarmi, non avrei dovuto scaricarti tutta la situazione addosso- la sua mano si posa delicatamente sul mio ginocchio, riscaldandolo.
-Non importa- sussurro per poi appoggiare le mie dita sulle sue.
Rimanere lucida è stata tra le cose più innaturali che abbia mai fatto, ma non c'era altra soluzione.
Quando mi hanno sparato Ian non ha mostrato nemmeno un segno di insicurezza.Adesso sento una voragine nel petto e temo che possa risucchiarmi.
Ho paura che il tempo per piangere mi sia appena stato strappato dalle mani; un dono che non ho mai usato.
-Hai scoperto qualcosa sull'uomo?-
Scuoto la testa, non aveva nulla con sé oltre l'arma.
Potrebbe essere la stessa persona che mi ha sparato in hotel.
-Pensavo avessero smesso di cercarci- sospiro realizzando che era solo una stupida illusione, ci siamo lasciati abbindolare da una vita normale, che non è mai realmente iniziata.-Lasceremo la casa questa sera- annuncia il ragazzo con un tono deciso, è come tagliarsi un dito, bisogna farlo in maniera secca e veloce, ma di certo il dolore si prova comunque.
Mi stavo abituando a questo posto: la fretta di Chloe la mattina, i sorrisi affettuosi della madre, il suono dei saltelli entusiasti di Celine, la rumorosa cena tutti insieme e dormire ogni notte vicino al corpo di Ian.
-Cosa vogliono da noi?- le parole aleggiano nella stanza, sono così pesanti che potrebbero condensarsi davanti ai miei occhi.
-Ho calcolato una serie di ipotesi, la più probabile è che non vogliano far sapere del loro progetto- risponde secco, ci sono troppi elementi che non sappiamo.
-Ciò che è della Base rimane della Base- commento amareggiata.
Storce leggermente le labbra come se non volesse pensarci, poi toglie la mano dal mio ginocchio, riuscendo a sfuggire alla mia presa.
Le ore insonni amplificano quasiasi emozione cerchi di provare, questo gesto il mio cuore lo vede come un tradimento.
Forse non avrei dovuto parlargli, magari non era pronto.
Oppure ho fatto qualcosa di sbagliato.
Fantastico, sono dieci ore che non provo nulla e la paranoia è la prima a fare capolino.-Ti accompagno a letto, hai bisogno di dormire- fa per alzarsi ma lo afferro per il polso in una morsa più stretta del previsto.
Sto esagerando.
Ian non è arrabbiato con me e non si sta allontanando, probabilmente è tutto nella mia testa.
-No- scuoto il capo decisa, è quasi inconcepibile in questo momento, so solo che non posso lasciarmi andare.
Le sue mani calde si posano sulle mie spalle, forse per rassicurarmi oppure per convincermi al suo volere.
L'ultima ipotesi diffonde un senso si paura per il mio corpo.
-Alexa, ascoltami. Non sei lucida, hai bisogno di riposare- nonostante stia sussurrando il suo tono di voce è chiaro e sicuro, arriva alle mie orecchie in maniera così netta e decisa da farmi sussultare.
Perchè mi sto comportando così?
Non sono paranoica, non lo sono mai stata.
-Hai ragione- mi costringo ad annuire, non posso continuare così, non riesco nemmeno a fidarmi di Ian.
Appoggio la testa sulle sue gambe e mi distendo sul pavimento, accovacciandomi per rientrare in quel piccolo spazio caldo che avevo creato stando seduta.
-Sei sicura di non volere andare in camera?- solo adesso riesco a cogliere la sfumatura dolce nelle sue parole.
Rimango in silenzio con gli occhi spalancati, credo di avere esaurito pure la forza di reagire.
Ci avrebbero ammazzati del sonno.
Nessuno di noi due si sarebbe svegliato più, un po' come soffocati nei pensieri della sera precedente.
Non credo riuscirò più a dormire da sola.
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Progetto 27|| Broken World
Paranormal[Secondo libro della trilogia] Conseguenze. Sono quelle che devi subire dopo aver rotto qualcosa. La prima domanda é: ne é valsa la pena? Non cercate questa risposta, rimanete con i pezzi conficcati nel palmo della mano, in modo da ricordare cosa...