Capitolo 29

1.9K 125 31
                                    

Ian

-Ian, ti prego, stai fermo!- la disperazione ironica di mio fratello lo accompagna mentre armeggia con la cravatta intorno al mio collo.
Non ha ancora finito e già mi sento un animale legato, una bestia da tenere al guinzaglio.
Eppure, come con ogni gabbia troverò il modo di piegarla a mio favore.
-Potresti uccidermi con questa cosa- mormoro in risposta, ho osservato i suoi gesti, seppur veloci e sicuri credo di essere in grado di ripeterli, nello sfortunato caso in cui mi capitasse di indossare di nuovo una cravatta.
-Oh questo sarebbe interessante, in seguito prenderei il tuo posto, tanto chi la nota la differenza?- ride mentre esamina il suo lavoro con il nodo, quando sembra soddisfatto si allontana.
Effettivamente potrebbe essere interessante.
-Bè, vediamo allora. Vestiamoci uguali- lui si blocca nel prendere la giacca, sorpreso da questa proposta.
Oh Drew, è come se ti conoscessi da una vita.
-Certo che se fai così ti scoprono subito- commento porgendogli la mia stessa giacca nera.
Non è nulla di particolare, anzi, il modello più semplice che abbiamo trovato, in due colori diversi, per essere distinti.
E se in realtà non volessimo?
-Non lo so, Ian. Non è quello che vogliono..- guarda riluttante l'indumento che stringo in mano.
-Ed io voglio prendermi gioco di loro- mi siedo non molto distante da lui, spero che non distolga lo sguardo.
Non lo sto facendo solo per il puro desiderio di divertimento, ma penso che lo aiuterà, che ci aiuterà.
-Tu, invece, che cosa vuoi?- inclino la testa aspettando che ceda, sono sicuro che lo farà.
Gli scappa un sospiro ed afferra la giacca.
-Come faccio ad essere te?- mi dà le spalle mentre si controlla allo specchio, sta cercando tutti i piccoli dettagli da sistemare.
-Sii meno gentile-
Si volta di scatto contrariato.
-Pensi che io sia troppo gentile?-
Non riesco ad annuire senza ridere, ho finalmente trovato il senso a questa inutile festa.
-Non devi pensare a come sei realmente, ma come vuoi che gli altri ti vedano, a come conviene ti vedano-
Il ragazzo si avvicina a me, interessato, vuole solo conoscermi meglio.
- E poi devi essere meno sicuro sull'orientamento, so di essere intelligente ma sembrerebbe improbabile che in qualche giorno io sappia esattamente dov'è collocata la lavanderia.- scuote il capo, sembrava più facile nella teoria.
Ma voglio davvero riuscirci.
-Tu piuttosto, come farai a sembrare me?-
-Mi basta fare il soldatino di piombo, non c'è molto altro- in risposta mi arriva un cuscino dritto in faccia.
-Questo è quello che intendo quando dico meno gentile- lo ribecco restituendogli il cuscino; è la buona volta che riesco a farlo sciogliere.
Sembra costantemente tenuto in piedi da delicatissimi fili, in bilico continuo tra cadere e rimanere in piedi.
-Se qualcuno ti provoca, rispondi con altrettanta malizia- sto per aggiungere altro alla mia lezione di vita quando vengo interrotto dal bussare flebile alla porta.
Balzo in piedi spinto dalla curiosità di mettere in atto il nostro piano, potrebbe essere una prova generale.
Rivolgo uno sguardo verso il mio gemello, solo per avvisarlo, pronto o meno sarà tirato nei giochi.
-Scusate il disturbo signorini, sono stato incaricato di accompagnar- si paralizza, i suoi occhi spalancati sono la parte migliore.
La sua immobilità dura solo qualche secondo, poi le sue pupille scattano frettolose da un corpo ad un altro.
Sentendoci esaminati entrambi raddrizziamo la schiena, quasi contemporaneamente.
-Siete..beh..uguali- anche la voce sembra esser venuta meno.
-Senza offesa- si affretta ad aggiungere inciampando sulle sue stesse parole.
-Nessuna offesa- rispondo affabile, mi sento la caricatura di me stesso.
-Parla per te- borbotta Drew alzando gli occhi al cielo.
Cristo, sono io.
Lo vedo chiaramente dall'esterno, non pensavo mi avesse osservato così bene.
Il maggiordomo sembra ancora confuso, talmente perso da aver dimenticato ogni incarico.
Lo rassicuro che andremo nella sala principale ad attendere gli ospiti, non c'è bisogno che spenda il suo tempo per noi.
-Ho passato tutta la vita a prendermi cura di lei, signorino Drew, non se lo dimentichi!- mi ribecca divertito mentre rivolge uno sguardo malinconico a quello che crede essere Ian.
Mi sarebbe piaciuto conoscerlo da piccolo, forse l'avrei fatto impazzire ma penso che mi avrebbe voluto bene.
È un po' tardi adesso.

Progetto 27|| Broken WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora