Alexa
Non riesco a smettere di tremare.
Sono stata inghiottita da un oscuro presagio, sento venti sferzanti colpirmi continuamente, distraendomi dal bagliore di un pensiero lucido.Mi alzo di scatto, spinta da una forza istintiva.
Il mio sguardo corre ad Ian per assicurarsi che non si sia svegliato.
È passata solo una settimana da quando ha smesso di manipolare le mie visioni ed io ho dormito pochissimo.
Sono massacrata da scenari apocalittici e voci rauche che mi sussurrano malignità.
Cerco di regolare la respirazione, appena mi sarò calmata tornerò a dormire.
Questo buio soffocante non mi aiuta a rilassarmi, il mio cervello la vede come un'ottima occasione per proiettare le visioni all'ambiente che ho intorno.
Non riesco a scrollarmi di dosso questa brutta sensazione, sembra essere diventata parte integrante del mio corpo.La mia schiena viene lambita dolcemente, provocandomi un irrigidimento istintivo.
Impreco sottovoce, non avrei dovuto destarlo.
La mano del ragazzo continua ad accarezzare decisa la mia pelle, le sue unghie corte sfiorano la zona della colonna vertebrale.
Quando inizio ad avvertire un delicato calore provenire dai suoi polpastelli mi scosto il più velocemente possibile.
Questa non può essere la soluzione ai miei problemi, non voglio ancora il suo aiuto.Il ragazzo mi tira il braccio, riuscendo a trascinarmi senza molto sforzo distesa accanto a lui.
L'unica cosa che posso fare è schiacciarmi contro il suo corpo, alla ricerca di tranquillità.
Mi accarezza i capelli sistemandoli dietro le orecchie; questo gesto mi permette di concentrarmi solo sulle sue mani, non lasciando spazio ad altro.
-Sei al sicuro, ci sono io- sussurra prima di baciare la mia fronte.
-Sarei più tranquilla con una pistola in pugno- gli confesso mentre chiudo gli occhi, forse adesso riuscirò a dormire fino al mattino.
-Ti hanno mai detto che il romanticismo non fa per te?- la sua domanda retorica è accompagnata da un tono divertito, posso anche immaginare il sorriso formarsi sul suo volto.Proprio nell'istante in cui sento le mie palpebre rilassarsi, quando non sono più forzate a rimanere serrate, sento uno scricchiolio.
Il chiaro suono dei cardini cigolanti di una porta.
Sposto lo sguardo nella direzione in cui è posizionato l'ingresso alla camera, aspettandomi Celine o semplicemente il un soffio di vento che ha scostato la porta socchiusa.
Ma se la porta si fosse aperta avrei visto almeno uno spiraglio di luce accecante, invece è tutto immerso nel buio.
Ho una brutta sensazione.Senza pensarci troppo mi scosto dalle coperte e con passo incerto mi avvicino alla maniglia, l'istinto mi costringe a girare la chiave nella toppa.
Improvvisamente sento il petto più leggero, tutto quello che mi turbava prima sembra essere evaporato.
《Hai scelto di proteggerti, ottima mossa》
Una voce bassa e profonda si fa largo nella mia mente; nonostante ogni volta cambi, so a chi appartiene.
《Pensavo sarebbe finita qui, peccato》
Scuoto violentemente il capo per allontanarlo, lo strapperei via dalla mia testa se potessi.Ian accende la lampada posata sul comodino vicino al letto; la luce mostra il suo viso ancora assonnato, i capelli scompigliati ed arruffati.
-Sto bene- esordisco prima che formuli qualche domanda sul mio comportamento che va oltre il paranoico.
Nonostante le mie parole decide di alzarsi e camminare a passi lenti verso di me, sento perfettamente il suono dei suoi piedi nudi attraversare la camera.
-Non perderò tempo a chiederti cosa succede, perchè so che non riusciresti spiegarmelo- evita di guardarmi, osserva l'orologio posizionato sotto la lampada.
3:30
Appoggia la fonte sulla mia e mi afferra il viso facendo una leggera pressione sulla mascella.
-Di solito sarei entusiasta se una ragazza chiudesse a chiave la porta della camera, ma non credo sia questo il caso-
Non riesco a controllare il sorriso che si dipinge sul mio volto che poi si trasforma in una risata liberatoria.
Gli aggiusto i capelli come posso, non riesco a smettere di sorridere; la paura e le voci sono andate via, desidero solo continuare a parlargli.
-Io davvero non capisco come devo fare con te, dico cose romantiche e non le apprezzi, appena mi lascio scappare qualche cazzata mi riempi di attenzioni- sbuffa divertito, ha interpretato bene il mio silenzio, era un invito a continuare a distrarmi.
Il carattere di Ian è così duttile da riuscire ad sfruttare quando necessiario anche le minime sfumature del suo temperamento in una caratteristica preziosa per la situazione in cui si trova.
-Tutti riescono ad essere romantici- cerco di giustificarmi mentre poso il pollice sul suo labbro inferiore; vengo attraversata dall'impulso di baciarlo, eppure ho quasi l'impressione di dovergli chiedere il permesso.
-Invece le cose stupide le dico solo io-
La sua lingua inumidisce il labbro e di conseguenza anche la punta del mio dito.

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Progetto 27|| Broken World
Paranormal[Secondo libro della trilogia] Conseguenze. Sono quelle che devi subire dopo aver rotto qualcosa. La prima domanda é: ne é valsa la pena? Non cercate questa risposta, rimanete con i pezzi conficcati nel palmo della mano, in modo da ricordare cosa...