Alexa
-Vi mostrerò la vostra stanza- una cameriera con un viso dolce e rotondo appare davanti a noi, pronta per compiere l'incarico.
-Grazie- nonostante la voce di Ian sia gentile e quasi riconoscente, so che odia essere accompagnato in giro.
È una cosa temporanea, dobbiamo solo abituarci.
-Scusami, potrei parlarti?-
Drew si tortura le mani, non riesce proprio a nascondere il nervosismo.
-Certamente- gli sorrido in maniera spontanea, al contrario del mio compagno non provo nessun astio nei suoi confronti.
Rivolgo lo sguardo verso Ian, sembra perplesso, mi guarda per un istante alzando un sopracciglio; poi lascia la stanza accompagnato da un lungo sospiro.
Non è stata la migliore delle mosse chiedere di voler parlare con me proprio davanti a lui.
-Non fissarmi così, so di aver fatto qualcosa di stupido. Alcune volte sono troppo impulsivo- si gratta la nuca cercando di alleviare la tensione, da quando siamo entrati in casa sua deve essersi sentito sotto pressione.
-Non importa, parlerò io con lui più tardi- cerco di rassicurarlo, non voglio che il mio sguardo lo intimidisca.
-Camminiamo, ti prego. Non so da dove cominciare, non ti conosco nemmeno-
Apre la porta di legno che separa la sala da pranzo dal salotto, inivitandomi a passare prima di lui.
Ian trova la sua educazione sospettosa ed effimera, io credo sia solo la conseguenza di un'infanzia molto rigida. I suoi gesti sono automatici, come se non concepisse altre alternative.
-Sono Alexa Evans, vengo dalla Base e il mio talento consiste nel vedere il futuro-
Forse una classica presentazione potrebbe farlo sentire più a suo agio, sembra avere così tanto da raccontare.
Mi accorgo che è la prima volta che dichiaro di avere un talento, non mi sono mai presentata in questo modo alla Base.
-A pranzo hai detto..- lo interrompo con un cenno della mano.
-Non mi piace parlarne, è una storia un po' contorta- alzo le spalle, spero che capisca.
-Non eri obbligata a dirmelo- sottolinea abbozzando un sorriso; noto che per la prima volta posso scorgere sul volto di Ian, anche se non è proprio il suo, sentimenti come l'imbarazzo e l'insicurezza.
-Mi andava di farlo-Attraversiamo una stanza semplice, quasi spoglia. Non è riempita da estesi tappeti o mobili ingombranti; ospita solo un divanetto nero accostato ad un camino in pietra.
Capisco che tutto è così semplice proprio per far risaltare il gran numero di violini appesi ad una parete in fondo.
Mi avvicino attratta da questa disposizione.
Saranno più di trenta, ognuno con caratteristiche differenti per forma, colore e probabilmente pure per tipo di corde.
Ne individuo uno con la cassa trasparente, riempita da lucine e rotelle, provo ad immaginare che tipo di suono possa emettere.
-Ti piacciono?- sembra improvvisamente rilassato, come se avesse appena realizzato di essere a casa sua.
Annuisco mentre tengo gli occhi fissi sulla parete, non voglio escludere dallo sguardo nessuno strumento.
La musica, arte sconosciuta per noi.
-Dimmi Alexa, che cosa ho sbagliato?-
Aspettavo questa domanda.
-Ian ha bisogno di tempo, sono successe delle cose ultimamente. Vi siete incontrati nel momento sbagliato- mormoro mordendomi il labbro, non posso nemmeno immaginare come si sente.
So quanto l'atteggiamento del mio compagno possa nuocere in profondità, le sue parole hanno questo potere.
-Sai, ho sempre immaginato questo giorno, lui invece non sapeva nemmeno della mia esistenza. Non ha mai sentito la mia mancanza, non ha mai immaginato la nostra infanzia insieme- il suo tono è così fragile che posso sentirlo spezzarsi piano piano.
-Posso capire se non prova nulla per me, sono poco più di uno sconosciuto-
È così dolce.
Ma in questo modo verrà schiacciato dal carattere del suo gemello.
Sono quasi costretta ad intervenire.
Gli afferro le spalle con forza, l'altezza mi ostacola come sempre, ma cerco di non darlo a vedere, sono decisa a portare a termine il mio discorso.
-Devi mostrare ad Ian questa parte di te, anzi, devi arrabbiati perchè lui ti ha trattato male. È una testa dura, ma questo lo aiuterà a capire-
Ian vive di emozioni, più sono forti più lui le nota, è l'unico modo per essere presi in considerazione.
Drew sorride ed abbassa lo sguardo in cenno di assenso.
-Alcune volte riesce a pensare solo a se stesso- mollo la presa, sperando di non essere stata troppo invadente o dura.
-Grazie, Alexa- sussurra posando gli occhi sul mio viso con una nuova espressione, riconosco quasi una scintilla simile a quella di Ian.
Che si somiglino più di quanto io pensi?
-Gli parlerò, se sono fortunata mi ascolterà per i primi due minuti- alzo gli occhi al cielo consapevole della bugia.
Saprà già quello che gli devo dire ancora prima che io entri in stanza.
È una situazione difficile e forse non dovrei mettermi in mezzo.
Ho già provato ad intervenire e mi ha quasi ignorato.
Un passo falso potrebbe costarmi troppo caro.
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Progetto 27|| Broken World
Paranormal[Secondo libro della trilogia] Conseguenze. Sono quelle che devi subire dopo aver rotto qualcosa. La prima domanda é: ne é valsa la pena? Non cercate questa risposta, rimanete con i pezzi conficcati nel palmo della mano, in modo da ricordare cosa...