Alexa
Intorno a me aleggia un silenzio terrificante, uno di quelli feroci, che dilaniano la tua pelle senza che tu possa fare nulla; uno di quelli così sottili che ti entrano nella testa.
Le coperte mi stritolano in una morsa di cui non sono sicura di volermi liberare; restando nel letto potrei essere al sicuro.
Non so da cosa lo intuisco, ma è una visione.
Più tempo mi soffermo a guardare la stanza e più me ne convinco, non vedo altra scelta se non quella di assecondare gli eventi.
Il mio passo stentato è la prova che ho paura; fino a poco tempo fa credevo che il mio talento non avrebbe potuto farmi del male, evidentemente mi sbagliavo.
I miei piedi scalzi incontrano qualcosa di bagnato e viscido.
Non voglio sapere cos'è.
Concentro la mia agitazione in un respiro profondo e mi faccio strada nel buio della camera, che nella realtà è molto più piccola.Quello che vedo in corridoio mi spiazza, non per la scena cruda a cui sono costretta ad assistere, ma per il fatto che non c'è nessun corpo.
Il sangue ricopre abbondantemente le pareti, è così fresco che delle goccioline ancora cercano una via d'uscita verso il pavimento.
Ma nessun cadavere.
Questo scenario mi è così inutile che non capisco a cosa possa servirmi.
Avevo già visto del sangue in una visione, ma se non so a chi appartiene come faccio ad impedirlo?
La mia freddezza mi sorprende, avrei dovuto mettermi ad urlare, piangere o essere inorridita da tutto questo, ma non ci riesco.
È una visione, non la realtà.
Potrebbe essere un'esagerazione, un delirio della mia mente o una paranoia.Il salotto è in uno stato simile al corridoio, quadri coperti da scie rosse e utensili abbandonati in angoli improbabili.
Una serie di orme scarlatte compare macchiando il parquet lucido.
Appoggio i miei piedi su una delle tracce che sono comparse e noto che combaciano perfettamente, non mi resta che seguirle.Indugio davanti alla stanza di Chloe, dentro immagino il peggior scenario possibile. La mia mente rivede velocemente scene atroci, corpi senza volto distesi o budella nascoste sotto il letto, come per prepararmi a quello che vedrò.
Eppure la camera sembra quasi più pulita delle altre, il sangue non manca sul tappeto bianco e soffice, adesso unto e sporco, o sugli scaffali, rivestendo i libri ordinati.
La porta si chiude con un tonfo sordo, facendomi rabbrividire.
Non riuscirò ad uscire facilmente.
Inizio a tirare la maniglia varie volte, ma è come bloccata.
Cosa c'è di così importante da vedere in questa stanza?Il grande specchio emette un luccichio, come se fosse stato colpito da un fascio di luce, cosa che non è assolutamente possibile, le serrande sono abbassate.
Mi avvicino con cautela, è tutto così surreale che quasi mi aspetto che qualcosa possa uscire dalla superficie riflettente.
Sussulto quando riesco a scorgere il mio aspetto.
Il mio viso pallido è abbellito da due occhiaie perfettamente visibili, contornato da i miei soliti capelli castani, i quali terminano sopra una giacca di pelle nera.
Ho qualcosa di diverso, ma non riesco ancora a capire di che si tratta.
Avvicino esitando la mano allo specchio, come se potesse succedermi qualcosa.
La mia immagine fa la stessa cosa, ma quando tocco la superficie, non è fredda, bensì posso percepire il calore di un corpo umano.
-Chi sei?- sussurro, non sono sicura che possa sentirmi.
Lei solleva le sopracciglia, forse non ha capito.
-Sono te- ribatte, il suo tono di voce è così sicuro che mi manda in confusione, forse anche più della sua risposta.
-Mi somigli poco- le faccio notare, ho uno strano desiderio di dimostrarle che anche io posso essere decisa come lei.
-Già anche tu, mi preferivo prima- sospira e distoglie un attimo lo sguardo, come se vedermi le facesse del male.
-Sei così...- Non riesco a completare la frase, non c'è un aggettivo adeguato, vederla mi provoca una serie di emozioni contrastanti. Il suo sguardo duro è in contrasto con i lineamenti delicati del viso.
-Bella? Dicono che il ruolo che ho dovuto rivestire mi ha reso più affascinante- si sforza di sorridere, ma sembra più una smorfia.
Sì, è bella, nonostante le occhiaie i suoi occhi sono vigili e brillanti, la aiutano a rendere la sua espressione indecifrabile.
Parlare di me in terza persona mi viene così facile, soprattutto guardandola.
-Perchè sei nella mia visione?-
-Fammi qualche domanda, magari posso fornirti delle risposte utili- anche se la sua espressione fa intuire il contrario.
-Sei viva?- dopo tutto questo sangue ho paura di star parlando con un fantasma.
-Sì, tranquilla, continuo a scamparla. Nessuno vuole un brutto finale, ricordi?- si lascia scappare un sorriso malinconico, sembra sull'orlo di una crisi.
Non voglio sentire quella frase, riesce a farmi impazzire, si ripete nella mia mente un numero infinito di volte.
-Cosa significa?-
-Principalmente non morire, cadi tu e si spezza tutto. Credo di essere arrivata alla fine dei giochi ormai- si morde il labbro inferiore, ho l'impressione che sappia cosa le aspetterà.
-Dov'è Ian? Cosa ti è successo?- ho così tante domande, più so e più ho speranze di sopravvivere.
-Ascoltami bene, l'unica cosa che ti interessa sapere è che siamo tutti vivi: Ian, Renee, Adam e Nicholas-
Non capisco, cosa c'entrano loro? Credevo che sarebbero rimasti alla Base.
-Non puoi dirmi altro, vero?- guardo prima il suo volto e poi le nostre mani, ho l'impressione che togliendola, il nostro collegamento finirà.
-È meglio di no- mi rivolge uno sguardo serio.
Prima mi sprona a farle delle domande e poi ammette di non volermi dire altro. Allora perchè le sto parlando?
Chissà cosa ha passato.
-Hai qualche consiglio per la mia situazione attuale?- Rimango sorpresa dalla mie parole, non sono sicura di sapere cos'è il presente.
Non mi sono mai fermata a pensare invero significato di questo termine, ma davvero mi importa? Io vivo mai nel presente?
-Non voltare le spalle ad Ian, non lo merita- rimane in silenzio a riflettere sulle sue stesse parole.
Dovrò davvero pensare a questa eventualità?
- E digli che lo ami, ha bisogno di saperlo- Questa frase mi colpisce, non può chiedermi una cosa del genere.
Sa che non sono pronta per pronunciare queste parole, non comprendo nemmeno un quarto del loro significato. La me del futuro non può venire qui a stravolgermi la vita solo per colpa di alcune sue decisioni sbagliate.
Delle immagini scorrono velocemente nella mia testa, la pioggia, Ian, la voce del Futuro ed il mio corpo inerte. Devo tornare nel mondo reale.
-So che non lo farai, non ora- mi ribecca quasi delusa. Non sono il suo burattino, i suoi errori potrebbero non essere i miei.
-Come fai a parlare con me? Io sono il tuo passato- Questo incontro mi sta mandando in confusione, una parte di me vuole smettere tutto e svegliarsi, mentre l'altra ha una fame famelica, vuole sapere il più possibile.
-Probabilmente è più una cosa a senso unico, il passato non ci compete, no?- Per una volta sorride sinceramente, ma poi il suo sorriso viene spento da una strana espressione, per un attimo temo che possa svenire.
-Tutto bene?- guardo il suo corpo contorcersi senza poter fare nulla per aiutarla.
-No, ma ci sono abituata- si riprende in fretta e torna a guardarmi come se non fosse successo nulla, come se non stesse soffrendo. Non voglio diventare così.
-Sii forte- è l'unica cosa che riesco a dirle.
-Lo sono, anche più di te- poi allontana la mano, sparendo così come è apparsa.
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Progetto 27|| Broken World
Paranormal[Secondo libro della trilogia] Conseguenze. Sono quelle che devi subire dopo aver rotto qualcosa. La prima domanda é: ne é valsa la pena? Non cercate questa risposta, rimanete con i pezzi conficcati nel palmo della mano, in modo da ricordare cosa...