Alexa
Mi ero ripromessa che avrei fatto tutto da sola.
Non per presunzione, ma per necessità.
Adesso voglio semplicemente ritirare tutto quello che ho detto e correre da Ian.
Potrei assumere la sostanza e poi raggiungerlo, non saprà mai che cosa ho fatto, ma almeno non sarò sola.
Avrò qualcuno da stringere quando le ossa inizieranno a dolermi e la testa sembrerà per scoppiare.
Avrò davanti qualcuno per cui vale la pena soffrire.Ma l'unica cosa che ho, è la certezza assoluta di non morire.
So che sopravvivrò, non so a che costo nè in che modo, ma riuscirò a farcela.
Non c'è nulla da temere.Le mie gambe sono pronte a scattare, posso correre da Ian, posso scegliere di non essere sola.
Quanto sono ridicola.Cerco di soffocare in gola l'urlo, il quale si è trasformato in una specie di rantolo. La fretta di zittire i miei pensieri ha guidato bruscamente il mio braccio nel momento dell'iniezione.
La pelle indolenzita è già diventata rossa, pizzica leggermente.Poggio la testa al muro, gli occhi chiusi, la presa sulla siringa cede in automatico, sembra così pesante.
Attraverso un respiro profondo controllo la situazione fisica del mio corpo; ogni cosa pare funzionare bene.
Solo il battito del cuore è accellerato, ma immagino sia per la paura.
Devo solo calmarmi.Ho poco tempo, la riunione stava già per concludersi quando io vi partecipavo, non so a che punto siano adesso.
Ian potrebbe venire a cercarmi.
Spero solo che il cameriere non-Uno spasmo violento attraversa il mio corpo, abbattendosi come un'onda sugli scogli.
Lo sento in gola, posso avvertirne il sapore.
"Il tuo corpo cercherà di espellerlo per proteggersi, non devi assolutamente permetterlo" le parole di Kira mi rimbombano nella testa, posso udirle a stento oltre il dolore.
Speravo di scamparla senza soffrire, invece migliaia di spilli sembrano essersi conficcati nella mia pelle.
Dall'interno.È come se mi stessi autodistruggendo, il mio corpo non può contenere tutto questo.
I crampi sono insostenibili, troppo violenti per riuscire a respirare.
Mi manca il fiato, ogni azione è ostacolata da un nuovo malessere, da una nuova tortura.
Come faccio a sopravvivere se non riesco nemmeno a prendere aria?
Annaspo inutilmente sul pavimento lucido, non so cos'altro fare.
Il mio corpo si rannicchia, piega, contorce, solo per trovare una posizione in cui il dolore si plachi.
Il cuore si sta dibattendo con forza, ha paura di esser colpito anche lui da questi spasmi.
Se sopravvivo a tutto questo, potrò definirmi invincibile.Riesco a rotolare fino al divano in velluto blu, sarebbe stupido anche solo provare ad issarsi lì sopra.
Mi basta afferrare la struttura inferiore di legno, anche solo per avere un punto saldo a cui agganciarmi, sul quale depositare il dolore.Non posso farcela, il mio corpo è troppo debole per poter reggere.
Il mio braccio bianco sembra quasi la custodia trasparente delle mie vene, visibili come non mai.
Ogni sistema del mio corpo sta cedendo.La porta si spalanca, il suono stride nella mia testa, ripetendosi ancora e ancora.
Tra tutti i brividi che posso percepire, c'è uno che distinguo chiaramente: la paura di esser scoperta.
E non riesco più a trattenere le lacrime.-Alexa, che stai...- la sua frase rimane a mezz'aria, se non avessi la vista appannata potrei vederla chiaramente.
Scorgo la figura di Ian raggiungermi e un tonfo scomposto segna che si è inginocchiato vicino a me.
-Hey, tutto bene? Che cosa è successo?- le sue braccia mi sollevano per quanto possono, sostenendo il mio peso.
-Scusa, Ian-
-Io non sono...-
-Volevo dirtelo, davvero, ma sapevo che non saresti stato d'accordo- le mie parole vengono seppellite dai singhiozzi, nemmeno io riesco a capire cosa sto dicendo.
La mia voce è troppo flebile rispetto al dolore fisico, non riesce a sovrastarlo.
-Ti prego, non odiarmi- cerco di afferrare la sua mano, tasto in giro alla cieca nel tentativo di trovarla.
Mi stringe a sé delicatamente, alcune volte mi accarezza per calmare i brividi, i quali mi impediscono ogni movimento.
Mi bloccano in una paralisi, ma il tremore continua a ricordarmi che i miei arti sono ancora lì, sfuggiti al mio controllo.
-Dobbiamo far venire qualcuno, hai bisogno di un medico- il suo tono preoccupato mi fa venire il mal di testa.
Avevo torto.
Non avrei voluto che mi vedesse così.
Io sono quella che regge i colpi per entrambi, quella che rischia tutto, quella che è disposta ad uccidere.
Di sicuro non sono questa.
-Sono così stanca, Ian- la nausea torna a cadenze regolari, spera che prima o poi io ceda.
-Non chiudere gli occhi- picchetta con la dita la zona dei miei zigomi cercando di far reagire le palpebre.
-Sono stanca di lottare, di continuare ad affrontare situazioni più grandi di me. Non so per quanto potrò sostenere questo peso- ogni parola che esce dalla mia bocca è una fitta diretta al mio cuore, ho paura che collasserà da un momento all'altro.
-Siamo al sicuro qui- mormora accarezzandomi i capelli, il suo tocco è quasi impercettibile.
-Non siamo mai veramente al sicuro, io l'ho visto- mi indico gli occhi con un dito.
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Progetto 27|| Broken World
Paranormal[Secondo libro della trilogia] Conseguenze. Sono quelle che devi subire dopo aver rotto qualcosa. La prima domanda é: ne é valsa la pena? Non cercate questa risposta, rimanete con i pezzi conficcati nel palmo della mano, in modo da ricordare cosa...