Alexa
Sollevarmi dal corpo di Ian senza svegliarlo è stata tra le cose più difficili e ansiogene che io abbia mai fatto.
Il terrore costante di colpirlo faceva tremare i miei arti, costringendomi a riflettere diversi minuti su ogni movimento.Lo osservo per l'ultima volta; il suo volto sembra finalmente rilassato, capace di ignorare nel sonno tutti gli ultimi avvenimenti.
Vedere le sue labbra schiuse, i capelli neri scombinati che risaltano sul suo corpo candido, mi lascia sempre senza parole.
Ripenso alle ustioni di ieri, a quanto io abbia sentito il loro dolore nonostante la pelle non fosse la mia.
Le mani sono un punto facilmente notabile, tutti vedranno quei segni e si renderanno conto che lui non è perfetto come sembra.
Quelle bruciature rosse mi fanno così arrabbiare, avrei potuto stargli più vicina.
Ma so bene che la verità è diversa: non posso essere ovunque sia lui e non potrò proteggerlo sempre.
Sicuramente riuscirebbe a cavarsela anche senza di me.
Non voglio diventare troppo apprensiva, non a causa dell'omicidio di Celine, ma ho paura di non riuscire a proteggere coloro a cui tengo, anche se la cerchia dei miei affetti si è ristretta a tal punto che rimane solo Ian; a dire il vero non è mai stata molto popolata.
Adesso uscirò lentamente dalla stanza e farò due passi per pensare ad un piano; lascerò Ian dormire tutto il tempo di cui ha bisogno.Con il borsone in spalla, chiudo la porta delicatamente e procedo per l'uscita.
-Ehy tu- mi volto di scatto quando realizzo che in corridoio ci sono solo io.
Il ragazzo con i capelli rasati da un solo lato è appoggiato alla parete verdone.
-Buongiorno- dico tornando indietro per avvicinarmi a lui.
Non nutro emozioni negative nei suoi confronti, tra tutti sembra quello meno fuori di testa.
-Sono le undici, per essere dei fuggitivi siete un po' dormiglioni-
Gli rivolgo un sorriso colpevole, se c'è qualcuno che riesce a dormire più di me, quello è Ian.
Il ragazzo rimane quasi stupito dal mio atteggiamento, non si aspettava che fossi cordiale, glielo leggo in faccia.
-Cosa ti ha spinto ad abbassare la guardia? Ieri non mi avresti mai rivolto la parola- commenta facendo brillare il piercing tra le labbra.
Muovo qualche passo nella sua direzione, solo dopo che gli sono abbastanza vicina da rendere chiaro il concetto inizio a parlare.
-Io non ho abbassato la guardia, non lo pensare nemmeno per un secondo-
Lui mantiene un'espressione tranquilla anche se dagli occhi posso percepire un certo turbamento.
-Ma non significa che non debba essere gentile-
Nel mio volto si fa largo lo stesso sorriso che gli ho rivolto prima, lasciandolo stupito.
Ripercorro i miei passi riuscendo a raggiungere la porta che mi condurrà all'uscita.
-Se non torno tra un'ora, potresti farmi il favore di avvisare il mio compagno?- la mia voce è abbastanza alta da essere arrivata a destinazione.
-Sì, certo-
Sono stata diciannove anni sottoterra, ho bisogno di prendere aria.Una volta fuori, inizio a ricordare la strada che abbiamo percorso per trovare il locale.
Adesso le strette vie non sembrano lugubri ed inquietanti, sono solo un po' oppressive, a causa dei palazzi alti e grigi che le delimitano.
Senza accorgermene ho già girato intorno alla vecchia casa semi distrutta che corrisponde al nostro nuovo alloggio.
Non possiamo rimanere qui.
Oltre che i coinquilini sembrano i componenti di una setta, ho paura che qualcuno di loro possa vendere la nostra posizione.
Da dove prendono il denaro per vivere?Mentre mi guardo le scarpe pensando ad un nuovo piano, stanca di percorrere la stessa strada, esco dalla zona per lo più abbandonata per affrontare il corso principale.
Le macchine sfrecciano veloci accanto al marciapiede, quasi avvertendomi di non oltrepassarne la soglia.Caccio le mani nelle tasche e alzo lo sguardo verso le persone che mi passano vicino, nessuna di loro sembra far caso a me.
Molti sono concentrati sulle vetrine dei negozi, colorate e brillanti proprio come gli oggetti esposti.
Alcune ragazze si fermano a commentare il contenuto di una vetrina abbastanza grande e ricollegandola all'insegna posso intuire si tratti di un negozio di capi d'abbigliamento.
Le guardo ridere ed indicare gli abiti più carini, poi si allontanano tutte insieme.
Immagino a stento come debba essere vivere in questo modo, essere normali.
Devono preoccuparsi solo delle piccole cose quotidiane, studiare e svolgere qualche attività di svago.
Se fossi nata in questo mondo, sarei diventata così? Cosa avrei fatto? Che avrei studiato?
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Progetto 27|| Broken World
Paranormal[Secondo libro della trilogia] Conseguenze. Sono quelle che devi subire dopo aver rotto qualcosa. La prima domanda é: ne é valsa la pena? Non cercate questa risposta, rimanete con i pezzi conficcati nel palmo della mano, in modo da ricordare cosa...