Era inutile.
Non importava quanto ci provassi, non importava quanta forza ci mettessi ne quanto fosse indispensabile per il mio bene. Non riuscivo a non pensare a te.
Era estenuante. Straziante. Quasi malsano, delirante.
Non riuscivo ad evitare di chiedermi se fossi solo o se ci fosse qualcuno che non ero io tra le tue braccia.
Eri forse con lei?
Era forse lei la persona con la quale tornavi a casa, al sicuro, dopo una giornata passata ad esplorare il mondo?
Era inutile.
Per quanto tentassi, non riuscivo a smettere di chiedermelo, a smettere di pensarci.
Con chiunque fossi, era ovvio che non ero io.
E volevo dimenticare, ma sapevo non sarebbe stato possibile.
Volevo non pensarci, ma i ricordi e i pensieri erano troppo rumorosi nella mia testa per essere ignorati.
Volevo perdermi tra la gente e confondere la mia anima con quella degli altri per lasciarmi andare, ma avevo paura non sarebbe servito a nulla.
Volevo tante cose per tante ragioni diverse, ma tu sembravi l'unica fondata, l'unica reale.
Pensavo di amarti.
Sentivo di amarti con tutta me stessa, ma non ce la facevo più.
E fu proprio perché tutto era diventato troppo che entrai in quel locale quella notte. Volevo perdermi. Volevo perdermi dove la musica era troppo alta perfino per sentirmi pensare.
Buffo, ma fu proprio li che ti trovai.
Nel caos della mia mente.
Al centro del locale.
In mezzo alla folla.
Con lei.
Tra le braccia.
Ricordo che sorrisi. Sorrisi perché per me era inevitabile farlo ogni qual volta i miei occhi ti riconoscevano. Eri una calamita. Mi attiravi involontariamente a te, mi facevi sentire bene, mi facevi sorridere, ma il tutto finiva li. Io non c'ero. Era come se per te non esistessi.
Eri una calamita, si, ma eri corrosivo come una calamità naturale.
La musica era assordante.
Le persone attorno a me, troppo ubriache. La luce troppo soffusa. L'aria troppo satura di fumo.
Era come se non ci fosse ossigeno. Era come se te lo fossi preso tutto tu, per respirare la tua vita con lei e non con me.
Ricordo che mi bastò un minuto per ritrovarmi con un bicchiere colmo di una sostanza a me sconosciuta tra le mani, ciò che non ricordo, però, è come ci finì li quel bicchiere.
Ma in fondo non importava.
Volevo solo dimenticare, volevo non pensare.
E fu proprio per spegnere la ragione che portai il bicchiere alle labbra e, senza distogliere lo sguardo dai tuoi occhi, che continuavano a non vedermi, bevvi tutto il contenuto del bicchiere senza lasciarmi il tempo di pensare a quanto stupido fosse stato farlo.
Sentii il mio corpo leggero, troppo leggero.
Eppure la mia mente era ancora pensante, troppo pesante.
Mi guardai attorno, sperando di trovare qualcosa con cui distrarmi, ma vedevo te ovunque. Eri negli occhi di ogni ragazzo, nei sorrisi di ogni sconosciuto e nei gesti di ogni persona all'interno di quel locale. Eri in ogni dettaglio. In ogni più piccolo particolare.
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farewell
FanfictionE se per quel ragazzo sconosciuto la vita era una continua battaglia, per te era facile. Per te la vita era naturale, per noi un insieme di demoni pronti a oscurarla. [raccolta di poesie/pensieri]