Volevo il tuo corpo, non la tua mente.
Ma ogni volta che mi toccavi ti sentivo inevitabilmente pensare. E Dio, se faceva male.Bramavo il piacere, non la ragione.
Eppure ogni volta che ti riempivo, sentivo di non meritarlo. Come se ci fosse qualcosa di più e io quel di più non lo riuscissi a capire.Ero cieco e il piacere mi sovrastava.
Ero sordo e il sesso mi inebriava.
Ero perso e la vita non mi capiva.Sognavo il peccato e tu ostentavi purezza.
Come avrei potuto resistere? Come non cedere alla tentazione?
Ti prendevo e non riflettevo.
Ti baciavo e non ci pensavo.Eppure eri tu. Tu che riuscivi a spegnermi i pensieri facendomi pensare.
Eppure eri tu. Tu che riuscivi ad ascoltarmi pur non facendomi parlare.Quando mi baciavi mi aiutavi a respirare.
Quando mi toccavi mi portavi ad esitare.Ma io volevo il tuo corpo.
Non la tua mente.
Giusto?
E poi arrivò quel giorno.
Il giorno in cui mi resi conto di ciò che stavo facendo e ti lasciai libera.Ma era la libertà ciò che volevi? Era la mia assenza ciò che bramavi?
Passò del tempo. Eppure continuavo a non capire.
Com'era possibile che l'unico modo in cui riuscivo a non pensare al dolore era stando con te ma allo stesso tempo per non pensare non ti dovevo sfiorare?
La confusione mi annegava.
Lo sbaglio mi offuscava.
L'errore mi macchiava.Poi capii.
Volevo te.
Il mio corpo capì di volere il tuo.
La mia mente comprese di aver bisogno della tua.
E le mie mani delle tue. I miei occhi dei tuoi. E le mie labbra delle tue.Tutto ciò che ero ti voleva.
Tutto ciò che sono, ora ti vuole.
Ma tu non ci sei.
Ti ho dato libertà. Come biasimarti se ti sei lasciata trascinare da essa lontano da me? Forse nelle braccia di qualcun altro. Forse nelle labbra di qualcuno che non solo ti permette di pensare, ma vuole anche farti parlare per poterti aiutare.
E sono perso.
Perché ora voglio la tua mente, abbracciata dal tuo corpo.
Ora voglio i tuoi pensieri, immersi nella vita.Ma tu non ci sei.
Non ci sei più.
Poi ecco. D'un tratto bussano. Bussano alla porta.
Io corro ad aprire. Non ho tempo per pensare.
Non so se è la porta di casa o quella del mio cuore, ma io rispondo. Io la apro.E sei tu.
E so di non meritarti.
Ma grazie per esserci."Non riesco a non perdonarti", mormori con voce stanca.
E io ti ringrazio con la mente.
E io ti prego con l'anima.
E io ti abbraccio con il corpo."Prometto di meritarti, un giorno", rispondo.
E mai sono stato più sincero con me stesso, prima d'ora.
Ti prendo. Anima e corpo.
Ti guido pian piano. E ti aiuto a tornare, ma senza soffrire."E' sbagliato", sussurri troppo debole per resistere a ciò che di elettrico, disarmante e intenso c'è tra noi.
E io lo so che hai ragione. Lo so che è sbagliato.
Ma voglio essere egoista. Solo un'ultima volta.
"Non è sbagliato", sussurro sulle tue labbra. "E' umano."
E passeranno giorni. Mesi. Anni.
E non smetterò mai di darti ciò che meriti.
Ciò che hai sempre meritato.
Ciò che sono stato talmente egoista da negarti per troppo tempo.Perché so di non meritarti.
Ma grazie per esserci.
poem n. 26Sfumature diverse di una stessa storia.
Possibile?
C. 🦋
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farewell
FanfictionE se per quel ragazzo sconosciuto la vita era una continua battaglia, per te era facile. Per te la vita era naturale, per noi un insieme di demoni pronti a oscurarla. [raccolta di poesie/pensieri]