nonsense fear

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Ricordo la paura.

Quella perenne preoccupazione di non essere abbastanza

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Quella perenne preoccupazione di non essere abbastanza.

Quella malsana sensazione di non bastare mai.

Cercavo il tuo sguardo, perché avevo il terrore potesse perdersi.

Cercavo le tue mani, perché non volevo che dimenticassero il tocco delle mie.

Cercavo la tua bocca, perché speravo ricordasse il mio sapore.

Cercavo il tuo corpo, perché mi auguravo capisse che volevo fosse mio.

Passò del tempo. Tempo durante il quale fummo costretti ad imparare a conoscerci.

Non sapevamo nulla l'uno dell'altra nonostante entrambi ormai conoscessimo il sapore dell'altro.

Le nostre labbra erano il nostro primo incontro.

I nostri occhi il primo sorriso.

I nostri sorrisi la prima parola.

Ti avevo trovata soffocata da troppe anime.

Ti avevo vista. Ti avevo amata come mai avrei pensato di poter amare qualcuno o la vita stessa.

Avevo fatto di tutto perché tu mi riuscissi a vedere.

E l'avevi fatto. Mi avevi visto.

Ma ricordo la paura.

La paura corrodente che pur guardando me, vedessi lui.

Ogni tanto i tuoi occhi si perdevano e dovevo cercarli.

Si, li ritrovavo sempre e più luminosi di prima, ma avevo paura che quando non c'erano, era perché si perdevano a cercare lui in ricordi dei quali non facevo parte.

Quanto mi sbagliavo.

Ricordo che te ne parlai.

Ricordo che una sera trovai il coraggio di ammettere davanti al mondo quanto fragile e insicuro in realtà io fossi.

Ricordo che una sera trovai il coraggio di ammettere davanti al mondo quanto fragile e insicuro in realtà io fossi

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Davanti al mondo. Davanti al mio mondo. Davanti a te.

Ricordo la tua risata.

Ricordo le tue mani sul mio viso.

Ricordo la tua bocca sulla mia fronte e il tuo sorriso sulla mia pelle.

"Lo so", mormorasti semplicemente, abbandonando poi i tuoi occhi nei miei. "Lo so che la vita ti ha fatto male." Parole forti ma dolci. Dure ma delicate. Amare ma indispensabili.

E poi le tue mani furono nei miei capelli. Le mie a memorizzare ancora e ancora la forma del tuo corpo.

E poi le tue labbra furono sul mio collo, ad abbracciare la mia pelle macchiata d'inchiostro. Le mie fra i tuoi capelli ad amare una delle parti di te che preferivo.

E poi il tuo cuore batté nel mio petto.

E il mio nel tuo.

"Io non potrei mai farti del male", sussurrasti.

La voce tremante.

Una straziante verità nell'aria.

E io non te lo dissi, ma già lo avevi fatto. Già mi avevi fatto del male.

"Quando?" mormorasti.

E solo allora mi resi conto di aver lasciato che le parole uscissero finalmente dal mio petto, alleggerendomi l'anima e sbriciolando quel peso che da tutta una vita mi ero costretto a sopportare.

"Quando soffrivi a causa sua", risposi, ricordando con quanta sofferenza avevo dovuto sopportare il dolore che portavi negli occhi, al non poterlo avere con te.

Tu sorridesti. Io non compresi.

Le tue dita si persero a sciogliere la confusione dipinta sul mio volto.

"Non è mai stata colpa sua", dicesti, "ero semplicemente io, che stavo desiderando la persona sbagliata."

E fu allora che capii.

Avevo passato una vita cercandoti.

Una serata trovandoti.

Un secondo innamorandomi.

E ora?

Ora ho tutta una vita davanti per raccontarti di questo peso che sono finalmente riuscito ad annientare.

"Ti amo", mormoro sulle tue labbra.

Labbra che stanno ora sorridendo. Lo fanno spesso quando sono sulle mie.

"Ti amo", dici a tua volta.

O forse sono stato ancora io a ripeterlo, non lo so.

Perché?

Perché ormai siamo diventati una sola cosa. Una sola persona. Una sola vita. Una sola anima.

E la paura non c'è più. L'incertezza è scomparsa.

È rimasto solo il ricordo. Il ricordo del dolore. Il ricordo della sofferenza. Il ricordo dell'errore.

Quel ricordo che non può scomparire ma è giusto così.

Perché?

Perché sono i ricordi a renderci ciò che siamo.

E i nostri sono tanti. Sono troppi. Sono intensi.

Ma sono miei. E sono tuoi. E sono nostri.

E se sono nostri, come potrei non amarli?

In loro c'è una parte di te.

In loro c'è una parte di te

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poem n. 6

Potete vederlo come il tassello mancante del puzzle grazie al quale è nato questo libro.

Oppure no.

Sta a voi.

Spero vi piaccia.

C. 🦋

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