"Cos'è un uomo se non un mero riflesso della vita?
È l'ombra di qualcosa che non è abbastanza,
perché la vita stessa non è abbastanza,
se lo fosse, non esisterebbe la morte."Mormorai quelle parole quasi perdendole in un sussurro.
Gli occhi incatenati alle pagine sulle quali le avevo scritte.
Le mani ancora sporche d'inchiostro indelebile.
L'animo scettico di chi non è mai riuscito a capire a fondo la vita.
"E' per apprezzare la vita che esiste la morte." Una voce sconosciuta. Delle parole destabilizzanti.
Ricordo che alzai lo sguardo e vidi per la prima volta il tuo corpo in piedi di fronte al mio, seduto inerme ad un tavolino nel bar deserto di un'Università dimenticata dal mondo.
Mi guardasti e mi catturasti.
Pensai che la causa di quella mancanza d'ossigeno fosse il fatto che eri riuscito a sentire ciò che perfino il mio cuore aveva percepito come un sussurro. La realtà era invece che i miei sensi si erano persi nella tua voce fin dalla prima lettera che le tue labbra avevano pronunciato.
I miei occhi erano ormai naufraghi, persi all'interno del mare che era il tuo corpo. O il tuo spirito. O forse la tua anima.
"Posso?" chiedesti, indicando la sedia di fronte a me.
Annuii. O forse no.
Fatto sta che sorridesti e ti sedetti, allungando poi le mani verso il mio diario e racchiudendolo in esse quasi fosse il siero della vita stessa.
Buffo che al suo interno ci fosse tutto, meno che necessità di sopravvivenza, no?
Osservai i tuoi occhi divorare ogni parola vergata sulle pagine altrimenti bianche di quel pezzo di me dal quale mai mi separavo.
Curiosità. Divertimento. Bramosia. Illusione. Dipendenza. Scetticismo. Incredulità. Paura.
Il tuo sguardo trasmetteva tutto. Le tue labbra non raccontavano nulla.
Volevo sentire nuovamente la tua voce. Ero assetata e tu sembravi l'unico in grado di dissetarmi.
"Come può la morte essere necessaria alla vita?" ti chiesi, attendendo che quel suono roco che mi si era impresso nella mente, lasciasse nuovamente la tua bocca.
Tu schiudesti le labbra. Alzasti gli occhi ed incontrasti i miei.
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farewell
Fiksi PenggemarE se per quel ragazzo sconosciuto la vita era una continua battaglia, per te era facile. Per te la vita era naturale, per noi un insieme di demoni pronti a oscurarla. [raccolta di poesie/pensieri]