Droga

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Rimasi a fissare il muro della mia stanza per minuti, ore e appena sentii la porta di casa aprirsi, balzai in piedi impaurita, avevo chiamato i miei genitori.
Mia mamma non mi aveva risposto, come sempre ovviamente e mio padre aveva lasciato il telefono a casa, ma era tornato e sentivo quanto fosse arrabbiato, stava buttando tutto a terra e avevo paura, paura di ciò che potesse farmi, caddi a terra e mi rannicchiai su me stessa e poi sentii la sua voce.
"Dove sei puttana?" Delle lacrime rigarono il mio volto, guardai la porta della mia stanza e mi alzai per andarla a chiudere, ma non ne ebbi il tempo, era entrato in camera mia.
"Siamo soli" la sua voce era maliziosa.
Lo guardai negli occhi, cercando di fargli capire che ero sua figlia, ma lui mi diede uno schiaffo facendomi cadere sul letto, chiuse la porta alle sue spalle, con la chiave.
"Papà per favore" esclamai piangendo ma lui rise e cominciò a spogliarsi.
"Papà per favore, smettila. Harry sta male e tu vuoi violentarmi?! Ma che cazzo!" Esclamai sull'orlo di una crisi isterica, ma lui non mi ascoltò, non gli fregava un bel niente di me o di Harry.
Mi schiacciò con il suo corpo, cercai di dimenarmi con tutte le mie forza.
Ci stavo mettendo tutta me stessa per levarmelo di dosso, ma era molto ma molto più forte di me, non avevo forza.
Le sue mani andarono intorno al mio collo, i miei occhi erano rossi, non riuscivo a respirare da quanto stessi piangendo.
Una sua mano si tolse dal mio collo e mi sbottonò i pantaloncini, mi dimenai ma senza nessun risultato, non riuscivo a parlare ed ero spaventata.
Mi abbassò i pantaloncini e le mutandine ed entrò dentro di me.
"Non vedevo l'ora di farlo. Puttana. Ti voglio scopare da quando eri piccola"
Le lacrime scendevano senza sosta.
Le sue spinte erano forti, mi dimenavo sotto di lui e ricevevo solo schiaffi.
"Avrei voluto sverginarti io, piccola"
Mi faceva così schifo.
Chiusi gli occhi singhiozzando, mentre lui cominciava a spingere dentro di me senza mai fermarsi.

Appena finì si alzò da sopra di me e se ne andò via, continuai a piangere schifata da tutto.
La mia vita faceva schifo!
Mia madre era una puttana e in quel momento mi ci stavo sentendo anche io, mi alzai dal letto e chiusi la porta sbattendola, la chiusi a chiave.
Presi una lametta e guardai il mio braccio, poi scossi la testa sbuffando.
Avevo bisogno di droga.
Mi vestii velocemente e chiamai James che rispose subito:
"Ciao bellezza"
"James ho bisogno di te. Voglio qualcosa di forte. Qualcosa che mi faccia sballare sul serio" lo sentii dire qualcosa a qualcuno e poi ridacchiò.
"Certo bellezza, te la porto subito. Vengo sotto casa tua con un mio amico e tu fatti trovare giù" rispose per poi staccare, sapevo di star sbagliando, sapevo che non era la soluzione a niente ma il mio cervello non connetteva più.

Appena vidi una Mercedes parcheggiare, mi alzai dal muretto e James uscì dalla macchina.
Aveva una busta in mano, mi avviai verso di lui con le mani tremanti.
"William non deve sapere niente" dissi decisa e lui alzò le mani.
"Certo che no, come la paghi?" Chiese.
Non avevo soldi, lo guardai.
"Sono tua amica, per favore James. Ne ho bisogno, cazzo" lui mi guardò negli occhi e poi aprì la portiera dell'auto.
"Entra e fammi una sega, poi ti do tutto ciò che vuoi" deglutii scuotendo la testa, lo spinsi sconvolta.
"Ma stai scherzando?! Sono fidanzata"
"Non sono affari miei, Stephanie. O mi fai questa sega o prendi un altro che spaccia" rispose alzando le spalle.
Il mio cuore non connetteva più con il cervello, così salii in macchina e lui fece lo stesso, il suo amico mi guardò negli occhi e sorrise, scese dall'auto e venne dietro con noi, ero in mezzo tra loro due.
Avevo bisogno di quella droga, solo quella volta, William non lo avrebbe saputo, ne avevo bisogno.
Si abbassarono i pantaloni e i boxer e io li presi in mano.
Puttana.
Zoccola.
Troia.
Non meriti William.
Non meriti Phoebe.
Non meriti di essere felice.
Fai schifo.
Devi morire.
Falla finita di vivere.
Sentivo solo i loro gemiti e non me ne fregava un bel niente, mi dicevano di andare più veloce e lo facevo, mi dicevano che ero brava e non me ne fregava un bel niente.
Vennero e così il ragazzo scese dalla macchina ancora eccitato, presi la busta e scesi anche io.

Ero seduta sul mio letto, guardavo la busta, mi ero fatta una doccia ma quello che sentivo per me stessa non era andato via, mi facevo schifo.
Facevo schifo.
Afferrai un po' di erba, sospirai.

Erano le quattro del mattino ed ero fatta da fare schifo, ridevo da sola.
Tra poche ore mi sarei dovuta alzare, ma non me ne fregava un bel nulla.

Pov William:
Scesi in cucina e salutai mia madre che stava mangiando un cornetto con la crema, fatto in casa da lei, mi sorrise.
"Dormito bene?" Annuii sorridendole e cominciai a mangiare, il telefono le cominciò a squillare, così rispose e fece un sorriso, era mio padre e lo vedevo da come sorrideva mentre parlava.
"Si certo, te lo passo" rispose mia mamma e mi diede il telefono che guardai confuso, lo presi.
"Ciao papà"
"Ehi campione, come stai?" Chiese.
"Ma tutto bene, tu?" Domandai e finii la mia colazione.
"Il papà di Stephanie ha perso il lavoro, me lo ha detto Max. Un nostro amico lo ha visto al bar ieri sera che si stava ubriacando" rabbrividii.
"Quindi ciò vuol dire che Stephanie è in pericolo di nuovo?" Sussurrai piano.
"Sto cercando di fare del mio meglio. Tu stalle accanto"
"Si certo papà, grazie" ammisi piano.
"Di cosa?" Domandò confuso e sentii una voce femminile chiamarlo per cognome, lui sbuffò.
"Si, arrivo. Sto parlando con mio figlio e appena finisco arrivo" sorrisi.
"Papà stai tranquillo, vai pure"
"Grazie campione, ti chiamo più tardi. Passami la mamma" diedi il telefono a mia madre che lo prese con un sorriso.
"Ti amo anche io, stai attento alle cagne che sennò ti ammazzo" disse mia madre con tono minaccioso, risi e sentii mio padre ridere e poi staccò.
"Vado a farmi una doccia veloce e mi vesto" esclamai andandomene in bagno.

Stava diluviando, così avevo deciso di prendere il bus, anzi ero stato obbligato da mia mamma.
Rick si mise seduto accanto a me.
"Ciao Bro" esclamò salutandomi.
Ricambiai il saluto afferrando il mio telefono e mandai il buongiorno alla mia ragazza, che non mi rispose.
Io: Amore, vedo che visualizzi
Io: Dai cucciola. Voglio solo sapere come stai, cazzo
Io: Smettila di visualizzare senza rispondermi!
Io: Mi sto innervosendo. Stephanie!
Io: Ho fatto qualcosa di male?!
Io: Dai! Parlami
"È meglio se la lasci stare, avrà le sue cose" disse ridendo il mio migliore amico, scoppiai a ridere anche io e il bus si fermò, James salì e ci guardò.
"Ciao" ci salutò, ricambiammo il saluto, non eravamo amici, avevamo parlato ma qualcosa in lui non mi convinceva più, sapevo che aveva cominciato a drogarsi e gli occhiali da sole ne erano la dimostrazione.
Li usava sempre, per nascondere gli occhi rossi e stanchi.
"Come sta Stephanie?" Chiese divertito e così  lo guardai male.
"Che ti importa, scusami?" Lui alzò le spalle sorridendo e se me andò infondo al bus, strinsi i pugni e Rick sospirò.
"Lascialo perdere, William"
"Mi fa incazzare, merda" ammisi.

Il bus si fermò davanti alla scuola e me ne andai verso il muretto, Phoebe mi abbracciò e poi andò verso Rick.
Vidi Stephanie scendere dall'auto di suo padre, indossava degli occhiali da sole e una camicetta bianca, dei jeans neri e delle superga.
Mi avvicinai a passo deciso.
"Perché non rispondi ai miei messaggi Stephanie?" Tuonai appena fui davanti a lei, lei si massaggiò le tempie e fece un sorrisetto.
"Non avevo voglia, sei un po' noioso"
La sua voce era impastata dal sonno e dalla stanchezza, la guardai confuso.
La presi per un braccio e la trascinai dietro alla scuola.
"Che ti succede?" Lei sorrise di nuovo e mi cercò di sbottonare i jeans, la fermai prendendole i polsi tra le mani.
"Che stai facendo?"
"Dai che sono brava, lo hanno detto anche James e un altro"
"Come scusa?" Domandai confuso.
"Hai capito bene, amore" rispose con il solito sorrisetto snervante.
"Stai scherzando? Se è un scherzo, non sono dell'umore" ammisi, lei rise.
Le tolsi gli occhiali e il cuore perse un battito, era completamente fatta.
"Ma che cazzo hai fatto?!" Sbottai, lei rise e mi assalì le labbra, la staccai e la guardai negli occhi.
"Perché lo hai fatto?" Domandai piano e lei alzò le spalle ridendo, non poteva entrare a scuola in quello stato, avrei ucciso James, lo avrei ammazzato con le mie stesse mani.

Angolo Autrice:
Mi scuso se lunedì non ho aggiornato, ma non ho avuto tempo per scrivere il capitolo, quindi eccolo qui! ❤️
Lo so che è brutto, ma per far andare avanti la storia devo farlo, è tutto nella mia testa, quindi fidatevi 🤓

You Told Me You Never Fall In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora