Promettimelo

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La sveglia cominciò a suonare, mi rigirai nel letto e la buttai a terra, come ogni mattina che dovevo alzarmi per andare a scuola, sbadigliai e mi scompigliai i capelli alzandomi.
Afferrai un jeans ed una maglietta a mezze maniche grigia, uscii dalla mia camera, mio padre uscì dal bagno.
"Finalmente ti sei svegliato"
"Ho sonno" borbottai entrando in bagno, sentii mio padre ridere e così chiusi la porta alle mie spalle e mi spogliai per farmi una doccia veloce.

Mi asciugai i capelli e poi mi vestii, mi guardai allo specchio e mi passai una mano sotto al mento, avevo un po' di barba, era una settimana che non me la facevo, mi misi un po' di profumo e uscii dal bagno, mia madre mi sorrise.
"Giorno" esclamò contenta, borbottai un saluto facendola ridere e così se ne andò in bagno, me ne andai in cucina e afferrai una tazza, mi misi seduto e ci misi del latte dentro.
"Papà, mi passi i cereali?" Domandai e così lui alzò il viso da un fascicolo e mi passò i cereali, guardai il nome del suo caso ma non ci capii niente.
"Papà a che caso stai lavorando?"Chiesi cominciando a mangiare, mio padre mise il fascicolo nella sua valigetta e si sgranchì le braccia.
"Un caso di una signora che vuole divorziare dal marito perché la picchia"
"Che uomo di merda" risposi schifato.
"Sai figliolo, molti lo fanno e se potessi li ucciderei tutti. Le donne non vanno toccate" disse stringendo i pugni,annuii continuando a mangiare.
"Hai ragione" risposi con la bocca piena, mia madre entrò in cucina con un sorriso e andò dietro alla sedia di mio padre, gli diede un bacio sulla guancia.
"Ti ho detto che ti amo tanto?" mio padre sorride chiudendo gli occhi.
"Stamattina non me lo hai detto e nemmeno ieri me lo hai detto" rispose facendo il finto offeso, mia madre rise.
"Scusami amore, ti amo tanto"
"Ti amo tanto anche io, zombie" mia madre rise dandoli un bacio sulle labbra, roteai gli occhi facendo il finto schifato ed esclamai:
"Ci sono dei minorenni in vostra presenza!" Loro risero e mio padre si alzò dalla sedia, baciò di nuovo mia madre e le augurò una buona giornata.
Poi si inginocchiò a terra e diede un bacio alla sua pancia, feci un sorriso e mia madre tirò su con il naso, appena lui si alzò lei lo strinse forte a se.

Finii la mia colazione e mi alzai dalla sedia, mi sgranchii le braccia.
"Dai Campione, ti porto a scuola"
"Okay" acconsentii annuendo, salutai mia madre e afferrai il mio zaino e poi seguii mio padre fuori.
"Ciao Peter!" Lo salutò una donna con un sorriso malizioso, mio padre alzò una mano e mi aprii la portiera, risi.
"Ci credo che la mamma è gelosa" rise.
"Non è colpa mia se sono così Figo"
Salii in macchina continuando a ridere.
Mio padre fece lo stesso e si mise la cintura di sicurezza, sbadigliai.
"Ma tu hai sempre sonno?" Annuii.
"Capisco ciò che hai preso da tua madre" disse mettendo in moto, sorrisi.

Mio padre si fermò davanti a casa di zio Max, lo guardai confuso.
"Domani c'è una partita di calcetto e così devo chiedere a Max se viene"
"Okay, ti aspetto qui" dissi chiudendo gli occhi, mio padre annuì e scese.
Presi il mio telefono e mandai un messaggio alla mia coniglietta.
Io: Ehi piccola, ci vediamo a scuola?

Lo visualizzò ma non rispose.
Io: Ehi, che succede?
Io: Sei arrabbiata perché ieri sera non ti ho augurato la buonanotte?
Io: Stephanie cazzo! Rispondi!
Io: La finisci di visualizzare e non rispondere!?
Io: Fanculo

Mio padre entrò in macchina e mi guardò incuriosito.
"Non ho voglia di parlarne" risposi sbuffando, annuì mettendo in moto.
"Se posso permettermi, non te la prendere se qualche volta le ragazze fanno le preziose" lo guardai e risi.
"La mamma la faceva spesso?"
"Julia era una rompi palle, figliolo. Mi ha fatto penare per quasi un anno"
"Davvero?" Chiesi divertito, annuii con un sorriso e poi ammiccò:
"Ma ne è valsa la pena"
"Bleahhh!" Esclamai schifato, mio padre rise e dopo qualche minuto si fermò davanti alla mia scuola.
"Grazie di avermi accompagnato"
"L'ho fatto con piacere, campione"
"Papà mi ricarichi il telefono?" Lui rise.
"Te l'ho ricaricato due settimane fa. Hai già finito la promozione?" Annuii.
"Daiiii me lo ricarichi?"
"Ricaricatelo da solo, ora scendi" rispose ridendo, roteai gli occhi e scesi.
Mi avviai verso il muretto.
"Ehi Phoebe" salutai mia cugina che mi sorrise e mi abbracciò, la strinsi forte.
"Stephanie è già arrivata?" Domandai e mi guardai intorno per vedere se la vedessi, mia cugina scosse la testa e si staccò da me, si mise seduta sul nostro muretto e poi guardò davanti a se.
"Ieri mi ha detto che non veniva" disse.
"Come mai?" risposi confuso, lei alzò le spalle sospirando e mormorò:
"A me lo ha detto ieri sera, non mi sembrava che fosse molto lucida"
"In che senso?" Phoebe abbassò il viso.
"Non lo so William... a me sembra che stia male. Una settimana fa, a casa tua l'ho trovata che aveva vomitato in bagno" la guardai preoccupato e strinsi i pugni rispondendo:
"Perché non me lo hai detto?" Sospirò.
"Volevo dirtelo, ma non so. Fino ad oggi non avevo compreso quanto fosse strano che avesse vomitato. La vedo molto triste in questi giorni. Non esce più con noi e si fa sentire di rado" mi misi seduto accanto a mia cugina.
"Anche io sono preoccupato per lei"
"Ho solo paura che faccia qualcosa per cui possa pentirsi" sussurrò con la voce stanca, annuii e le misi un braccio intorno alle spalle, si accoccolò a me.
"Anche io ho paura che possa farlo. A me stamattina mi ha ignorato e ieri sera l'ho sentita per poco" dissi e mi accesi una sigaretta.
"Non so cosa le succeda"
"Appena esco da scuola, vado a casa sua" dissi e mia cugina annuì.
Rick venne verso di noi e ci salutò.
Feci un cenno con la testa e presi il telefono.
Io: Stephanie perché non vieni a scuola?
Io: Stephanie! Rispondimi, cazzo.
Io: Okay, non rispondermi. Dopo scuola vengo a casa tua.
Coniglietta❤️: No, non venire Will.
"Mi ha risposto" mormorai confuso, mia cugina mi prese il telefono e lesse il messaggio, mi guardò negli occhi.
"Ci vai lo stesso, vero?" Domandò preoccupata, annuii sorridendole.
"Certo che ci vado lo stesso" mia cugina mi abbracciò stringendomi.

Appena le lezioni finirono corsi fuori da scuola, delle ragazze mi salutarono e così ricambiai il saluto e vidi mia cugina corrermi incontro.
"Poi mi fai sapere come sta?" Annuii.
"Certo Phoebe. Stai tranquilla" lei sorrise annuendo e mi strinse a se, Rick la prese per mano.
"La accompagno io a casa. I suoi mi hanno invitato a pranzo" sorrisi e gli diedi una spallata facendolo ridere.

Mi fermai davanti al fioraio e sorrisi.
"Buongiorno, vorrei un mazzo di rose"
"Certo ragazzo, per la fidanzata?"
"Già" esclamai con un sorriso, presi il portafoglio e pagai, mi sorrise e così mi incamminai verso casa della mia dolcissima coniglietta.

Arrivai davanti a casa di Stephanie, mi aggiustai i capelli con una mano.
Bussai un paio di volte ma nessuno venne ad aprirmi, così continuai finché la porta non si aprì mostrandomi un uomo con una bottiglia di birra in mano.
"Tu chi sei?" Domandò schifato,porsi una mano e mi presentai:
"Sono William Benson" lui guardò la mia mano e bevve un sorso di birra.
"Mia figlia non può vederti in questo momento" disse e mi chiuse la porta in
faccia, guardai per qualche secondo la porta molto confuso e poi sorrisi.
"Non importa se non vuole farmi vedere sua figlia, non mi arrendo" me ne andai vicino ad un albero, mi arrampicai e appena fui davanti alla sua finestra guardai dentro, era sul letto a pancia giù che singhiozzava.
Entrai dentro senza far rumore e me ne andai a sedere sul letto, si girò verso di me, sgranai gli occhi alzandomi dal letto.
"Chi cazzo ti ha fatto un occhio nero!?"
Sbottai schifato, lei si alzò dal letto.
"Ti avevo detto di non venire" rispose impaurita guardandosi intorno.
Guardai il segno sul suo collo e trasalii
andando davanti a lei, la afferrai per un braccio e la attirai a me, sfiorai con un dito il segno violaceo vicino all'occhio.
"Chi ti ha fatto questo?"
"Nessuno" rispose abbassando il viso.
"Stephanie ti prego. Posso aiutarti. Mio padre è un avvocato" mormorai.
"Vattene William... se lui ti trova qui.. è peggio" rispose singhiozzando, le accarezzai una guancia con gli occhi lucidi e le alzai il viso.
"Tuo padre ti picchia?"  Lei annuì e così strinsi le labbra e buttai i fiori a terra, andai verso la porta e lei mi venne incontro.
"William, vattene ti prego. Non peggiorare le cose"
"Ti picchia" sbottai schifato, lei abbassò il viso, la strinsi forte a me.
"Starà bene, fidati di me. Ha solo bisogno di sfogarsi" mormorò.
"Non sei un sacco da box!"lei mi diede un bacio sulle labbra e sussurrò:
"Non dire niente a nessuno, ti prego"
"Non puoi chiedermi questo. Come cazzo fai a chiedermi una cosa del genere?!" Lei appoggiò le mani sulle mie guance e mi guardò negli occhi.
"Se mi ami, non lo dire a nessuno. Andrà tutto bene, te lo prometto"
"Stephanie è proprio perché ti amo che devo dirlo a qualcuno. Può ucciderti"
"È pur sempre mio padre!" Sbottò.
"Mio padre non mi picchia! Mio zio Max non picchia Phoebe!" Sbottai.
Stephanie si mise seduta sul suo letto.
"William, se mi ami. Non dirlo a tuo padre. Non dirlo a nessuno, devi solo fidarti di me" mi inginocchiai davanti a lei e delle lacrime rigarono il mio volto, lei mi accarezzò.
"Fidati amore mio, per favore" annuii.
"Se ti tocca un'altra volta, lo uccido io"
Promisi schifato, lei sorrise e guardò le rose a terra, mi abbracciò.
"Grazie amore mio, ti amo" sussurrò.
Angolo Autrice:
Holaaaaa! Come state?! Cosa ne pensate di questo capitolo!? Spero che vi sia piaciuto! 🤓

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