Phoebe

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Pov Stephanie:
Erano due settimane che non andavo a scuola, la classica ragazza intelligente che non andava nemmeno più a scuola e non lo facevo per fare la vittima o meno.
Avevo deciso di suicidarmi e lo avrei fatto, io mi sarei suicidata.
A chi sarei mancata? A nessuno.
Erano due settimane che il mio telefono squillava, che William, Phoebe e Rick venivano sotto casa mia per vedermi ma mio padre diceva sempre la solita cosa:
È andata con sua madre dai nonni materni.
E lo preferivo alla mia frase: Voglio morire e quindi non voglio che soffriate.

Afferrai il telefono e vidi così tanti messaggi, dalle persone più importanti della mia vita, delle lacrime scesero dai miei occhi.
Non facevo altro che piangere, oramai la mia vita era finita.
Ero una Cogliona drogata e che voleva ammazzarsi, mi sarei uccisa e l'avrei fatta finita per sempre.
Che senso aveva vivere? La mia vita non aveva senso.
William❤️: Porca troia Stephanie! È il trecentesimo messaggio che ti invio! E sono solo le 11 del mattino! Mi puoi rispondere?! Per favore!
Cucciola❤️: Per favore Stephanie! Mi puoi rispondere? Ti prego! Mi manchi da fare schifo! Ho bisogno della mia fottuta migliore amica! Cazzo.

Non risposi, appoggiai il telefono sul comodino e andai verso il bagno.
Mi guardai allo specchio, la mia pelle era pallida da fare schifo.
Il mio corpo era coperto da una felpa gigante, che mi arrivava fino alle ginocchia.
Afferrai delle pasticche per il mal di testa e le presi, ero digiuna ma non me ne fregava più di tanto.
Le presi e bevvi l'acqua per mandarle giù.

Pov William:
Sbuffai esasperato e lanciai il telefono sul mio letto, ero arrabbiato con la mia ragazza che non si apriva con me.
Non mi parlava più, stava sempre in disparte e per conto suo.
Cercavo di capirci qualcosa, ma a lei non interessava dirmi niente.
Mi buttai sul letto e guardai il soffitto.
Non sapevo più che fare.
Mi mancava da fare schifo, però mi stava allontanando e non volevo che lo facesse.
Stava allontanando tutti.
Rimasi qualche minuto a fissare il soffitto, come se volessi qualche idea ma niente di niente.
Non sapevo davvero più che fare.
Stephanie non voleva il mio aiuto e non voleva l'aiuto di nessuno.

Mi alzai dal letto e me ne andai in cucina, avevo bisogno di un po' di latte per calmarmi.
In cucina ci trovai mia mamma che stava parlando al telefono e stana cucinando qualcosa per cena.
"Ciao mamma" la salutai sospirando.
"Ehi Will, l'hai sentita Stephanie?"
Scossi la testa "Suo padre dice che è dai nonni materni, ma non lo so. Non ci credo. Non so più che fare, mamma"
Ammisi e bevvi un sorso di latte, mia mamma mi guardò triste "Amore, ti saluto. Ci sentiamo dopo. Ti amo" chiuse la telefonata e mi mise un piatto di pasta davanti, cominciai a mangiare e lei fece lo stesso.
"William se non ti fidi del papà di Stephanie, dovresti andare da lei"
"Ma non mi vuole vedere. Ci ho provato" risposi sospirando, mia mamma ci pensò su e poi sorrise.
"Prendi una scala e sali in camera sua. È una cosa molto dolce" esclamò sognante, la guardai curioso, non era male come idea, anche se era molto dolce in effetti.
Sorrisi "Bella idea, mamma" ammisi.
"Bene, però non farti male che sennò ti ammazzo di botte" esclamò, ridacchiai annuendo "Stai tranquilla mamma"

Pov Stephanie:
Ero sdraiata sul mio letto, indolenzita.
Mio padre mi aveva violentata,di nuovo e mi aveva lasciata lì, piena di lividi e piana di lacrime.
Mi alzai dal letto e corsi in bagno, schifata dall'uomo che mi aveva messa al mondo, vomitai, non mangiavo più niente e non avevo nemmeno più fame.
Mi rintanai in un angolo del bagno e scoppiai a piangere, lacrime calde rigavano il mio volto, mentre tutto il mio corpo era scosso da singhiozzi.
Rovina della famiglia.
Zoccola.
Ti piace come ti violenta papà!?
Sei stupenda!
Te lo metto tutto dentro finché non mi svieni, puttanella.
Corsi di nuovo verso il Wc e vomitai, di nuovo.
Mi alzai da terra, sfinita da tutto e mi sciacquai il viso.
Guardai la doccia e sospirai, me ne feci una rilassante.
L'acqua mi scivolava sul corpo e sfregai la mia pelle, schifata.
Appena finii me ne andai in camera.
Mi asciugai e mi infilai un pantalone di tuta gigante ed una felpa nera.
Afferrai la lametta mettendomi seduta sul letto, mi alzai una manica della felpa e appoggiai la lametta sulla mia pelle, deglutii.
Il mio telefono si accese.
Cucciola❤️: Per favore Stephanie. Rispondimi!

Abbassai il viso e le lacrime scesero, di nuovo, mi tagliai digrignando i denti.
Non faceva male, non mi importava più del dolore.
Un taglio per mio padre.
Un taglio per mia madre.
Un taglio per la mia vita di Merda.
Un taglio per la persona di merda che ero.
Un taglio per essere una sorella stupida.
Le mie braccia stavano sanguinando.
Mi alzai dal letto e andai in bagno.
Misi le braccia sotto all'acqua e anche se bruciava non mi importava.
Ritornai in camera mia, afferrai il pacchetto di sigarette e l'accendino e mi avviai verso la finestra.
Accesi una sigaretta e cominciai a fumare guardando fuori.
Il cielo era stellato ed era davvero stupendo.
Finii la sigaretta e la buttai di sotto.
Sentii qualcuno entrare dalla porta.
Così deglutii, mio padre era uscito ed era troppo presto per il suo ritorno.
Presi la mia racchetta da tennis e uscii da camera mia, scesi piano le scale.
Dinanzi a me trovai la pazza che sparò a Julia, sgranai gli occhi.
"Ma ciao" esclamò sorridendomi.
La guardai male "Cosa vuoi?" Chiesi.
Lei mi puntò la pistola "Far soffrire Julia, cosa c'è di meglio di uccidere la fidanzata del suo bambino?" Strinsi i pugni e lanciai la racchetta in testa a quella, la prese in pieno e fece cadere la pistola a terra che sparò un colpo ma non vidi a chi perché chiusi gli occhi impaurita.
La sentii ridere e così aprii gli occhi e davanti a me trovai William e Phoebe, ma quello che vidi mi fece salire il nazismo.
Phoebe aveva una mano sullo stomaco e William la teneva tra le braccia.
"Andrà tutto bene, cuginetta"  disse.
Guardai apatica la signora che rideva.
Nessuno toccava i miei amici!
Afferrai la pistola e senza nemmeno pensarci le sparai un colpo in testa.
Corsi verso William e Phoebe, la abbracciai forte.
"Scusami Cucciola. È tutta colpa mia"
Lei scosse la testa "N..no... n d..dire ..s..stupidaggini" esclamò piano e così la strinsi debolmente mentre William parlava preoccupato al telefono.
"Andrà tutto bene Phoebe. Non posso perderti. Non voglio perderti"
"Non mi perderai, scema" esclamò.

Pov William:
Erano tre ore che eravamo in ospedale e mio zio stava andando avanti e indietro da quando era venuto.
"Zio, andrà tutto bene" esclamai.
"Lo spero" esclamò mia zia con le lacrime agli occhi, vidi arrivare di corsa Rick e così mi alzai dalla sedia.
"Cosa è successo?" Esclamò con gli occhi rossi, gli spiegai tutto e così lui strinse i pugni e andò a passi giganti verso Stephanie, allo seguii per fermarlo.
Non era colpa si Stephanie.
"Tu! Sei una stronza!" Urlò rivolto a lei che lo guardò con gli occhi arrossati.
"Lo so" rispose tremando, Rick la guardò confuso e poi guardò me.
"Lo so che sono una stronza. Non dovevate venire. Io volevo solo morire" rispose sempre con la voce incrinata, guardai Rick negli occhi e sospirò andandotene dai miei zii e da mia mamma.
Mi inginocchiai davanti a Stephanie.
"So che è difficile" lei non mi fece finire di parlare "Non sai niente William. La tua vita è perfetta. Hai tutto perfetto e io te lo sto solo rovinando! Se Phoebe muore .. io ..." non continuò, non ci riuscì e così la abbracciai forte, mi era mancata da fare schifo.
Mi era mancato tutto di lei.
Phoebe sarebbe uscita viva, lo sapevo ma quella morta, quella morta era Stephanie e lo sentivo.
Sentivo il suo corpo più magro del solito, sentivo le sue ossa.
Tremò tra le mie braccia.
"Va tutto bene, io sono qui. Sono qui"

Pov Stephanie:
Ero tra le braccia di William e non volevo essere altrove, stavo così bene.
Rimanemmo così, stretti l'uno nell'altro, finché non venne Rick.
"Phoebe è fuori pericolo" esclamò, così mi alzai dalla sedia e corsi verso la camera della mia migliore amica.
Appena mi vide, le si illuminarono gli occhi "Mi dispiace" ammisi e lei sorrise con dolcezza "Stai zitta e abbracciami" non me lo feci ripetere e la andai ad abbracciare, pianissimo.
Lei cominciò a piangere.
"Sono qui, non me ne andrò mai più"
Ammisi, avevo capito che la vita era preziosa e la paura di perdere la mia migliore amica mi aveva fatto capire che se fossi morta, a qualcuno sarei mancata.

You Told Me You Never Fall In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora