Hope Pov
Mi svegliai intontita.
Non mi ricordavo di essermi addormentata, probabilmente ero svenuta.
Mi avevano bendato tutta la parte che sanguinava, avevano lasciato spazio per l'occhio per vederci.
Anche se avevo dormito mi sentivo sfinita.
Ero sdraiata nel mio stesso sangue, ero stata spostata, ora mi trovavo dentro all'anfiteatro ne ero certa.
Vedevo l'entrata dell'arena.
Il sangue sul pavimento non proveniva solo dal viso, la gente mentre ero svenuta mi aveva colpito in vari punti del corpo e cosí avevo sanguinato.
La mia pelle si mischiava con il sangue liquido ancora in alcuni punti.
Mi guardai intorno.
Non c'era molta gente e quella che c'era mi lanciava insulti pesanti.
Ingrati.
Chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi, sentivo un gran dolore in tutta la parte a cui mi avevano asportato la pelle.
Dovevo cercare di riposarmi per non fare la figura della pezzente.
Riuscí a riposarmi qualche ora e dopo che Tara mi diede un po di cibo e acqua mi sentí meglio.
Mi diede qualcosa da mettermi e mi legò i polsi.
La castana mi spinse verso l'entrata dell'arena.
Chiusi gli occhi per il sole accecante.
Riuscivo a camminare, mi sentivo abbastanza bene nonostante la mia situazione.
Il problema era quanto sarebbe durata l'energia che avevo.
Riaprí gli occhi.
L'anfiteatro era pieno di persone e Sebastian era pronto ad aspettarmi sogghignando roteando un coltello.
Non mi dettero nessuna arma.
Me l'aspettavo.
Tara mi liberò le mani e si allontanò.
"Cominciate"disse la regina dagli spalti.
La prima cosa che feci appena ebbi le mani libere fu toccarmi dove mi avevano sfregiato.
Era reale, era successo davvero...
"Avanti piccola Hope non sembrava avessi sentito dolore ieri" mi scherní il dominatore dell'acqua avvicinandosi con passo sicuro.
Indietreggiai.
Non avevo niente, come potevo combattere?
Era stata proprio una tortura, avrei voluto avere abbastanza forza per ucciderlo.
Sebastian scattò verso di me con il coltello, mi mossi troppo lentamente perchè mi fece un lungo taglio sul braccio.
La gente esultò.
Gemetti e riuscí a colpirlo con un calcio alle costole.
Indietreggiai e vidi che stava uscendo molto sangue dal braccio.
Imprecai.
Il dominatore dell'acqua scattò di nuovo e riuscí a schivarlo per un pelo colpendolo in faccia.
Dal suo naso usciva del sangue.
Egli sogghignò.
Respiravo affannosamente e sentivo le gambe tremare dallo sforzo.
Cercai di ignorare il dolore.
"Sapevi che non ce l'avrei fatta" gemetti.
Egli sorrise.
In un attimo mi trovai sbattuta contro la parete dell'arena.
Quel colpo mi mozzò il respiro e caddi in ginocchio, ai piedi di Sebastian.
"Ecco brava devi guardarmi dal basso verso l'alto.
Devi capire chi comanda" disse serio.
Abbassai lo sguardo e cercai di stabilizzare il respiro.
Egli mi colpí nella bocca dello stomaco facendomi accasciare.
Gemetti di nuovo.
"Uccidimi" sussurrai con le lacrime che iniziavano ad uscire.
Non ce la facevo più.
Egli scosse la testa sogghignando.
"Non tocca a me, ma vedrai che presto il tuo desiderio verrà esaudito".
Mi asciugai le lacrime e mi imposi di rialzarmi.
Il biondo cenere sembrava sorpreso.
Chiusi gli occhi e strinsi i pugni fortissimo.
Ero stanca di vivere sotto gli ordini di qualcuno, lo avevo fatto per tutta la vita, avrei dovuto vivere secondo le mie regole e basta.
Sentí dei sentimenti d'odio mai sentiti, desiderai che tutti in questo anfiteatro morissero per colpa del loro stesso elemento.
Desiderai qualcosa di nuovo per me stessa.
Sentí quella sensazione meravigliosa di quando avevo ancora il mio dominio.
Aprí gli occhi.
Non c'era nulla.
Sebastian mi guardava stranito, come se fosse successo qualcosa che non si spiegava.
Lo attaccai con tutta l'energia che mi restava.
Mi lasciò fare, sorrideva divertito mentre parava i miei colpi con facilità.
Maledetto.
Sorrisi quando riuscí a colpirlo.
Egli rise e mi diede un pugno in faccia.
Persi l'equilibrio e caddi, egli mise un piede sul mio torace e gridò la sua vittoria.
Respiravo appena e il sangue aveva ripreso a scorrere sulla parte scuoiata.
Bruciava tantissimo.
La benda si stava inzuppando poco a poco di sangue.
Ringhiai e sbattei i pugni sulla sabbia dell'arena.
Ero furibonda.
Spostai il piede di Sebastian e lo feci cadere.
Mi alzai a fatica e urlai cominciando a pestarlo con tutta la rabbia che avevo.
Rabbia trattenuta per mesi.
Ora potevo sfogarmi non avrei perso questa occasione.
Vi odio tutti pensai.
Urlai forte.
Presi il suo coltello che gli era caduto poco prima e glielo appoggiai alla gola.
"Perchè non ridi anche ora padrone?" Sbottai con tutta la rabbia che avevo in corpo.
Egli cercó di liberarsi ma lo tenni fermo.
Diedi un pugno ai suoi coglioni e un urlo straziante uscì dalla sua bocca.
"Ora ti ripagheró di tutto il male che mi hai fatto.
A partire dalla tua sconfitta.
Sei stato sconfitto da una ragazza sfregiata senza armi come ti senti Sebastian?" Sbottai seria.
Egli ringhió e cercó di nuovo di liberarsi.
Appoggiai la lama del coltello sulla sua gola e inizió e uscire un po di sangue.
"La prima volta che vieni sconfitto?
Mi sa che dopo che la tua gente lo avrà saputo tuo fratello diventerà sovrano" dissi sogghignando.
Il dominatore dell'acqua mi guardó furibondo.
"Non lo verranno mai a scoprire" ringhió.
Non poteva usare il suo dominio, era una condizione che aveva imposto la regina quando era arrivato.
"Tu sei nata per essere dominata non cercare di mettermi paura.
Ti stai solo sfogando, tu non farai nulla" disse serio.
Strinsi i denti.
"Ora io ho il controllo e decido io se farti tornare a casa o ammazzarti".
Lo spostai leggermente e gli presi le palle in mano.
"Prova a muoverti e te le faró esplodere".
Egli restó immobile guardandomi negli occhi.
Se non fossi riuscita a ucciderlo, sarei riuscita a non farlo salire sul trono.
Era semplice.
Gli presi la coda e gliela tagliai.
"Appena mi libereró te la faró pagare" ringhió.
Gli strinsi leggermente le palle e lui gemette.
Continuai a tagliare finchè non fui soddisfatta.
Ora erano cortissimi, cosa avrebbe inventato da dire alla sua gente?
Gli sventolai la coda davanti agli occhi e sogghignai.
"Stai davvero bene" lo presi in giro.
In realtà era proprio vero.
Mi guardai intorno e mostrai la coda.
La gente mi guardava stupita e terrorizzata.
Anche la regina sembrava inquieta.
"E ora ti lasceró qualcosa che ti ricorderà di me per sempre".
Gli ruppi l'armatura e gli aprí la tunica con il coltello e iniziai ad incidere la mia iniziale sul suo petto scuoiandoli la pelle.
Così non sarebbe guarita.
Egli non urló ma vedevo il suo dolore nel suo sguardo.
Feci una linea retta dalla fronte al suo occhio destro arrivando al mento, ne feci un'altra vicina e scuoiai quellla pelle.
Il dominatore dell'acqua tratteneva a stento i gemiti così allargai ancora quella che sarebbe diventa una cicatrice.
Finalmente mi stavo sfogando di tutto quello che mi aveva fatto.
Non capivo perchè non mi avevano ancora fermata ma presto capì che la gente si stava divertendo a vedere questo spettacolo.
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Hope
FantasyPREQUEL PHOENIX 460 a.c. Si dice che gli Arcadiani arrivarono intorno al 1300 d.c. sulla terra. Questa è una menzogna. Arrivarono molto prima verso il 300 a.c. Allora non esisteva una capitale, ma le cinque città battezzate dagli Arcadiani. Oasis la...