18. Vex

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Hope Pov

Immediatamente la grotta cambió.
Da vuota e afosa divenne un posto arredato e confortevole.
Non sentivo più la puzza di zolfo che avevo sentito fino a qualche istante prima.
Era enorme.
All'interno della grotta c'era una fucina dove il dominatore del fuoco forgiava le sue armi e le sue armature.
Il fuoco della fucina era blu.
Troppo curiosa per restare ferma, mi mossi verso la parete su cui trovai delle armi dall'aspetto perfetto.
Ne toccai qualcuna sentendo lo sguardo di Talos starmi addosso e desiderai esercitarmi con una di queste armi.
Tuttavia solo una piccola quantità di armi ero riuscita a riconoscere.
Erano fatte con i migliori materiali mai visti, riuscivo a intuirlo.
Era tutto un'altro livello rispetto al nostro regno.
Vicino alla parate di armi c'era anche un grande tavolo.
Mi avvicinai e guardai uno per uno gli strumenti di lavoro che usava Talos.
Avrei voluto chiederli cos'erano molti oggetti, ma sinceramente mi sentivo molto in soggezione e mi stavo limitando a dare un'occhiata.
Stranamente il dominatore del fuoco mi osservava e basta senza dire una parola.
Ignorai le cose più banali e puntai lo sguardo sul fondo della caverna dove c'era una porta, probabilmente portava alla sua stanza.
Mi girai verso Talon e mi morsi il labbro inferiore.
Prima di dire qualsiasi cosa alzai lo sguardo su di lui e lo vidi saltarmi addosso, mi misi in posizione di difesa per proteggermi e venni sbalzata indietro.
Persi l'equilibrio e caddi all'indietro.
Mi aveva toccato appena, che potenza spaventosa.
Mi rialzai con il fiatone.
"Prima di tutto devi guardarmi se vuoi allenarti con me" disse la creatura con tono autoritario.
Facile per lui...
Ci provai, lo guardai.
Subito una sensazione di terrore si impossessó di me.
Potrebbe farti a pezzettini solo se volesse, sei una pulce per lui, in ginocchio nullità, non sei al suo livello, rinuncia.
Sentivo queste frasi dentro la mia testa.
Continuavo a guardarlo negli occhi, dovevo dimostrare che meritavo il suo addestramento.
Guardai il suo corpo enorme, le sue zanne, i suoi artigli, le sue armi...
Senza volerlo avevo cominciato a tremare.
Il suo sguardo era severo e pieno di aspettative.
Attaccó di nuovo, lo vidi appena.
Riuscì a mettermi in posizione di difesa, ma questa volta venni sbalzata più indietro e sbattei la schiena violentemente contro la parete della grotta.
Gemetti e caddi in avanti prima di fiato.
"Alzati".
Era tutto inutile, ero esausta.
Svenni.

***

Quando ripresi conoscenza scoprì di essere stesa su qualcosa di morbido.
Aprì gli occhi e vicino a me c'era una ragazza.
Mi stava fissando e ora io fissavo lei.
La ragazza era un po più grande di me e aveva umo sguardo tremendamente diffidente e pieno di astio.
"Grazie..." sussurrai.
Non sapevo chi fosse o cosa fosse ma sentì che ringraziare fosse la cosa migliore da fare.
Ella annuì.
Decisi di spostare lo sguardo sulla stanza.
Non c'era niente in particolare.
Ero sdraiata su una pelliccia, vicino alla stanza c'era due fiaccole per fare luce.
Nient'altro.
Ritornai a guardare la ragazza che mi scrutava diffidente.
C'era una tensione incredibile in quella stanza...
"Il mio nome è Vex, ti starai chiedendo chi sono o meglio che cosa sono e che cosa ci faccio quí".
In effetti mi ero fatta queste domande, ma sembrava da maleducata farle mentre lei mia aveva aiutato.
"Non sei obbligata a dirmelo.
Sono fatti tuoi, non sono nessuno per giudicarti o sapere se non vuoi dirmelo".
La ragazza aveva dei capelli fatti di lava.
Non color lava era proprio lava quella!
Letteralmente!
Non capivo come fosse possibile, ma non erano fatti miei.
La sua pelle era costellata da punti in cui la lava si era solidificata.
Chiaramente non era umana, sembrava essere nata dallo stesso vulcano, ma era impossibile!
Se avesse voluto dirmi qualcosa l'avrebbe fatto lei.
Ella mi scrutò ancora più sospettosa.
La ignorai e cercai di mettermi seduta, Vex mi dette una mano e ce la feci.
Avevo parti del corpo medicate e fasciate.
Dovevo aver perso molto sangue per svenire...
Ma certo, che sciocca!
Toccai con le dita la parte scuoiata della pelle ma al suo posto trovai una fasciatura.
Sarei rimasta un mostro per sempre...
I ricordi del giorno prima mi avvolsero come una tormenta gelida, tremai per qualche secondo sentendo il cuore battere forte.
"Talos ti ha messo qualcosa sulla ferita, forse guarirà".
Sembravo abbastanza sconvolta perchè lei aveva cambiato espressione.
I suoi occhi erano di colore diverso, uno verde smeraldo e l'altro arancione mandarino.
Vex mi guardava con un pizzico di dispiacere ora.
"Maledetti bastardi" bofonchiai prima di sdraiarmi di nuovo con attenzione.
"Perchè hai accettato la proposta di Talos?
Avresti potuto andartene per sempre e vivere una vita felice.
Perchè combattere ancora?".
Strinsi i denti e la fulminai con lo sguardo.
I motivi perchè volevo distruggere chi mi aveva tradito erano ben evidenti.
"Come la prenderesti se persone a te care ti tradissero?
Ti strappassero il tuo potere, i tuoi segni particolari e la tua dignità?" Chiesi stizzita.
Ella non rispose ma le sue orecchie cosí simili a quelle di Talos si erano abbassate e la coda si muoveva nervosamente.
"Cosa faresti se ti torturassero e ti scuoiassero o addirittura leverebbero parti del corpo?".
Vex non disse nulla di nuovo.
Continuammo a mantenere il contatto visivo per qualche minuto, poi lei lo ruppe.
Senza dire nulla uscí dalla stanza.
Quando stavo per riprendere sonno la porta si riaprí e Talos entrò piano.
In fondo era una specie di felino, doveva essere silenzioso!
Aprí gli occhi e mi misi seduta.
"Vestiti e vieni con me" ordinò uscendo.
Mi misi la tunica vicina alla pelliccia, i sandali e uscí.
Talos mi stava aspettando appoggiato alla parete della grotta.
Senza dire niente si incamminò verso un corridoio.
La prospettiva di questo posto era molto diversa da quella che conoscevo.
A occhio nudo non avevo visto questa stanza e non ne avevo vista neanche un'altra.
Se non fosse stato il dominatore originale del fuoco non le avrei mai trovate.
Capí che quella stanza la usava per addestrare Vex.
Ella si stava allenando con una strana spada lunga con la lama ricurva, l'elsa rotonda con sopra una decorazione.
La ragazza dalle caratteristiche feline ci aveva chiaramente sentito ma non aveva perso la concentrazione.
Non avevo mai visto usare una spada in quella maniera, era come se fosse stata parte di lei.
La usava con una una tale destrezza e sicurezza che pensavo che nessuno l'avrebbe sconfitta.
"Bene visto che non sei neanche al livello di un bambino della mia specie ti allenerai con Vex.
Mia figlia".

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