9. Alone

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Hope pov

Pensavo che dopo aver avuto l'ultima parola con lui sarei stata più coraggiosa.
Pensavo che avrei ricominciato a resisterli.
Invece mi dava ancora i brividi, riuscivo a tenere lo sguardo fisso su i suoi occhi per cosí poco tempo...
Anche se non mi aveva fatto del male ero sicura che non vedeva l'ora di farlo.
Dovevo leccarmi le ferite e rialzarmi, ne avevo bisogno, il mio orgoglio non voleva cedere.
Volevo credere che avrei potuto resistere ma c'era poco da fare, lui aveva sempre vinto da quando ero quí e di certo nessuno sarebbe venuto a salvarmi.
Ero condannata, questo era peggio della morte.
Guardai William mentre mi stava curando le ferite più gravi.
Lui era più piccolo di Sebastian solo di un anno, eppure sembrava lui il fratello maggiore, di aspetto e di carattere.
Aveva quell'aria elegante e quei modi cosí armoniosi che non ti aspetteresti mai di trovarci un brutale uomo dietro a quell'eleganza.
Era indubbiamente sexy, portava i capelli legati e il suo sguardo era fin troppo serio e concentrato.
Se non lo avessi visto io stessa uccidere mio padre e la mia gente, penserei che questa persona fosse innoqua.
"Smettila di fissarmi" esclamò continuando a fare quello che stava facendo.
Distolsi lo sguardo ma decisi di chiarire i miei dubbi.
"Perchè sei venuto tu per curarmi?
Le serve sono tutte dominatrici dell'acqua, Sebastian poteva ordinare a loro di curarmi.
Perchè lo ha chiesto a te? Cos'ha in mente?" Dissi con tono indagatorio.
Finalmente William alzò lo sguardo.
Stava sorridendo.
Appoggiò una mano sulla pelle nuda che aveva appena curato e il suo sorriso si trasformò in un ghigno.
"Sei perspicace, c'è qualcosa sotto ma ovviamente non ti dirò niente" disse con tono autoritario.
Non ebbi il tempo di ribattere che il moro iniziò ad accarezzare la pelle nuda che fino a poco tempo fa era stata martoriata dal mio elemento.
Rabbrividii cercando di capire che intenzioni aveva.
Per fortuna che le mie parti intime erano coperte...
Posò le mani sui miei seni coperti dalla stoffa e mi guardò divertito.
Tentai di muovermi, ma ancora ero troppo debole.
Chiusi gli occhi con forza.
Ora avevo capito perchè Sebastian aveva mandato William qui.
Era tutto un gioco per loro, non dovevo sorprendermi...
Le sue mani si mossero piano mentre analizzavano i miei seni.
Stava per strappare quella stoffa che lo separava da toccarmi la pelle...
Basta...
Mi morsi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare e cercai di controllare il mio cuore che stava battendo troppo forte.
"No cosí non c'è nessun divertimento, apri gli occhi" mi ordinò.
Ubbidii sentendomi di nuovo una nullità sotto il controllo di questa famiglia.
Il moro sorrise.
Fece scendere la mano fino alla mia intimità e mi guardò incuriosito.
Ero a dir poco impaurita.
Qual'era il suo scopo? Sebastian non gli avrebbe mai fatto prendere la mia verginità perchè la voleva per se stesso, eppure avevo paura.
"Basta..." sussurrai piano.
Egli indurii lo sguardo.
"Lo decido io quando finirà".
Rabbrividii, dovevo distogliere lo sguardo su di me e pensare ad altro.
Lo squadrai mentre lui giocherellava con il mio corpo.
Trovato.
Vediamo quant'era intelligente il fratello numero due pensai.
"Scommetto che Nora te la sei presa e basta, come mai ogni volta che ti vede ti guarda come se fosse stata bastonata?" Chiesi incuriosita.
Il moro puntò il suo sguardo su di me senza cambiare espressione.
"Io mi prendo tutto ciò che voglio, non mi interessa, ora sono interessato alla reazione del mio tocco sulla tua pelle.
Non posso averti perchè sei di Sebastian, ma giocheró un po' lo stesso" disse sviando ciò che avevo detto prima.
Non mi sorpresi a sentire che era solo un gioco per lui.
Questa famiglia aveva tutto.
"C'è stato qualcosa tra di voi?" Domandai con sguardo indagatore.
Per un secondo qualcosa nel suo sguardo cambiò poi scoppiò a ridere.
"Dici un sacco di stronzate.
Pensavo che Sebastian esagerasse quando parlava di te e della tua stupidità, invece sei davvero stupida" disse in tono derisorio.
Gli lanciai un'occhiataccia.
"Ma perchè dovete essere tutti cosí stronzi in famiglia?
Avete sempre una voglia insaziabile di morte e tortura.
Quello che mi chiedo è se siete nati cosí o lo siete diventati, perchè non può essere stata solo la morte di vostra madre.
Non è possibile cambiare cosí tanto e-"
Non riuscii a finire il discorso che mi arrivò un ondata di acqua su tutto il corpo.
William mosse le mani agraziatamente mentre mi guardava furibondo.
"Te le vai proprio a cercare ficcanaso.
Vediamo se cosí riesco a farti cambiare atteggiamento".
Non capii la sua esclamazione finchè non sentii il mio corpo cominciare a congelarsi.
Iniziai a tremare per il freddo.
In una manciata di minuti il ghiaccio era arrivato a toccare lo stomaco e non si sarebbe fermato.
Per un momento ero stata felice al pensiero di morire, niente più torture, niente più dolore.
Ma dovevo vivere, quale sarebbe stato il destino del mio popolo se mi fossi arresa?
Il battito del mio cuore stava diminuendo velocemente, il ghiaccio lo aveva raggiunto.
William mi stava guardando soddisfatto del suo lavoro.
Ora riuscivo a malapena a respirare, iniziavo a vedere sfocato.
"Avanti pregami di salvarti la vita" esclamò sogghignando.
Mi morsi il labbro inferiore.
Cercai di produrre del fuoco per sciogliere il ghiaccio, ma non successe niente.
Il mio potere allora era davvero sparito...
Ora o mai più.
Strinsi i denti sconfitta come mai fin ora e alzai il braccio sinistro come mi aveva detto di fare il moro, egli sorrise vittorioso.
Stavo morendo, perchè non si dava una mossa?
L'ultima cosa che vidi prima di svenire fu William dire qualcosa.
Ma non sentii cosa.

***

Al mio risveglio mi guardai intorno.
Mi trovavo in una lurida cella delle segrete del palazzo ipotizzai.
Avevo polsi e caviglie incatenate.
Potevo vedere grazie alla fiaccole di fuoco fuori dalla cella.
Fuori c'era Nora seduta sul pavimento con sguardo assente e tormentato.
Aveva un nuovo taglio sulla guancia e lividi sulle parti scoperte della tunica.
"Che ti è successo?" Sussurrai.
La ragazza dai capelli color sabbia posò lo sguardo su di me e gli occhi si riempirono di lacrime.
"Non so cosa ti abbia fatto ma ti chiedo scusa.
Perfavore smettila di aizzarmi contro i principi.
Sto cercando di sopravivere in questo posto e da quando sei arrivata tu le cose sono peggiorate..." gemette lasciando le lacrime scendere sulle guancie.
Aveva una voce strana...
Non riuscivo a capire cosa le fosse successo.
Era vero, da quando ero arrivata non avevo fatto altro che metterla nei guai...
"Non ho niente contro di te, mi dispiace tanto, mi sono fatta prendere dalla rabbia.
Quello te lo ha fatto William non è vero?" Chiesi preoccupata.
Ella si toccò la guancia e sospirò.
"Basta investigare, fermati.
Non c'è niente da scoprire, ti prego stammi lontana" mi supplicò.
Mi dispiaceva averla messa nei casini per colpa mia...
Avevo capito cos'aveva di strano la sua voce, aveva una parte della lingua bruciata, probabilmente con un coltello rovente.
"Mi dispiace tanto non era mia intenzione..."
La ragazza si alzò e puntò lo sguardo sul pavimento.
"Ora sei sola, io non posso più aiutarti.
Ci sto rimettendo troppo.
O ti arrendi o combatti decidi quale direzione prendere, ma lo farai da sola.
Mi dispiace..." sussurrò.
Annuí.
"Non fa niente, ce la farò da sola.
Mi dispiace tanto Nora, non era mia intenzione metterti in mezzo nei miei casini" dissi guardandola.
Ella mi guardò e annuí.
Aprii la bocca per dire qualcos'altro ma alla fine se ne andò.
Ero rimasta di nuovo sola.

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