3. Hate

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Hope pov

Mi svegliai e aprii piano gli occhi.
Ero stesa sul pavimento duro di quella stanza maledetta.
Provai a muovermi ma ce la feci a malapena, sentivo male dappertutto, inoltre il sangue sulle mie ferite si era fermato e ora ero tutta appiccosa e avevo paura che se mi fossi mossa troppo le ferite su sarebbero riaperte.
Vidi un soldato vicino alla porta che appena vide che mi ero svegliata non esitò ad uscire.
Probabilmente stava andando da Sebastian per informarlo che ero sveglia.
Gemetti per la frustrazione.
Sospirai e chiusi di nuovo gli occhi.
Non capivo perchè Sebastian ce lo avesse tanto con il popolo del fuoco.
Avevano ucciso qualuno a cui teneva?
In quel caso avrei pagato io ma era illogico il suo comportamento.
Il dominatore dell'acqua era spinto da un odio incontrollabile.
Qualche secondo dopo la porta venne aperta e il principe William entró.
Il suo sguardo era serio come al solito, non lasciava trasparire nessuna emozione.
Avanzó verso di me e mi esaminó le ferite, sospiró e prese dell'acqua cominciando a curarmi.
Una decina di minuti dopo mi sentivo molto meglio.
Egli non mi aveva curato tutte le ferite, solo le più gravi.
Dopo avermi tolto le catene tentó di  aiutarmi ma lo fulminai con lo sguardo ringhiando.
Egli si fece indietro e mi alzai con molta fatica.
Avevo le vesti stracciate e cercai di coprirmi come potevo.
Il moro mi fece cenno di seguirlo e così feci, lo seguii per i corridoi del castello fino ad arrivare ad un ala del castello che doveva essere abitato dalle serve, perchè ne era pieno zeppo.
Il principe fece cenno ad una di loro di venire e lei ci raggiunse.
Era una ragazza minuta dai capelli color sabbia e gli occhi color indaco.
Era poco più piccola di me, io avevo raggiunto da poco la maggior età.
Sul braccio e sul collo aveva una cicatrice profonda che doveva essere stata opera di Sebastian.
"Nora come avrai saputo lei è Hope e da oggi sarà una dei vostri.
Insegnale tutto quello che deve sapere.
Mio fratello ha deciso che doveva essere la sua schiava personale quindi istruiscila di conseguenza chiaro?" disse il moro in tono duro e profondo.
Nora annuì con lo sguardo rivolto verso il basso.
Aveva uno strano rossore sulle guancie, era attratta da William?
Il moro si rivolse a me.
"Bene, buona fortuna con mio fratello ti servirà".
Non ebbi neanche il tempo di rispondere che William stava giá andando via.
"Seguimi".
Seguii la ragazza minuta nei corridoi fino ad arrivare ad una stanza che sembrava un bagno.
"Non posso curarti le ferite mi dispiace, se Wi- se il principe le ha lasciate così vuoldire che non posso fare niente.
Riesci a lavarti da sola?" Mi chiese con tono dolce.
Stava chiamando il principe con il suo nome? Perchè? Lei era solo una serva...
Annuì.
Mi lavai strofinando piano il corpo facendo attenzione alle ferite.
Nora mi porse un tainía, una tunica e dei sandali.
Indossai tutto mentre lei mi spiegava come sarebbero andate le cose.
"Ora che non sei più una principessa devi fare grande attenzione al principe Sebastian.
Egli odia profondamente i dominatori del fuoco e i tuoi capelli glielo ricorderanno tutti i giorni quello che sei e ti farà del male" esclamó seria.
Sbuffai.
"Non mi importa non li taglieró di nuovo per darli soddisfazione" dissi con tono tagliente.
La serva sospiró.
"Magari bastasse solo quello.
La tua pelle chiara, le tue lentiggini, i tuoi occhi d'oro, tutto quello che vedo dice che sei una dominatrice del fuoco.
Non puoi semplicemente cambiare quello che sei.
Quindi ascolta i miei consigli" disse in tono amaro.
Annuì.
"Hai avuto a che fare con Sebastian?".
Ella sussultó e mi lanció un occhiataccia.
"Tutte noi quì dentro ci abbiamo avuto a che fare almeno una volta.
Chiamalo principe Hope non darli motivo per farti fare del male".
Mi passai le dita fra i capelli che mi aveva sistemato Nora poco prima e annuì.
"Ora sei la sua schiava, cerca di ubbidire a tutto quello che ti chiede.
Non importa cosa ti chiederá tu dovrai farlo senza la minima esitazione chiaro?".
"Non sono un oggetto Nora, non potró dirli sempre si" replicai.
Ella sbuffó.
"Ascolta che oggetti ha usato nella sala delle torture?" Mi chiese con sguardo indagatorio.
"Una frusta e dei guanti congelati perchè me lo chiedi?" Chiesi stranita.
"Sono tutti gli oggetti che ha usato? C'era altro che non ha usato?".
Annuì.
"Un coltello e un collare".
Nora emise un gemito di paura.
"Hope io non ti posso dire niente ma segui alla lettera cosa ti dice è per il tuo bene davvero" sussurró spaventata.
"Hai parlato anche troppo serva".
Mi girai verso la voce che avevo sentito e vidi Sebastian che era entrato silenziosamente nella stanza.
Aveva la mascella serrata e lo sguardo incredibilmente serio.
Nora si inginocchió con lo sguardo verso il pavimento.
"Chiedo perdono padrone".
Egli la guardó schifato e la ignoró puntando lo sguardo su di me.
"Vieni con me" ordinó.
Lo seguii e arrivati alla porta Sebastian si giró verso Nora.
"Fai quello che sai" disse in tono duro.
La donna si irrigidii ancora di più e annuì.
L'uomo dai capelli biondo cenere uscii senza dire altro e io lo seguii.
Camminammo per diversi corridoi, ero dietro di lui e stavo cercando di capire quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
All'improvviso venni sbattuta al muro con violenza.
Gemetti per le ferite che facevano male.
Sebastian mi aveva bloccato i polsi e mi stava guardando con odio.
Mi faceva venire i brividi...
Egli mi squadró il corpo e sorrise.
Un sorriso soddisfatto.
Strinse ancora di più i polsi ma non gemetti, sostenni lo sguardo.
"Che cosa vuoi da me...?" Sussurrai.
Il principe emise una breve risata di scherno.
"Voglio tutto.
Voglio ogni minusola parte di te, voglio la tua obbedienza, voglio sottometterti completamente a me sciocca dominatrice del fuoco" esclamó serio.
Sussultai.
Voleva anche il mio corpo allora.
Ero stata una stupida a pensare che visto che mi aveva insultato mi avrebbe lasciato in pace.
Rialzai lo sguardo e mi morsi il labbro inferiore.
Non avevo intenzione di pregarlo di lasciarmi in pace, non volevo umiliarmi da sola e tanto non avrebbe funzionato.
"Non dici nulla?" Mi scherní ghignando.
Strinsi i denti per quanto mi faceva arrabbiare.
"Non ce ne bisogno.
Tu hai in mano il mio popolo, gli accordi erano essere la tua schiava e tu avresti lasciato in pace la mia gente.
Posso sopportarlo" dissi con voce piatta.
Egli continuò a ghignare.
"Perciò se io adesso avessi voglia di scoparti ti concederesti a me?".
Spostai di nuovo il mio sguardo sul pavimento.
"Preferirei di no ma qui non comando io" sussurrai.
Il dominatore dell'acqua mi lasciò i polsi e mi alzò il mento costringendomi a guardarlo.
"Hai detto bene".
Sentii la sua mano insinuarsi sotto la mia tunica.
Mi irrigidii mentre con le dita mi toccava prima il mio ciuffo di peli rossastri e poi posò le dita più in basso.
Il mio pomo d'Adamo faceva su e giù incessatamente, era cosí che avrei perso la mia verginità?
Egli sogghignò, mi tirò i peli là sotto e tolse la mano facendoli cadere per terra guardandomi compiaciuto.
"Succederà molto presto, quando meno te lo aspetti.
Mi piace vederti spaventata.
Voglio vederti soffrire in ogni modo che conosco piccola feccia" disse con cattiveria.
Deglutii incapace di direi nulla.
Lo odiavo da morire.
Mi lasciò andare e andò via come se non fosse successo nulla.
Mi accasciai sul pavimento e boccheggiai pensando che non potevo capitare in mani peggiori.

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