Capitolo 42

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LUKAS' POV
Mike chiude la porta con un tonfo.
Mi alzo dal divano sul quale mi ero raccolto la testa fra le mani e provo ad aprire la porta. Lui mi afferra per le spalle e tenta di allontanarmi dall'uscita.
«Cosa cazzo fai, Mike? Se voglio andaremene da casa tua sono libero, potrei denunciarti per avermi trattenuto brutta merda.»
«Tanto non lo faresti. E comunque calmati, Lukas. Non è stata colpa mia.»
A queste parole la rabbia dentro di me sale e spingo Mike, che va a sbattere contro un mobiletto. Assieme cadono e il mobile si rovescia per terra. Alcuni oggetti vanno in frantumi, ma non mi interessa.
«TU SAPEVI TUTTO» urlo, fuori di me. «Tutto! TU hai chiesto il numero a Giulia, TU hai fatto in modo di ospitarle in casa tua, TU mi stai impedendo di andare dalla mia ragazza!»
Mike si tocca il braccio sinistro con una smorfia di dolore.
«Addirittura la tua ragazza, che esagerazione. Però vedo che sei intelligente: hai capito che le avevo invitate a casa mia non perchè mi trovavo in aereoporto per caso, ma perché ero stato avvisato» abbozza un sorrisino e stringo i pugni.
«Ora sai cosa significa veder scappare l'amore della propria vita senza poter farci niente.»
Si riferisce ad Alina. Lui ha dovuto lasciarla perché sarebbe partita per l'America e non ha potuto farci niente.
Lui ha chiamato la madre di Jessy per portarmela via e io non ho potuto farci niente.
«Sei un lurido stronzo! Credevo che fossimo migliori amici, ma non ti meriti un cazzo!» rovescio apposta il tavolo della cucina emettendo un rumore sgradevole e tiro un calcio ad una sedia.
Colpisco il muro con un pugno, ma al posto di fare un danno a lui ottengo solamente un forte dolore ai tendini.
Afferro le chiavi cadute per terra, apro la porta e mi lascio alle spalle Mike, senza nemmeno guardarlo negli occhi.
L'ha combinata grossa.
Non lo perdonerò mai.

Sto correndo in mezzo alla strada con un dolore allucinante alle dita della mano (c'è del sangue) e pesantezza nel cuore.
Una macchina si ferma e suona il clacson. Mi sposto sul marciapiede mi attacco con la schiena al muro.
Mi passo le mani sulla faccia: sono sudato.
Ora torno a casa.
Cazzo, Mike era il mio migliore amico.

Another Time - Lukas RiegerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora