Capitolo 71

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JESSICA
Purtroppo come al solito, l'ospedale è gremito di gente. Prendo l'ascensore e salgo fino al terzo piano. Cammino fino ad arrivare alla stanza numero dodici. Sto per aprire la porta quando un'infermiera esce con una siringa e altri strani aggeggi.
«Prelievi del sangue fatti» mi dice.
La guardo allontanarsi, per poi entrare e salutare Biggi.
«Ciao cara, Lukas ti stava aspettando.»
Corro a baciarlo. Lui sorride.
«Amore mio, come stai? Perdonami, è tutta colpa mia se adesso non puoi più muoverti» gli dico, sedendomi suo bordo del letto.
«Ma no Jess, sono io che non sono stato attento a dove mettevo i piedi. Come stai?» chiede, con un tono calmo e la voce bassa per non sforzarsi.
Biggi esce dalla stanza. A quel punto mi sfogo.
«I miei genitori si sono separati senza che io ne sappia il motivo e mia madre ha già un nuovo compagno. Io... io...» distolgo lo sguardo e ingoio saliva.
Lui come al solito mi rassicura, dicendo che prima o poi supererò anche questo momento.
«Mia madre ha detto che ci fermeremo ad Hannover ancora per qualche giorno» dico, giusto per cambiare argomento.
«Sono felice per questo.»
Biggi entra sorridente nella camera ed esclama: «Sonia ed io usciamo un attimo a berci il caffè, la raggiungo in una via qua vicino. Posso fidarmi a lasciarvi da soli?»
«Certo, a dopo» dico.
Che bello! Finalmente mia madre sta iniziando a capire che i genitori di Lukas sono delle brave persone.
Poi mi ricordo di mio padre. Non lo sento da molti giorni.
Chiedo il permesso a Lukas, quindi compongo il suo numero e attendo.
Dopo qualche squillo, finalmente risponde.
«Pronto?» risponde mio papà.
Sorrido.
L'ultima volta mi aveva detto che l'avrei rivisto solamente in presenza di assistenti sociali. Mi ricordo bene, aveva avuto problemi di alcolismo.

Another Time - Lukas RiegerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora