PROLOGO

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È tutto buio

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È tutto buio. Non ricordo come siamo finiti qui. Avanziamo lentamente, guardandoci le spalle. Non sapevo ci fosse un castello su quest'isola. Non sapevo nemmeno l'isola esistesse.

Ho paura

Molta paura

Non è da me.

Sono un generale. Perché ho paura?

Avanziamo nel buio. L'unica luce è prodotta da delle fiaccole poste ogni tanto sui pilastri ai nostri lati. Si sentono i passi dei miei uomini riecheggiare per il lungo corridoio. Ho come il sospetto che qualcosa ci stia osservando, studiando i nostri movimenti. Una goccia di sudore mi scivola giù per la fronte, brillando come una perla illuminata dalla luna.

Sto tremando. Ho i brividi che mi scendono per tutta la schiena.

La situazione è seria. Avverto magia. Non una qualunque. Non positiva.

Negativa. Demoniaca.

Ricordo una porta. Un'enorme porta in legno e metallo. In essa ci sono scolpiti ornamenti agghiaccianti: persone che tendono le mani, degli artigli e zampe mostruose. Intorno alla porta si ergono colonne ornate con scheletri scolpiti.

Da qui in poi i ricordi sono vaghi. Ricordo solo colpi di spada e agghiaccianti grida di dolore. Le grida dei miei uomini. Il sangue che bagna il pavimento di marmo. Il tappeto che si colora di rosso. Le armature e i corpi che cadono senza vita ai miei piedi, infilzati dalle loro stesse armi e dai loro stessi compagni.

E lui.

Lui.

Mi guarda. I suoi occhi rossi penetrano nei miei. Non riesco a muovermi. Sorride. Un sorriso malvagio. Poi alza una mano e mormora qualcosa. Vedo la sua aura: è nera, nera come la notte più buia. Come la pece più viscosa. Poi dalle sue dita scaturiscono piccole scintille e un lampo di luce mi inonda all'improvviso. Non riesco a schivarlo, è troppo veloce. Poi...

Il nulla.

Non sento niente. Non vedo niente. Non percepisco niente.

Mi sento leggero. Ho sonno. Molto sonno. Grido aiuto. Mi fa male la gola, le parole non escono. Ma so che non mi sente nessuno.

Spero che quest'incubo finisca.

Spero che qualcuno ci aiuti.

Mi aiuti.

Chiudo gli occhi. Di nuovo l'oscurità. Un'oscurità che inghiotte tutto. Che inghiotte il vero me. E lascia vivo un altro me.

Lascia viva l'oscurità.

Lascia viva l'oscurità

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