CAPITOLO 9 - La ragazza strana... diventa sempre più strana

60 13 8
                                    

Rimasero tutti in silenzio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Rimasero tutti in silenzio. Il solo rumore che si sentiva fu il fruscio del vento che spostava le foglie degli alberi e il cinguettio degli uccellini.

I ragazzi guardarono Jan con gli occhi socchiusi e le sopracciglia aggrottate in modo arrabbiato.
"Bravo, eh. Complimenti." gli disse arrabbiata Katja, poi si voltò e raggiunse Jarelyne, mettendole una mano sulla spalla.
Niko lo guardò, stupito. "Ehi, amico, non ti sembra di avere esagerato?"
Jan non rispose. Per un paio di minuti campò il silenzio totale tra la compagnia. Poi il cugino di Katja disse: "Non perdiamo tempo. Arrivati in città chiameremo il nonno. E ce ne andremo." Si voltò e proseguì in silenzio.

Camminarono in silenzio per una mezz'oretta, nessuno osava proferire parola dopo l'escandescenza di Jan

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Camminarono in silenzio per una mezz'oretta, nessuno osava proferire parola dopo l'escandescenza di Jan.
Gli occhi di Niko cadevano costantemente su Jarelyne, i suoi capelli raccolti nella treccia oscillavano elegantemente sulla sua schiena in un ritmo magnetico, come l'orologio da tasca degli ipnotizzatori. Erano lunghissimi, le arrivavano quasi fino al fondoschiena. Una decina di minuti prima Niko aveva parlato con Katja e Jasmina.

"Mi dispiace tanto per lei." aveva detto la ragazza mora. "Jan è un vero idiota e sa essere molto offensivo, però, odio ammetterlo, è un bravo ragazzo. Ma non può comportarsi così. Povera, è così gentile ad aiutarci... Okay, mi sembra strano il suo modo di vestire - infatti chi porta una gonna così lunga d'estate? - e anche il suo modo di parlare è stravagante - è tutto il tempo che ci dà del 'lei' - ma Jan aveva davvero esagerato..."
Jasmina li aveva raggiunti. "Ci stavo riflettendo... Hai visto la sua gonna, Katja? Non è come quelle di New Yorker o OVS, sembra uno dei vestiti che vedi nei musei del medioevo."
"Sì, adesso che me lo fai notare... Forse c'è qualche festa in maschera." aveva fatto spallucce Katja e insieme avevano raggiunto gli altri.

Niko riascoltava tra sé e sé la conversazione con le due amiche. Però, sarebbe davvero figo! Una festa in maschera! fantasticò. Dovrei andarci! Ma non ho portato nessun costume... forse posso rimediarne uno.

"A cosa stai pensando, Niko?" Axel lo guardò negli occhi. "Anzi no: non voglio saperlo. Ma volevo discutere con te di un'altra cosa: a me sembra strano che una persona aiuti così degli sconosciuti. O è qualcuno con brutte intenzioni o è un ingenuo."
"Ehi, metti in dubbio la bontà di Jara? Non è una cattiva ragazza, lo sai? Lo dice il mio infallibile fiuto!" Niko si toccò il naso, sorridendo trionfante. Axel roteò gli occhi ma i bordi della sua bocca si piegarono leggermente in su per formare un piccolo sorriso sarcastico.
"Sì, certo. Il tuo fiuto. Comunque, che razza di soprannome è Jara?"
"Cavolo, Axel, sai bene che la mia memoria è pessima: mica riesco a ricordarmi un nome complicato come..."
"Jarelyne?"
"Sì, Jarelyne. Jara è più semplice, no?"

Ad un tratto Jarelyne si fermò e si voltò. "Tra un po' saremo arrivati."
"Adesso che mi ci fai pensare, dove stiamo andando?" chiese Jasmina. "Non ce l'hai detto e noi ci siamo dimenticati di chiederlo. Che idioti che siamo."

"Ah, sì. Non ve l'avevo detto." Fece una pausa. "Pensavo lo sapeste. A breve arriveremo a Birdem."

"Birdem? Che nome brutto. Chi se l'è inventato?" sbuffò scocciato il cugino di Katja.
"Brutto?" Jarelyne lo squadrò. Questo ragazzo era molto antipatico, criticava qualunque cosa lei facesse o dicesse, anche se è lui nel torto. Moh, capiscili, gli umani. "È un nome antico. Deriva da Plaspoibirdem, ma i suoi abitanti la chiamano Birdem, che è più corto. Vuol dire Città sotto i Rami. Questo l'ho imparato studiando dal Vecchio Saggio di Birdem, un vecchio amico di mio padre."
"Seh." Jan accentuò la S e fece una smorfia. "A me sembra più qualcosa collegato ai volatili, questo Bird-em. E poi sembra uno scioglilingua!" Jan fece due pause drammatiche, ma Niko ci mise comunque molto per capire il gioco di parole.
"Chiudi quella dannata bocca, Jan!" lo zittì Katja.

"Non c'è bisogno di arrabbiarsi, dai." Niko cercò di calmare Katja. Non gli andava di assistere ad un altro litigio. "Comportiamoci da amici, ok?"

"No." dissero simultaneamente i due cugini. Poi si squadrarono, infine voltarono di scatto la testa ognuno dalla parte opposta.

La compagnia continuò a camminare tra gli alberi, finché, passando attraverso alcuni arbusti, non spuntarono su una stradina. Era fatta di mattoni quadrati e proseguiva tra gli alberi che, man mano che i ragazzi avanzavano, si facevano sempre più alti e robusti. Tra le pietre della strada e le radici, che spuntavano da terra e crescevano sulla carrozzabile, cresceva del muschio verdissimo e alcuni gruppi di fiori selvatici. Ai lati della strada c'erano vecchi rimasugli di pietre. Probabilmente, anni prima, la strada era costeggiata da un muro, del quale adesso restavano soltanto rovine.

"Ecco, proseguendo di qua arriveremo a Birdem." Jarelyne indicò a destra e si mise in testa il cappuccio del mantello, ci infilò sotto la frangia ribelle e nascose attentamente i capelli e metà viso. "Seguitemi."

Cavalieri Del Sottosuolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora