CAPITOLO 31 - Altre due ore e mezza per tornare a casa

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I ragazzi rimasero interi minuti ad osservare il punto dove i tre sconosciuti erano scomparsi

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I ragazzi rimasero interi minuti ad osservare il punto dove i tre sconosciuti erano scomparsi. Avevano nominato un certo lui, un tipo pericoloso che non scherza. Chi sarà mai? E come aveva scoperto della pietra?
I ragazzi stavano ancora riflettendo e cercando di capire cosa fosse successo, quando gli uomini atterrati da Naazul avevano iniziato a muoversi e a emettere versi strani. Uno di loro si alzò in ginocchio, massaggiandosi la nuca e domandandosi dove fossero finiti 'l'uomo col giubbotto e quei due mostri'.

"Sarebbe meglio se ce ne andassimo." mormorò Axel afferrando Jasmina per il gomito. "Non vorrei avere problemi con gli abitanti. Avete visto come hanno attaccato... quei tre. Forse con noi hanno contegno perché siamo dei bambini, ma sarebbe meglio se levassimo le tende. Adesso." Si diresse fuori dal villaggio a passo svelto e si inoltrò nel bosco dal quale erano spuntati prima. Forse sarebbe meglio non parlare dei miei dubbi con loro... almeno per adesso.

"Chi diamine erano quei tre?" vociò Jan quando scomparvero nella foresta, nascondendosi tra i cespugli. "Undos... un mondo chiamato Sottosuolo? Quelli erano davvero un ibrido e un gargoyle? E poi come facevano a sapere della pietra? E..."
Axel interruppe Jan, il quale stava iniziando a delirare. "Calmati, Jan. Respira e cerca di non metterci in panico tutti."
"Penso abbia funzionato, sai?" Jasmina guardò Axel con un'espressione scioccata e ansimava leggermente. "È impossibile non impazzire dopo tutto questo!"

"Ma che state dicendo, ragazzi?" ribadì Niko, raggiante di felicità. "Queste sono le vacanze migliori che ci potessero capitare! Un mondo popolato da creature mitologiche medievali situato dentro la Terra! È fantasmagorico!"
"Io non ne sono per niente felice!" Jan gli si avvicinò puntandogli un dito in faccia. "Quel tipo si spostava alla velocità del suono! Poteva farci svenire senza che noi ce ne accorgessimo! O poteva ucciderci! No no, queste vacanze fanno schifo! Troviamo un altro modo per tornare a casa, io non voglio che sulla mia lapide ci sia scritto morto all'età di quattordici anni ucciso da un mostro! Stiamo scherzando?"

"E poi aveva nominato questo lui. Da come l'aveva descritto, sembra uno pericoloso..." finì Katja. "Odio essere d'accordo con mio cugino, ma ha ragione. Sarebbe meglio trovare un altro modo o, per lo meno, non immischiarci con lui o con quei tre."

"Non c'è altro modo." rispose la principessa. Aveva la fronte imperlata di sudore e non sembrava in sé. "Se fosse possibile, tutti sarebbero consapevoli del vostro mondo. Non ci resta altro che trovare ogni pezzo della pietra, uno dopo l'altro, e farvi tornare a casa. Sembra essere l'unico modo, mi dispiace." Jasmina si morse il labbro, frustrata.

"Che cos'era quella lingua?" domandò poi Niko. "L'aveva usata anche Kaya, prima, chiamandoti mis-qualcosa. È, tipo, una lingua antica?"
Jarelyne annuì, rispondendo al biondo: "Sì, l'aveva usata anche Kaya chiamandomi mispàiya, che significa signorina. La lingua si chiama Lingua Antica."

"Oh, wow," parlò Jan, rivolgendosi ad Axel, "più originale delle donne ricche nei film che chiamano i propri barboncini Fuffi."

Jarelyne fulminò il ragazzo con lo sguardo, continuando: "Quello che Naazul aveva detto era Lo giuro sul mio onore, il giuramento più valido che può fare un cavaliere. L'onore, infatti, è tutto. Quando vieni nominato cavaliere dal Real, devi giurare su degli ideali, chiamati Codice del Cavaliere, che poi devi seguire a costo di sacrificare la propria vita. La cavalleria è infatti un insieme di doveri e ideali: un cavaliere cerca onore dando servizio al debole e alla giustizia. Colui che lavora solo per gloria personale non può essere considerato un vero cavaliere. E colui che non rispetta o infrange gli ideali viene marcato, non può più essere degno di fiducia. Per questo tutti i contratti o le dichiarazioni vengono fatte con questo patto, molte volte vengono anche marchiate col sangue e la cicatrice ne è la prova eterna."

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