CAPITOLO 32 - Uccidere o non uccidere? Questo è il problema

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Erano appena tornati al castello del Lord dal povero caseggiato dal nome Otthaus

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Erano appena tornati al castello del Lord dal povero caseggiato dal nome Otthaus. La grande costruzione in pietra nera si stagliava alta nel cielo, nuvole nere giravano minacciose intorno alle torri più alte. Procedevano a passo spedito per la lunga gradinata. Era circondata da una pianura morta coperta da un leggero strato di nebbia. Dall'oscurità provenivano rumori sinistri e c'erano strani esseri che li osservavano - niente di nuovo. Dei Ghul ringhiarono mostrando i loro denti giallastri e coperti di carne in putrefazione, delle Lamie invece li salutarono amorevolmente, cercando di sedurli. Delle Banshee sedevano su dei sassi, i loro lunghi e sudici capelli cadevano liberi sulla schiena mentre osservavano con i loro occhi rossi come rubini il terzetto marciare per la scalinata.

Ad un tratto saltò dal lato destro della gradinata una grande bestia che assomigliava ad un cane-lupo. Intorno alla testa aveva una folta criniera marrone scura, il resto del manto invece tendeva sul dorato. Il muso era bianco con due strisce nere che tagliavano a metà gli occhi, i quali erano dorati con le pupille rosse. La lunga coda, che assomigliava a quella di un leone, svolazzava a destra e a sinistra come una frusta, mentre i zoccoli delle zampe posteriori sbattevano rumorosamente sulle scale.
Mostrò i lunghi denti acuminati e ringhiò, la bocca si estese fino alle piccole orecchie che ornavano la testa del predatore.

Naazul portò gli occhi al cielo e avanzò spedito senza fermarsi. Garr e Serpio si guardarono, seguendolo subito dopo.
L'essere aprì la bocca. "Hei, venite con me, ragazzi. Divertiamoci." ringhiò con voce soave. "Non abbiate paura."
"Oh, e sta zitta, Leucrotta." gli rispose Naazul. "E togliti dai piedi prima che faccia qualcosa di cui poi me ne potrei pentire."
"Dai, non fare il diff-" La testa del mostro volò in aria disegnando un arco e cadde a terra con un tonfo sordo. Il corpo si piegò a sinistra e rotolò giù per la scalinata. Quando scomparve nella nebbia, si sentì dei versi e dei ringhi agghiaccianti e il suono di qualcosa che viene strappato e mangiucchiato.

Naazul, Garr e Serpio superarono il barbacane, la struttura di rinforzo del castello, e raggiunsero l'enorme portone di legno di quercia situato tra due penusini a cappella. Naazul lo sfiorò appena e questo si aprì lentamente con uno sonoro scricchiolio. Entrarono nel grande giardino interno del castello e raggiunsero la scalinata interiore che portava sul grande terrazzo. Questa era parte della residenza fortificata, il centro del castello. Sul muro di cinta, nascosto dalla merlatura, camminavano a turno le sentinelle con lunghe lance in mano.

Delle garguglie di pietra facevano la guardia su ogni piedistallo del parapetto del terrazzo mostrando i denti agli arrivati. I tre avanzarono a grandi falcate attraverso la terrazza raggiungendo la parte coperta da una tettoia e il capo spalancò la porta, annunciando il loro arrivo. Si diresse verso il mastio, la torre più alta del castello, sotto il quale si trovava la sua sala del trono. I loro passi rimbombavano lungo il corridoio di marmo nero, rosso, dorato e bluastro, mentre le fiaccole lanciavano ombre sinistre sui muri ornati con quadri, armi e armature.

Raggiunsero l'entrata della sua sala e Naazul prese un bel respiro prima di aprire la porta. Entrò con i due ragazzi alle calcagna e si fermò a dieci metri dalla scalinata che portava al suo trono. Là, sul piedistallo, il Lord lo aspettava trepidante. Vicino a lui stava una figura alta e massiccia con le spalle larghe coperte dal lungo mantello nero dai bordi rossi. Si voltò. Naazul incontrò i suoi freddi occhi blu zaffiro e questi scintillarono di rosso prima di voltarsi di nuovo verso il Lord.
"Lord." disse con voce solenne l'uomo con le spalle larghe, aspettando gli ordini.
"Puoi andare, ti chiamerò io più tardi." Lo scacciò il Lord, poi portò l'attenzione sui tre arrivati. L'uomo fece un profondo inchino e scese le scale. Si fermò davanti a Naazul e lo squadrò.
"È arrivato il mostro con i due abomini." gli sussurrò con voce profonda. Poi sogghignò mostrando le zanne.
Naazul voltò la testa e si trattenne dal sferrargli un pugno sulla mascella. "Vai ad annusare il culo del tuo amato padrone, cane."
Quello ringhiò. "Mi stai offendendo? Che c'hai? Qualche deformazione psicologica per non capire in che posizione rispetto a me ti tro..."
In quel momento il Lord schioccò con la lingua producendo un rumore sordo che si propagò per l'intera stanza.
L'uomo dalle spalle larghe si bloccò e mise subito la mano destra orrizzontalmente sul petto, il pugno sul cuore, scusandosi per l'insolenza. Poi proseguì, però non prima di aver sbattuto la spalla sinistra contro quella di Naazul.

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