Uscirono dall'enorme villa e si diressero in centro, dove un paio d'ore prima Jan si era scontrato con il centauro. Passarono per la piazza dove alcuni Umani e alcuni Elfi vendevano vestiti, erbe, l'argenteria e molto altro sulle bancarelle in legno coperte con stracci di vari colori. Alcuni urlavano, alcuni correvano, i bambini si divertivano. Ogni tanto qualcuno li prese per la spalla chiedendo l'elemosina o cercando di vendere qualcosa.
Jasmina guardava affascinata questa strana città popolata da creature mitologiche che fino a ieri pensava appartenessero solo al mondo della fantasia umana, gli elfi. Non poteva ancora credere che aveva visto un centauro in carne e ossa e un'intera città piena di esseri fantastici, ma Kaya, quando aveva attaccato Jan con quella strana magia runica, le aveva lavato via ogni dubbio. Adesso, guardare questo mondo sapendo che tutto era vero, le sembrava fantastico. Ma allo stesso tempo la spaventava molto.
E Jarelyne, una principessa! Non ci poteva credere. Era tutto così confuso. Ma dopo tutto quello che era successo in questa giornata non aveva alcun dubbio se stesse dicendo la verità o no. In effetti, la ragazza si comportava davvero come una nobile: il linguaggio, le pose che faceva, il comportamento, tutto coincideva con i film sul medioevo. Anche i vestiti e la struttura della città, era tutto come nei film.
Prima che se ne rendesse conto, erano già sulla strada mattonata, quella che avevano percorso quella stessa mattina con Jarelyne quando stavano per entrare in città.
"Dove stiamo andando?" Niko saltellò da Kaya.
"È già almeno la decima volta che lo chiede." rispose Kaya imperterrita, continuando a camminare. "Lo vedrete presto."Ad un tratto Kaya si fermò, si guardò intorno - come se confermasse di non essere seguita - e si inoltrò nel bosco. La seguirono tutti. Jarelyne cercava di non sporcarsi la lunga gonna, così la prese per i bordi per semplificare la camminata tra gli arbusti. Ogni tanto il vestito si impigliava in qualche rametto e le toccava fermarsi e assicurarsi di non esserselo strappato
Sbucarono in alcune piccole radure leggermente illuminate dai caldi raggi solari, ma Kaya ancora non si fermava, avanzava a passo svelto. Ogni tanto faceva un leggero ma alto salto per superare qualche ostacolo. Sembrava fatta di piume. A Jasmina sembrava di aver camminato per ore, quando si sentì lo scroscio di una cascatella. Raggiunsero il fiume e si fermarono a bere acqua, ovviamente assicurandosi che fosse potabile."Ehi, qui è dove ho incontrato te, Jara, giusto?" disse poi Niko. "La cascata è la stessa."
"Sì, il posto è questo. Qui, grazie alla fonte d'acqua, crescono moltissime erbe medicinali come il biancospino, la bardana e molte altre. Se poi scavi un po' sotto terra si trovano anche le radici curative."
Jan la scrutò. "Wow, sembri Wikipedia con le gambe."
Jarelyne arrossì, nascondendo la faccia nei palmi delle mani.
"Maleducato." sibilò Kaya tra i denti.
Jan rimase perplesso. "Che cosa ho detto?"
Axel prese parola, schiacciandosi la faccia con il palmo della mano: "Nel medioevo, per le donne, mostrare le gambe era un simbolo di oscenità. Per questo si evitava di parlare in pubblico degli arti perché potevano, al solo sentirne la parola, provocare pensieri osceni e imbarazzanti. Capisci?"
STAI LEGGENDO
Cavalieri Del Sottosuolo
FantasyQuattro ragazzi vanno a trascorrere le vacanze in Grecia dopo essersi finalmente liberati degli esami. Si stabiliscono a casa del nonno di Katja, dove incontrano il poco simpatico e per niente socievole cugino della ragazza, anche lui in vacanza al...