CAPITOLO 1 - Delle vacanze eccitanti in Grecia!

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Un piccolo avviso. Questa storia l'avevo in mente da quando avevo 11 anni (ora ne ho 16), e ho deciso di scriverla così come me l'ero immaginata. Non ho cambiato né trama, né nomi, praticamente quasi niente.
Alcune cose forse sembreranno assurde, ma ricordate che è frutto di una mente di una ragazzina di 11 anni.
Scritto questo, non vi annoio più e vi lascio alla storia. :))

La nostra storia iniziò con una bella mattinata, il sole era appena sorto, gli uccellini cinguettavano sugli olivi, e i raggi mattutini stavano iniziando ad illuminare le facciate frontali delle case del piccolo paese

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La nostra storia iniziò con una bella mattinata, il sole era appena sorto, gli uccellini cinguettavano sugli olivi, e i raggi mattutini stavano iniziando ad illuminare le facciate frontali delle case del piccolo paese. Sull'erba sedeva la rugiada e non c'era nemmeno un filo di vento.

Tra le case campeggiava il solito silenzio mattutino.
"Io vado, mamma!" si sentì gridare da una casa. La porta della casa bianca ai margini del paese si spalancò. Il ragazzo saltò sullo zerbino e, inspirando l'aria fresca, chiuse dietro di sé la porta.
"Che bella mattina!" disse gioioso. Poi, scavalcando il portone, corse giù per la strada, tirandosi dietro un grande trolley grigio.

Niko, un ragazzo biondo con le lentiggini e gli occhi azzurri, era un tipo molto energico e solare. Faceva amicizia facilmente, era un ragazzo sempre disponibile e lo definivano tutti un libro aperto. I suoi capelli erano tagliati corti ai lati, la cresta gli cadeva alla parte destra della testa, svolazzando a ogni movimento brusco. Indossava dei bermuda beige, sostenuti da una cintura grigia, e una semplice maglietta bianca. Con un gran sorriso stampato in faccia corse giù per la via rischiando di svegliare l'intero vicinato per colpa delle rotelline del trolley che sfregavano sull'asfalto, fermandosi infine davanti a un portone nero. Senza esitazione suonò il campanello tre volte.

"Chi è?" si sentì dall'altra parte del citofono.
"Ciao, Katja!" salutò Niko. "Io sono pronto! Gli altri ci sono?"
"Hei, hei, calmati, Niko." disse la ragazza con voce assonnata. "Sei in anticipo di 10 minuti. Non è arrivato nemmeno mio nonno."

Quella mattina Niko si sentiva su di giri. Forse sarà colpa della sua inesauribile energia, o forse della promessa.
"Quando finiremo l'esame di terza media," disse un mese fa Katja, "vi porterò tutti in vacanza nella casa di mio nonno in Grecia!" Niko non vedeva l'ora che passassero le ultime settimane di scuola. Con la famiglia era andato sempre e solo in vacanza in Croazia: le spiagge sì, sono fantastiche e il mare è una meraviglia, ma non era mai andato così lontano da dover prendere l'aereo.

Adesso, passato un mese e finito l'esame di maturità di terza media, arrivò finalmente l'ora di divertirsi. Niko e altri due amici dovevano venire da Katja e poi, tutti insieme, se la sarebbero spassata due settimane al mare, dormendo, nuotando e mangiando. Delle vacanze eccitanti in Grecia, la culla della civiltà occidentale.

A Niko venne ad aprire il portone una ragazza dai lunghi capelli neri, la pelle un po' olivastra e occhi castani con uno chignon sulla testa. Aveva 14 anni e il suo nome era Katja. Era un perfetto esempio di ragazza: fissata coi trucchi, conoscenze ultraterrene della moda e non si lasciava sfuggire nessun gossip. Una ragazza dal carattere forte e fiero, forse anche un po' troppo. Indossava dei leggins neri e una maglietta attillata dello stesso colore. Sopra indossava una felpa leggera grigia, con su scritto GRL PWR con un bel rosa elettrico.
"Non so come riesci ad avere tanta energia. Io sto dormendo in piedi." sbadigliò.

Entrarono in casa. La sua era una casetta bella ed elegante e rifletteva il carattere della famigia di Katja. Niko salutò il papà di Katja e si sedette sul divano. Gli venne offerto del caffè, ma lo rifiutò dicendo che non beveva caffeina. Passarono cinque minuti, quando suonò il campanello. Katja corse ad aprire con un balzo felino.
"Jasmina!" gridò eccitata.

Sulla porta si presentò una ragazza bionda. I suoi capelli arrivavano un po' oltre le spalle e aveva una frangia che cadeva sulla parte destra della fronte. Aveva degli occhi marroni e un viso davvero carino. Era la migliore amica di Katja e quelle due andavano veramente d'accordo. Erano inseparabili. Indossava dei jeans corti e una maglietta con su stampate delle rose rosse.

Appena si videro si abbracciarono come se volessero stritolarsi a vicenda.
"Grazie per averci invitato a passare le vacanze con te in Grecia." disse Jasmina.
"Ma figurati, Jasmy!" le sorrise Katja. "Le vacanze sono migliori se passate con gli amici! Vero Axel?"

"Buongiorno, Katja. E sì, è vero." si sentì da dietro la schiena di Jasmina. "Come va?"

Axel salutò Katja. Un ragazzo dai capelli marroni con un bel paio di occhiali neri e quadrati stava in piedi sullo zerbino. Era un ragazzo di poche parole, almeno finché non c'era bisogno di spiegare qualcosa. Sì, lui era il ragazzo più intelligente della scuola, Axel, il migliore amico di Niko. Indossava lunghi jeans scuri e una camicia bianca. Niko lo accolse con una serie di batti cinque inventati personalmente dal biondo.

"Adesso siamo al completo!" disse felice Katja. "Il nonno dovrebbe arrivare da un momento all'altro e poi... Si darà inizio alle vere vacanze!" Tutti esultarono.

Il nonno di Katja li raggiunse non molto tempo dopo.
"Buongiorno, Katja! Diventi sempre più bella!" rise il vecchietto con un forte accento greco. Niko lo analizzò: Nestor, così si chiamava, era un uomo di una settantina d'anni con una barba bianca e la corporatura paffuta. La pelle era bruciata dal sole, come si addice ad un greco. Era il padre della mamma di Katja e così si spiega pure il colorito olivastro di sua nipote. Era arzillo, poco più alto della nipotina e non dimostrava la sua età.

"Questi devono essere i tuoi amici, vero?" Il vecchio strinse le mani ai giovani. "Spero che passeremo insieme delle vacanze bellissime! E adesso tutti in auto! All'aeroporto!"

 "Spero che passeremo insieme delle vacanze bellissime! E adesso tutti in auto! All'aeroporto!"

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N. A.

Prima di tutto, ciao a tutti! Sono A e sono l'autrice di questa storia (boom, surprise! Non ve lo sareste mai aspettato, eh?). Mi sembrava giusto scrivere una "piccola" presentazione su di me, ma poi mi sono resa conto che non interesserà a nessuno, quindi saltiamo questa NOIOSA parte!

Quello che volevo dire è che sono felice che abbiate iniziato a leggere questo mio libro, perciò vi ringrazio!! 😄😊

Ma non sono venuta qui per presentarmi e robe del genere. Questo N.A. probabilmente non la leggerà nessuno, ma la scrivo comunque perché mi sembra giusto e perché pandoraweasley mi ha fatto notare una piccola incoerenza (e grazie ancora per la centesima volta per la recensione, Pandora! ;) ). Quindi ecco:

i miei personaggi vengono dall'Italia, ma come avete sicuramente notato hanno dei nomi stranieri. Ve lo spiego: prima di tutto, io sono slovena e tutti i nomi - tranne uno - sono sloveni.
Loro vivono in una cittadina vicino a Trieste, una città a pochi chilometri dalla Slovenia, perciò, vivendo in un posto bilingue, ho scelto dei nomi stranieri.

Io questa storia me la sono inventata all'età di 11/12 anni e avevo messo questi nomi, ma non avendo voglia di cambiarli e adattarli a dei nomi italiani, li ho lasciati così.

Bene, adesso che ho finito con questo romanzo (che probabilmente è più lungo del capitolo che coinvolge la storia) vi lascio in pace a procedere con la storia! ;)🌹

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