CAPITOLO 19 - Quasi sbattuti fuori da una villa da un'Elfa scocciata

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"Che cosa?" esordirono i cinque amici

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"Che cosa?" esordirono i cinque amici. "Andarcene?"
"Certo. Era questo il patto. Io vi aiuto, voi ve ne andate." Kaya incrociò le braccia sul petto. Aggrottò la fronte e li scrutò con sguardo ostile.
"Ma..."
"Niente ma. Andatevene." L'Elfa passò la pergamena a Niko, il quale non la prese. Kaya aspettò con la mano a mezz'aria, incitandolo a prendere la mappa.

"Kaya, non puoi mandarci via così!" disse allarmata Katja. "Non sappiamo nemmeno come funziona la mappa! E non sappiamo niente di questo posto! Ti prego! Perché non vuoi darci una mano?"
"Come prima cosa, non mi importa." rispose acida l'Elfa. "E poi, non abbiamo tempo da predere. Mispàiya Jarelyne deve continuare con gli studi e desidererei non avere un gruppetto di rumorosi Humani pronti a darci fastidio." Stava già perdendo troppo tempo prezioso con loro.
"Ma quali studi!" sbottò Jan. "Avrai quindici anni! Come puoi insegnare a questa età?"
"Forse lei non lo saprà in quanto, apparentemente, ignora tutte le cose che si impara a scuola, come per esempio la buona educazione, ma noi Elfi invecchiamo più lentamente di voi Umani. La mia vera età è di ventotto anni, anche se il mio corpo ne dimostra solo la metà. Lei, per esempio, deve essere un raro caso di Umano, in quanto, seppur ne abbia quindici, si comporta come un bambino viziato di sette anni."

"Vi prego, aiutateci! Non daremo fastidio!" riprese Niko supplicando, cercando di assomigliare il più possibile a un cucciolo in cerca di aiuto, anche se non ci riuscì. "Non siate cattive, per favore!"
"Non l'ha detto prima lei? Tutto quello che dovete fare è trovare i pezzi della Rotra hol e andarvene a casa. E avete la mappa." Kaya tese la mano, mettendo con forza la mappa nelle mani di Niko. Questo la prese, riluttante. Quando lei mollò la presa sulla pergamena, i disegni tridimensionali sparirono così come erano apparsi, lasciando Niko con in mano soltanto un pezzo di carta viola.

"Dove..." Niko girò la mappa su sé stessa. "Dove sono le tre isole? E le città? Sono scomparse! Anche le scritte!"
"Questo perché devi incanalare l'aura nella mappa perché funzioni. Adesso metà del suo potere assomiglia a quello dell'Artefatto Magico, quindi si attiva solo se l'aura nel tuo corpo si fonde con la sua magia." spiegò velicemente Kaya, ormai senza pazienza.
"Ah, bene, se solo sapessimo come si fa." Jan roteò gli occhi, scocciato.

"Questi non sono affari miei, cari ospiti. E poi dovreste saperlo fare: anche i bambini sono capaci di controllare l'aura." Kaya li guardò in modo sospetto. "Adesso, o ve ne andate per conto vostro, oppure..." Tese le mani davanti a sé e l'energia stava iniziando lentamente a concentrarsi sulle sue dita in piccoli abbagli, "ve ne andrete con il mio aiuto. Ma certamente non in modo gentile."
"Oh, no grazie!" si affrettò a dire Jan. "Ce ne andiamo, ce ne andiamo!" Iniziò a spingere sua cugina verso la porta, un sorriso di panico campeggiava sul suo viso. Non gli andava di essere di nuovo la cavia delle simpatiche e pericolose magie della spaventosa Elfa.
"Sarà meglio per voi!"

I ragazzi si alzarono e iniziarono a raccogliere le loro borse per andarsene, gli sguardi tristi e feriti, quando Jarelyne li fermò: "Aspettate!"

Si voltarono tutti, nei loro occhi si specchiava la speranza.

"Io... io vorrei aiutarvi!"

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