CAPITOLO 18 - Un pezzo di carta viola

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Kaya venne violentemente scaraventata all'indietro, cadendo sulla schiena con un tonfo sordo

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Kaya venne violentemente scaraventata all'indietro, cadendo sulla schiena con un tonfo sordo.

"Kaya!" Jarelyne corse da lei, prendendo la sua testa in braccio. Lei ansimò pesantemente, cercando di respirare. Era tutta rossa e sudata per lo sforzo, aveva gli occhi sgranati. Le mani le tremavano e fumavano leggermente. Lentamente si alzò, sostenendosi a Jarelyne.

"La... cough... La magia... Ha funzionato?" Si avvicinò al tavolo barcollando, mollando la presa dell'amica. Per colpa dell'esplosione, seppur debole da scaraventare a terra solo Kaya, tutte le pergamene e i libri volarono dal tavolo e le pietre con le rune erano seminate per terra. Dove prima stava la mappa e la Pietra Portale, adesso stava un'enorme cortina di fumo dorato e grigio.

Jan agitò il berretto, cercando di allontanare più velocemente il fumo. "Uff, cavolo! Che disastro!" Il fumo, lentamente, si diradò, mostrando il risultato della magia di Kaya.

"Un foglio violaceo?" Jan aggrottò le sopracciglia, prendendo la pergamena con due dita come fosse un pezzo di plastica raccolto da terra. "Che ce ne facciamo di questo? Dov'è la pietra?"
"È quella la pietra, stolto." disse Axel. "Si è fusa con la mappa. A cosa pensi serviva questa magia?"
"Già, ma la mappa non c'è!" affermò Jan, girando la mappa tre volte su sé stessa per confermare che il disegno non c'era davvero.
"Me lo dia." disse Kaya con voce roca, ancora in cerca di aria. Sembrava come se qualcuno le avesse strofinato le corde vocali con un pezzo di carta vetrata. "Spero che la magia abbia funzionato. Sarà esploso, ma almeno non ha incenerito tutto." Prese la mappa e la esaminò attentamente. Il foglio era più duro di quello che c'era prima e il colore violaceo assomigliava a quello della pietra. Ma del disegno neanche l'ombra.

Jasmina si avvicinò all'Elfa. "E adesso? Se non c'è la mappa, cosa ce ne facciamo di questo foglio?"
Kaya non rispose. Continuò a esaminare il foglio, poi chiuse gli occhi e si concentrò. "Forse così..."

In quel momento sulla mappa iniziarono a comparire righe bianche e luminose. In poco tempo iniziarono a prendere forma disegnando tre cerchi deformi: le Tre Grandi Isole. In seguito comparvero, uno dietro l'altro, dei puntini luminosi che fecero assomigliare la superficie della mappa ad un cielo notturno coperto di stelle. Vicino ad alcune comparvero delle scritte, altre iniziarono a lampeggiare. Quando il contorno delle isole si materializzò, le montagne iniziarono ad alzarsi, i corsi d'acqua a riempirsi di liquido e le città presero forma: era una mappa tridimensionale che funzionava come un ologramma magico.

"Magnifico!" Niko mostrò un sorriso eccitato a trentadue denti. Fece passare la mano attraverso le montagne e queste finirono in fumo, solo per poi riformarsi una volta tolta la mano. "Che cosa sono questi puntini? E queste isole come si chiamano? E poi..."

"Queste tre isole sono chiamate le Tre Grandi Isole." Kaya mostrò con un dito i tre grandi cerchi deformi posizionati uno sopra l'altro quasi in fila indiana. Quello in mezzo era il più grande; Kaya spiegò che si chiamava Isola Hoster. Al sud e al nord-est dell'isola c'erano solo boschi e piccole radure, la metà sinistra invece era piena di pianure e c'erano molti fiumi e laghi. L'isola al nord, l'Isola Vinter, era piena di monti al sud, al nord invece si allargavano immensi deserti di ghiaccio. Al nord c'era la neve, mentre al sud c'erano piccole radure e dei boschetti. In mezzo si alzavano montagne altissime di pietra grigiastra. L'isola del sud, Isola Deerter, era una specie di Sahara: tutta avvolta nella sabbia.
Al sud-ovest e al sud-est dell'Isola Deerter c'erano delle isolette seminate di quà e di là, alla sinistra dell'Isola Hoster c'era una grande isola con vulcani e fiumi di lava. Al nord dell'Isola Vinter c'erano isolette fatte di ghiaccio, all'ovest, invece, c'era un'enorme isola a forma di testa di drago. "Questa invece è l'Isola dei Draghi." Kaya la indicò, riluttante. "È da decenni che nessuno ci si avvicina. È piena di vulcani e solo i Draghi ci vivono, ormai.

"Draghi?" A Niko luccicarono gli occhi. "Li usate come mezzo di trasporto, vero? In tutti i film fantasy le persone cavalcano i draghi!"
"Mi dispiace contraddirla, mispòiyo Niko, ma i Draghi sono indomabili. Nemmeno i migliori domatori riescono a controllare un Drago adulto." spiegò Jarelyne, incrociando i palmi delle mani sulla pancia. Jasmina notò che Jarelyne teneva le mani sempre davanti a sé, incrociando i palmi sul bacino. Parlava sempre con calma e con voce gentile, era molto (anche troppo) formale e dava del lei anche a Kaya che, da quel che Jasmina aveva capito, era una sua buona amica. E Kaya... chiamava Jarelyne "mispàiya". Che cosa significava?

"Bene." Kaya riportò Jasmina alla realtà. "Vi abbiamo aiutato. Adesso prendete le vostre cose e andatevene."

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