Camminarono tra la folla del mercato di Birdem spintonando le persone per riuscire a passare.
Sopra la folla si ergevano alcune figure altissime: avevano lunghe orecchie come Kaya, ma non erano Elfi. Avevano una faccia molto più seria e le spalle molto larghe.
"Ehi, quello non è quel... coso di prima? Un centauro?" Kaya sentì che a Jan - era questo il suo nome? Non le importava - tremava la voce.
"Un Centauro." rispose Kaya. "Sì." Strinse gli occhi. Li osservava già da un po' con la coda dell'occhio. Non sembrano cattive persone, pensò. Ma chi saranno? La loro energia vitale... è insolita. E poi i loro vestiti... dovrebbero rinnovarsi il guardaroba. Sembrano dei giullari.Quando, passando per quella vecchia strada dirigendosi a Plaspoibirdem, sentì delle persone parlare della signorina - e sua amica d'infanzia - Jarelyne, le prese un colpo. Nessuno, a esclusione di alcune persone fidate, sapevano che lei era lì: La sua presenza a Plaspoibirdem deve rimanere segreta. Erano gli esatti ordini del padre di Jarelyne. Quando poi notò che erano soltanto dei ragazzini a parlare di lei, le si sciolse il nodo nella pancia, ma doveva rimanere comunque calma e, soprattutto, concentrata: prima di tutto doveva scoprire cosa volevano dalla sua amica. E se le cose si fossero fatte complicate... beh, in quel caso lei sarebbe intervenuta. Quando scoprì che i ragazzini erano soltanto in cerca di aiuto, ci pensò su, e poi decise. Siccome non sembravano pericolosi, si fidò e disse che li avrebbe accompagnati dalla signorina Jarelyne.
Attraversarono tutta la piazza e svoltarono in una viuzza. "È una scorciatoia." li rassicurò. Kaya continuò a camminare a grandi falcate fino a raggiungere una strada più larga completamente deserta. Nell'ora di punta tutta la città si ritrovava al mercato, perciò non c'era rischio di incontrare sguardi curiosi. Girò a destra e, dopo un po', si fermarono davanti a un'enorme villa che ricordava lo stile gotico.
"Bella!" Niko la osservava stupefatto. I suoi occhi luccicavano, sembravano due fari di una macchina che viaggia per una strada completamente buia.
"Questa è la Villa Fleure. Entrate." li invitò l'Elfa. Quando le passarono davanti per entrare nella villa, chiuse gli occhi, concentrandosi. Nella sua mente apparvero cinque sagome tremolanti, ognuna di un colore diverso. Li riaprì. Lo sapevo, si disse, c'è qualcosa che non va in loro.L'androne era fatto interamente in legno. A sinistra c'erano gli appendini, sotto di loro degli scaffali per le scarpe. Pochi centimetri sotto il soffitto c'era una fascia di legno intagliato a forma di fiori ed edera. Kaya aprì la porta che portava nel salotto.
"Stu-stupefacente!" Rimasero tutti a bocca aperta. Il salotto era enorme: tutt'intorno c'erano scaffali colmi di libri e in mezzo alla stanza c'era un'enorme globo in legno. Intorno ad esso prendeva forma un lungo tavolo a forma di ciambella pieno di scartoffie e boccette con strani intrugli. A tre metri circa dal pavimento, sopra gli scaffali, c'era un balcone che aggirava tutta la camera. Un'enorme finestra che assomigliava alle vetrate nelle chiese dava luce alla stanza con l'ausilio di un enorme lampadario dorato. Le gemme, incastonate in esso, riflettevano i raggi del sole che si esibivano in una meravigliosa danza di colori.
"Uoooh." Niko fece un giro su sé stesso. "Tu vivi qui?"
"Sì, è casa mia." Kaya appoggiò il cestino pieno di erbe su un tavolo tutto disordinato. "Mispàiya* Jarelyne!" chiamò. "Degli Humani chiedono di lei!"Il silenzio. Poi si sentì dei strani rumori provenire da una stanza vicina. Da lì uscì una ragazza con allegri occhi verdi. "Chi mi cerca?" chiese sorridendo.
"Jara!" gridò Niko, alzando le mani in aria.
La ragazza rimase perplessa. "Voi?"I ragazzi si erano seduti attorno all'enorme tavolo di legno rotondo e avevano spiegato a Jarelyne la situazione; di come si fossero (aiuto, penso non sia il tempo giusto!) persi tra la folla e di come avessero (aaah) corso alla vista dello strano essere metà uomo metà cavallo.
"Dei mostri?" Jarelyne guardò Jan con dubbio. "Qui non ci sono mostri.""Sì invece!" esordì Jan. "E lei" indicò Kaya, "dice che è normale che tali mostri si aggirino per la città!" Lui non aveva mai visto dei centauri aggirarsi liberamente per qualsiasi città greca, ma forse era una qualche strana attrazione della quale non aveva mai sentito parlare, tipo Jurassic World.
"Centauri." specificò Niko.
"Quel cavolo che sono! Io sono sempre più convinto che qui ci sia qualche raduno di carnevale!" Si voltò verso Kaya, cercando spiegazioni plausibili per tutto quello che gli stava succedendo. "E lei... un Elfo? Ma andiamo!""Da voi non esistono mostri..." ripeté Kaya sottovoce, ignorando Jan. Non le sembrava un elemento degno di attenzioni. Iniziò a sospettare qualcosa, ma non ne era ancora sicura, perciò non disse niente. "Continuate a ripetere sempre la stessa frase. Da dove venite?"
"Noi veniamo dal nord-est dell'Italia." alzò la voce Jan. "E poi mi sembra veramente strano che qui, in Grecia, delle persone parlino la nostra lingua! Questo è sicuramente un sogno! Già un bruttissimo sogno!"
"Oppure stiamo diventando tutti pazzi." concluse Jasmina.Kaya si zittì. Aspettò in silenzio per un po', riflettendo, poi si decise a parlare, cupa in viso e con una voce preoccupata. "Voi non siete di qui vero?"
VOCABOLARIO
*Mispàiya = lett. Signora piccola, ovvero signorina. Deriva dalla parola mispà che significa signora. Il suffisso -iya (femminile)/-iyo (maschile) ha la stessa funzione di -ina/-ino nell'italiano.
STAI LEGGENDO
Cavalieri Del Sottosuolo
FantasyQuattro ragazzi vanno a trascorrere le vacanze in Grecia dopo essersi finalmente liberati degli esami. Si stabiliscono a casa del nonno di Katja, dove incontrano il poco simpatico e per niente socievole cugino della ragazza, anche lui in vacanza al...