CAPITOLO 4 - Una strana scatola dei ricordi

78 20 29
                                    

"Qualcuno sa come si pianta una tenda?" Niko prese in mano un martello e dei picchetti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Qualcuno sa come si pianta una tenda?" Niko prese in mano un martello e dei picchetti. Erano le sei di sera e il sole iniziava già a colorare il cielo con colori rossastri. Dopo una lunga e divertente giornata al mare, si erano accampati su uno spazietto di terra in mezzo alle altre roulotte. Il campeggio era a circa un chilometro dal mare e si sentiva la soave melodia delle onde che abbracciavano gli scogli, lasciando dietro di sé una schiuma bianca come la neve.

Jan sbuffò. Non solo avrebbe passato le due settimane di vacanze in compagnia della sua insopportabile cugina, avrebbe dovuto subirsi anche i suoi insopportabili amici. Nella mano sinistra teneva un picchetto, con la destra invece martellava su di esso. Perché a me, pensò.

"Qualcuno mi dà una mano a tenere su questa tenda?" chiese Axel, tenendo un lungo telo sopra la testa. Cercava invano di infilare il bordo del telone in una sbarra di metallo che, secondo le istruzioni trovate nello zaino, dovrebbe tenere su la tenda. Jan portò gli occhi al cielo. Ma guarda tu.
"Chiedi a Jasmina." disse Katja, frugando nello zaino. "Lei era tra gli scout. Se ne intende di queste cose."
"Ma era tipo cinque anni fa!"

"Meno chiacchiere e più lavoro!" Jan piantò l'ultimo picchetto e fece due passi indietro per ammirare il lavoro compiuto. "Ecco fatto! Mentre voi discutevate su cosa sia una tenda, io l'ho già montata." In quel preciso istante la corda destra si slacciò, facendo saltare da terra tre picchetti e cadere la tenda. Jan rimase immobile a osservare come il destino ce l'avesse con lui.

Katja si mise a ridere.
"Non ridere!" Jan la guardò di traverso. "Voi cosa avete..."
La tenda di Katja e Jasmina stava perfettamente in piedi. Stava quasi scintillando, come se volesse dar ulteriore fastidio al ragazzo.
Jan imprecò sottovoce.

"Qualcuno ci dà una mano, per favore?" Nel mentre Axel cercava di tenere in piedi la tenda, Niko stava picchiando con il martello su un picchetto, ma l'ultimo non si mosse di un millimetro in più sotto terra. "Non riesco a farlo entrare!"

"Che idiota!" esclamò Jan. "Anche un bambino capirebbe che sotto terra c'è qualcosa che non fa entrare il picchetto. Devi scavare e tirare fuori il sasso, genio!"
"Giusto!" Niko prese in mano una paletta e iniziò a scavare. "Sei più intelligente di quel che sembri!"
Jan si voltò facendo finta di non aver sentito.

Niko iniziò a scavare. Continuò per un paio di minuti, finché si sentì un clang. Scavò intorno al sasso e lo tirò fuori. Era grande come una mano e grande come un quadrato.
"Nonostante le dimensioni è parecchio leggero." notò Niko. "Che strano."
"Ha pure una forma bizzarra." Axel indicò i bordi del sasso. "Sono troppo... quadrati."
"Togli la terra." disse Jasmina.

"Che c'è di così strano? Sarà un mattone, niente di più." Jan prese il proprio zaino e lo buttò nella tenda. Sono passati solo due giorni... ne mancano ancora dodici. Sperava di non finire contagiato dalla stupidità degli amici di Katja.

Jasmina tirò giù un po' della terra residua con la paletta. "Ci sono delle incisioni." Indicò su delle incalanature sul sasso.
"Che ho detto? È un mattone."
"No, sono... strane per essere delle incalanature di un mattone. Sembrano incisioni." notò Axel. "Passatemi dell'acqua. Puliremo più velocemente lo sporco."

Passato con l'acqua sopra il sasso cubico, Axel lo mise a terra. Era tutto bianco con fiacche strisce grigie, bluastre e verdognole. Sui bordi aveva incisi dei fiori e dei rami aggrovigliati, su ogni lato, invece, c'erano dei disegni scolpiti nella roccia. "Ma questo... è marmo!" si stupì.
"Hei, guardate questo disegno!" Jasmina indicò il disegno che guardava verso il cielo. "C'è inciso un... uomo-cavallo?"
"Centauro." spiegò Axel. "Sono degli umani metà cavalli della mitologia Greca."

"Da questa parte c'è un angelo!" Katja indicò un'altro lato. "Qui invece una sirena! Che bella!"
"Qui un normale umano." fece Jan. Si stava già stufando di quell'insulso gioco.
"Qui un tipo che ha un libro e un bastone in mano." notò Niko. "Sembra un mago. O un druido!"
Axel ruotò il masso. "Qui c'è un lupo. O almeno, lo sembra. La metà inferiore pare quasi umana."
"Forse è un licantropo!" esclamò Niko. "Uno di quegli umani che si trasformano in lupi sotto la luna piena!"

"Ehi, solo io vedo questa linea? Il blocco di marmo sembra tipo... una scatola." Katja prese in mano il sasso, squotendolo. Jan la squadrò.

Si sentì un lieve rimbombo, come se qualcosa all'interno si fosse spostato sbattendo contro i bordi.

"Ehi, avete sentito?" Jasmina posò l'orecchio sul masso. "C'è qualcosa nel sasso!"
"Non è un sasso." Axel lo prese in mano. "È una scatola!"
"Forse è tipo una scatola dei ricordi! Quelle cose che le persone sotterrano mettendoci dentro foto e robe del genere e dopo una decina di anni la riaprono e guardano i propri ricordi del passato!" alzò il dito Katja. "Io una volta ho provato a fare una cosa simile!"

"Si, ma hai sotterrato una scatola per scarpe e dopo un paio di giorni si era decomposta!" rise Jan. "Che bei ricordi! Mi ricordo ancora come ci sei rimasta male!"
"Chiudi il becco."

"Apriamola!" esclamò eccitato Niko. "Voglio sapere cosa c'è dentro!"
Axel prese un bordo e iniziò a tirare. Dopo un paio di strattoni cedette e si aprì, svelando il contenuto. Dalla scatola rotolò un sasso luccicante e una pergamena legata con un nastro rosso. Sopra c'era un sigillo argenteo con su inciso uno scudo, nel quale sfoggiava le enormi ali un uccello.

"Che bel sasso! Sembra un diamante!" Katja prese in mano la cosa luccicante e la rigirò sul palmo. La pietra catturò un raggio di sole e per un attimo accecò la ragazza.
"No, è troppo violaceo per essere un diamante... Ma non può essere nemmeno un'ametista... Ha un colore troppo... vivace. È come se non sapesse decidere di che tonalità di viola splendere." filosofò Axel.
Jan lo guardò strano. "Ehh... già... In ogni caso, potremmo finirla con questa storia? Come ha detto mia cugina, deve essere solo una scatola dei ricordi." Prese in mano la pergamena. "Non fate i bambini, cosa volete che ci sia scritto qui?"

Jan aprì la pergamena. Poi corrugò la fronte.
"Che c'è?" chiese Axel, cercando di sbirciare.
"Chi cavolo ha scritto, no, scarabocchiato questa cavolata?" Jan buttò a terra il foglio. "Siamo incappati nelle memorie di qualche pazzoide."

Axel raccolse il foglio. Su di esso c'erano scarabocchiati dei strani segni. Non era Greco. Sembrava una lingua antica. C'erano anche dei disegni quasi incomprensibili e delle macchie di inchiostro.

"Ehi, qui c'è ancora qualcos'altro!" Niko mise la mano nella scatola e tirò fuori una piastra di marmo giallo con su altre incisioni, molto simili ai disegni sul foglio. "Che cosa sarà?"

"Non ne ho idea." lo guardò Jan. "Tutto quello che so è che si sta facendo buio ed io ho voglia di dormire. Non fate baccano sennò vi smonto la tenda di notte!" Jan si ritirò nella tenda senza aggiungere parola.

Mentre stava srotolando il sacco a pelo, sentì sua cugina e i suoi amici parlare:
"Quanto può essere fastidioso!" sbuffò Katja. "Ed è solo il secondo giorno!"
Axel proseguì: "Comunque, forse dovremmo abbassare il volume della conversazione. Non siamo soli in questo campeggio."
"Io direi di parlare nella tenda. Quella dei ragazzi è più grande. Andiamo lì." Jasmina prese in mano la scatola e, seguita da Katja e dai ragazzi, entrò nella tenda.

Jan, osservandoli da una fessura nella tenda, bisbigliò tra sé e sé: "Riesco a sentirti, Katja..." Poi si infilò nel sacco a pelo e chiuse gli occhi.

Cavalieri Del Sottosuolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora