Capitolo 1

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Le 22.59.
Riuscii a vedere le luci calare per l'ultima volta da dietro il sipario e la gente presente cominciare ad applaudire. Il sipario si aprì, e anche quella sera ero la prima ad entrare in scena. I riflettori furono puntati su di me mentre ero di schiena. La base della canzone partì, e mi ritrovai a strusciare il mio boa color rosso acceso contro il mio collo. Mi voltai e mi mossi sensualmente, scrutando tutti gli uomini presenti in sala dietro la maschera nera. Minuti dopo le altre ballerine mi affiancarono e portammo a termine quel ballo sensuale insieme. Prima di scendere dal palco per sedurre qualcuno mi guardai intorno: concentrai il mio sguardo verso un tavolo di ragazzi, su per giù di vent'anni. Camminando lentamente, e facendo in modo che capissero che andavo verso di loro, picchiettai i tacchi a spillo sul pavimento e sculettai leggermente.
«Hey bomba sexy!» Mi urlò uno di loro.
Gli sorrisi e lo guardai, mentre il più vicino mi attirava a sé e mi faceva sedere sulle sue gambe. Avvolsi un braccio attorno alle sue spalle e gli carezzai la guancia.
«Non credo abbiate l'età giusta per essere qui dentro.» Feci notare, parlando il più sensualmente possibile.
Il ragazzo sul quale ero seduta picchiettò le dita sulla mia coscia nuda. «Tu neanche dovresti lavorare in uno strip club, o sbaglio?»
Mi irrigidii. Che lo notarono o no, feci di tutto per nasconderlo. Avevano ragione, pienamente ragione, ma c'era un motivo per tutto ciò.
«Probabile.» Scrollai le spalle, alzandomi dalle sue gambe. Gli presi il mento fra due dita. «Ed è probabile anche che ci rivedremo la prossima volta.»
Il ragazzo si morse sensualmente il labbro. I suoi amici batterono le mani e fischiarono quando mi allontanai per tornare dietro le quinte. Missione compiuta, la serata si era appena conclusa.
Corsi nel camerino e mi alzai la maschera, slacciandomi le scarpe non appena appoggiai le chiappe alla poltroncina in pelle nera presente nella stanza. Tutte le altre ballerine mi raggiunsero poco dopo e cominciarono a spogliarsi anche loro. Paragonata alle altre, quella era stata assolutamente la serata migliore in quel club. Nessuno aveva cercato di stuprarmi o di mettermi le mani addosso solo perché ero andata al suo tavolo. Quella sera, inoltre, erano state presenti anche molte donne, cosa strana, dato che era la serata uomini. Mi voltai di spalle e tirai giù il corpetto rosso e nero, infilando poi immediatamente il mio reggiseno. Lo tirai giù del tutto e restai in biancheria intima prima di indossare nuovamente i miei comodi jeans e la maglietta larga. Spinsi i capelli dietro le spalle, togliendo alcune delle forcine. Attraverso lo specchio potei vedere Mr. Hamilton entrare e battere le mani col sorriso sul volto.
«Abbiamo incassato molto più di quanto ci aspettavamo, stasera.» Disse, guardandoci una ad una. «Complimenti ragazze, il migliore show di sempre!»
Applaudimmo con lui, poi ci congedò e ci lasciò in pace. Kylie, l'unica ragazza che aveva un solo anno più di me e con la quale avevo legato di più, si avvicinò a me infilando la sua T-shirt.
«Vuoi che ti dia un passaggio?» Chiese.
Annuii leggermente, controllando di non avere chiamate perse sul cellulare. «Grazie mille.»
Salutammo le nostre compagne ed uscimmo dal retro del locale. Mi cacciai un chewingum in bocca mentre raggiungevamo la sua automobile. L'aria si stava rinfrescando, giunta ormai quasi la fine dell'estate. Le lezioni erano riprese ormai da una settimana, e il giorno seguente avrebbe dato inizio alla mia seconda settimana da universitaria. Fortunatamente il mio lavoro non mi incasinava più di tanto gli studi, e speravo non lo facesse, perché avevo intenzione di laurearmi esattamente tre anni dopo.
Le strade di Las Vegas continuavano ad essere affollate nonostante l'orario, ma era fine agosto, a nessuno importava veramente che ore fossero. La musica usciva soffusa da tutti quei locali che rimanevano aperti per tutta la notte, facendomi chiudere gli occhi e sognare che magari un giorno, dopo tutti i miei sforzi, avrei potuto vivere felice e senza quell'enorme peso che sentivo sulle spalle. Mi sistemai la borsa in grembo.
«Grazie del passaggio, Kylie. Ci vediamo domani?»
La rossa mi fece l'occhiolino. «Ti chiamo appena ho un po' di tempo. Buonanotte Beverly!»
Le sorrisi e la salutai con la mano mentre si allontanava con la sua Honda. Mi girai ed infilai la chiave nel portone, aprendolo e poi chiudendolo dietro le mie spalle. Salii i quattro piani e mi trovai finalmente faccia a faccia con la porta del mio appartamento. Infilai la chiave e mi precipitai dentro. Cliccai il dito sull'interruttore della luce; l'appartamento era silenzioso e freddo, avrei dovuto cercarmi un animale domestico il più presto possibile. Arenai la borsa sul tavolo del salotto e mi diressi in camera, togliendomi scarpe e vestiti. Quando finalmente fui nel mio pigiama mi diressi verso il bagno, dove mi struccai e pensai di mettere la sveglia più presto la mattina seguente, in modo da permettermi una doccia.
Prima di addormentarmi controllai più e più volte il cellulare, sperando vivamente arrivasse un messaggio o una telefonata. Ero così preoccupata che sarei uscita di casa in biancheria. Ormai non avevo notizie di mio fratello dal mese precedente, non volevano avvertirmi o farmelo vedere, così pensai al peggio. Ma poi mi autoconvinsi che se si trovava dov'era, era perché doveva essere aiutato, e quelle persone di certo non gli avrebbero fatto del male. Bloccai l'iPhone e lo misi in carica sul mio comodino, impostando la sveglia esattamente un'ora prima. Mi girai su un fianco ed infilai la mano sotto il cuscino. Minuti dopo ero sprofondata nel sonno.

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora