Capitolo 6

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Il calore aumentò attorno alla mia mano assieme alla pressione. Le palpebre erano davvero troppo pesanti per riuscire ad aprirle, così mi arresi all'idea di poter fare qualcosa durante i prossimi cinque minuti. Profondi respiri riecheggiavano nell'aria di tanto in tanto accompagnati da singhiozzi.

«Amico.. Si sveglierà a breve, hai sentito il dottore..» Riconobbi la voce di Niall.

Sentii un sospiro. «La colpa è mia, Niall, solo mia. Sono un pezzo di merda, l'ho illusa.»

«Hai lasciato Tiffany per lei, Harry. Hai fatto un grande gesto.»

A quelle parole strinsi di più quella che era la mano di Harry. Aveva lasciato Tiffany per me. Oh, non volevo immaginare le ramanzine che mi avrebbe fatto quella bionda.

«Le ha augurato la morte, Niall. Era il minimo che potessi fare.»

Sentii dei passi avvicinarsi. Probabilmente Niall lo fece per confortarlo e posò la sua mano sulla schiena del riccio. «Aspetta ancora un po', e vedrai che aprirà gli occhi. Noi siamo fuori.»

Niall uscì e la porta si chiuse lentamente, da quello che potei percepire. Del ferro strusciò sul pavimento, poi sentii un sospiro.

«Svegliati, ti prego. Non puoi lasciarmi solo.»

Improvvisamente, contro le mie forze di volontà, aprii gli occhi. Fui subito accecata dalla luce, e ci misi un po' per stabilizzare i miei occhi. Mi guardai attorno, ero in una camera d'ospedale. Sentii la stretta accentuarsi sulla mia mano, così spostai lo sguardo altrove. Gli occhi cristallini e vivaci di Harry incontrarono i miei mentre il suo sorriso s'allargava. Li vidi diversi, però. Spenti, e lucidi.

Minuti dopo delle lacrime stavano bagnando le sue guance.

«Non piangere, ti prego..» Supplicai, tirandolo verso di me per abbracciarlo.

Harry appoggiò la testa accanto alla mia gamba coperta dalle lenzuola bianche, piangeva e stringeva la mia mano. Mi distruggeva vederlo così. Non sapevo cosa dire, non volevo sbagliare ancora. Rimasi in silenzio ed accarezzai la sua mano, aspettando che parlasse.

«È successo tutto così velocemente.» Tirò su col naso. «Così velocemente.. Mi dispiace, Beverly. So che è colpa mia, e avrei preferito suicidarmi se fossi morta.»

Il cuore mi balzò in gola. «Tu non c'entri..»

«Si, si invece.» Non c'era rabbia nella sua voce. Solo tristezza. «Sapevo che Niall abitasse nel tuo palazzo, ma non sapevo fosse tuo vicino. Il tuo amico Matthew ha letto il tuo messaggio a tutti quando siamo arrivati qui. Ho passato tre notti a piangere per te, Beverly.»

Strabuzzai gli occhi. «Sono passati quattro giorni?»

Lui annuì. «Mi hai fatto spaventare così tanto.. Era venerdì, ero lì con Tiffany. Cazzo, mi dispiace così tanto.»

«Va tutto bene ora. Io sono qui.» Sorrisi debolmente.

Lui mi guardò, prima di riprendere a parlare. «Ammetto che stavamo per andare a letto insieme. Me ne vergogno. L'ho chiamata più volte col tuo nome. Se ne sarebbe andata se non fosse stato per l'eccitazione che cresceva dentro di lei. Poi, poco prima che succedesse, abbiamo sentito delle urla dal pianerottolo.» Sospirò lentamente. «L'ho lasciata nella stanza, mentre allacciavo i pantaloni e correvo a vedere cosa stava succedendo. Era Matthew. Quando uscii dall'appartamento di Niall vidi che aveva sfondato la porta. Sentii gridare aiuto e mi precipitai all'interno. Lo trovai in bagno, respirava affannosamente, e aveva te inerme fra le sue braccia. L'ho spostato con forza e ti ho stretto fra le braccia. Avevo paura di averti persa, Beverly.»

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora