Capitolo 18

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18

Guardai l'orologio.
Erano venti minuti che giocavo con Anastasia e di Harry ancora nessuna traccia. Guardai la bambina che avevo davanti mentre creava un dialogo fra le due bambole che aveva in mano: i suoi capelli erano ricci e castani come quelli di Harry, la pelle chiara, gli occhi verdi. Sorrisi nel guardarla, e lei ricambiò non appena notò il mio sguardo.
«Hey Anast-» La porta si spalancò. «Beverly! È molto che aspetti?»
Mi alzai e camminai verso la porta. Harry mi strinse in un abbraccio. «Sono venti minuti, ma non preoccuparti.»
Mi sorrise debolmente e si passò una mano fra i capelli. «Anastasia, tua madre ti sta cercando. Ha detto che la tua cena è pronta.»
La bambina urlò di felicità e corse al piano di sotto. Mi aveva detto di avere una gran fame.
In imbarazzo mi guardai intorno, infilando le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
«Vieni, ti faccio vedere una cosa.» Bofonchiò lui.
Seguii Harry fuori dalla stanza di sua sorella. Scendemmo le scale lentamente, scambiandoci qualche parola, poi ci dirigemmo verso la porta sul retro. Il giardino era illuminato da diversi lampioni, le margherite erano piantate nelle piccole aiuole. Avevo sempre desiderato una casa così, e ora che Harry me ne aveva regalata una mi sentivo pienamente in colpa perché non avrei potuto ripagarlo.
Senza che me ne accorgessi, fummo davanti ad una serra. Harry si girò, mi sorrise e mi fece cenno di seguirlo ancora. Quando entrammo si accese la luce, ma luce colorata, soffusa. Incrociai le braccia al petto e guardai davanti a me.
«Wow.» Sussurrai. «È davvero bella.»
«Come te.» Disse lui, facendomi girare. «Oh, merda, scusa, sono troppo impulsivo.»
Ridacchiai e scossi la testa. «È okay. Insomma, è sempre bello ricevere complimenti.»
«Hai parlato con tuo padre?»
Scossi la testa. «Ha detto che mi avrebbe chiamata.»
«Ho saldato metà del conto con lui.» Disse con una scrollata di spalle. «E non dirmi che ti senti in debito perché lo sai che i soldi non mi preoccupano.»
Alzai i miei occhi su di lui. «È che... Fai così tanto per me, Harry, e le cose tra noi non sono esattamente come prima.»
«Beh, pazienza, mi fa stare bene averti accanto.»
La voce di Anne che urlava che la cena era in tavola ci fece sussultare. Camminammo nuovamente nella casa e ci mettemmo a tavola. Più volte Harry, durante la cena, posò la sua mano sul suo ginocchio. Lo stomaco si contorceva ogni volta che mi sfiorava, o che rideva con sua sorella.
Bevve qualche bicchiere di vino di troppo, e le sue guance divennero rosse a causa dell'alcohol. Non c'era cosa più carina di Harry ubriaco in famiglia.
«Allora, Beverly, tu ed Harry avete qualche corso insieme?»
Scossi la testa e mi pulii le labbra. «No. Anche perché lui si trova due anni avanti.»
Gemma annuì nella mia direzione. «Tornerei ai tempi dell'università, se potessi! Gli anni migliori, pieni di feste..»
Aveva lo sguardo sognante. Come darle torto? Aspettavo la prima festa e ci correvo letteralmente.
Il resto della cena passò tranquillamente. Harry continuava a fare battute squallide alle quali però sorridevo, provocando la sua risata cristallina. Anastasia si addormentò a metà cena sul divano di casa Styles. Chiesi del loro padre, e loro mi dissero che era in Inghilterra per la premiere di uno dei suoi best-sellers su cui avevano creato un film.
Esattamente cinque minuti prima di mezzanotte decisi che era ora di andare, ed Harry si offrì di accompagnarmi fuori, fino alla mia macchina.
«Grazie mille della cena. Mi sono divertita molto.»
Harry abbozzò un sorriso. «Puoi venire quando vuoi, qui sei la benvenuta... Merda, sono così fottutamente ubriaco!»
Cominciò a ridere ed io con lui. Era ubriaco, si, ma a chi importava veramente?
«Non preoccuparti.»
«Beverly...» Giocherellai con le chiavi della macchina. «Sto per baciarti.»
Alzai la testa e fissai i miei occhi nei suoi. Stavo sognando? «Come?»
«Ho detto che sto per baciarti.»
Sorrisi. «Ed io non ho intenzione di fermarti.»
Sorrise prima di avvicinarsi. Il cuore mi esplodeva nel petto. Sentivo che le gambe avrebbero ceduto da un momento all'altro se non si fosse sbrigato. Avevo bisogno delle sue labbra sulle mie, e solo adesso me ne rendevo di nuovo conto. Posò le sue mani sulle mie guance e mi guardò negli occhi, prima di abbassare la testa e far scontrare le nostre labbra. Le lacrime mi pizzicarono sul fondo degli occhi, e sinceramente non sapevo spiegarmi davvero il motivo. Harry approfondì il bacio e la sua lingua sfiorò la mia. Quando ci staccammo, fece scontrare le nostre fronti.
«Sono così felice che non so se ridere o piangere.» Disse.
Mandai la testa all'indietro mentre ridevo. «Ora devo andare. Ci vediamo domani?»
Lui annuì e mi diede un altro bacio. «Ti amo, Beverly Evander. A domani.»

***

Era il compleanno di Alec.
Erano sedici anni.
E lui era in ospedale.
Presi in sospiro e sentii la mano di Louis stringermi la spalla. Gli sorrisi di rimando ed aprii la porta della sua stanza. Tutta la mia "truppa" mi seguiva, tutti tranne Harry. Aveva detto di avere un impegno. Rimasi sorpresa quando, all'interno della stanza, vidi i folti ricci di Harry fuoriuscire da un beanie verde. Era seduto sulla sedia di ferro affianco al letto e sulle gambe di Alec stava quello che sembrava un nuovo Nintendo DS, uno di ultima generazione. Mi portai le mani alle labbra e prima di poter uscire dalla stanza, Harry notò la nostra presenza. Gli altri si avvicinarono al letto di Alec, io mi voltai verso la porta. Ero commossa, davvero, Harry teneva troppo a quel ragazzo.
«Hey hey, non devi piangere!» Disse abbracciandomi. «Lo faccio col cuore.»
Lo zittii con un bacio, mentre le mie lacrime bagnavano le guance di entrambi.
«Ti amo, Harry. Giuro che io ti amo.» Sussurrai. «Non ho mai provato un sentimento simile... Ho fatto una stronzata a starti lontana per due mesi, e ogni giorno sentivo il bisogno di te senza però rendermene conto. Merda, sono un'ingenua, e non sono alla tua altezza. Davvero io... Io non credo di meritarti. Per niente.»
Le labbra di Harry si curvarono in un sorriso a trentadue denti. Mi strinse di più a sé e mi lasciò diversi baci fra i capelli. Rabbrividii al contatto coi suoi ricci sulla guancia, poi lo presi per mano e lo tirai fino al letto di Alec.
«Hey campione, auguri!» Gli scompigliai i capelli.
«Grazie, Bev, ma perdi questo vizio di scompigliarmi i capelli ogni volta che ci vediamo.»
I miei amici ridacchiarono leggermente, poi ognuno gli consegnò il suo regalo. Ricevette un orologio da Niall e Kylie, una tuta della NY da Zayn, un paio di cuffie da Louis e Liam. Io, più modestamente, gli regalai un braccialetto d'argento con incise le nostre iniziali. Ci sorrise e ringraziò tutti. Gli lasciai un bacio sulla guancia.
«Mi dispiace non poter passare del tempo con te, ma è già tanto che la mamma di Liam ci abbia fatti entrare dopo l'orario di visita.»
Alec sorrise e Liam scrollò le spalle. «Non fa niente, davvero. Mi fa piacere aver conosciuto i tuoi amici, Bev. Puoi sempre venire domani.»
Annuii contenta. «Non ti prometto proprio domani, ma un giorno passo e chiedo il permesso di portarti a prendere un gelato. Okay?»
Alec mise gli occhi a fessura. «Solo se porterai anche Harry.»
Sorrisi ed alzai gli occhi verso il riccio. Harry avvolse un braccio attorno alle mie spalle e mi baciò la fronte. «Ci sarò.» Disse poi.
Salutammo ancora Alec e lasciammo quella triste clinica. Era stata una fortuna venire a sapere che la madre di Liam lavorava lì dentro come infermiera. Infatti, prima che uscissimo, ci fermò e ci chiese com'era andata. Sembrava davvero una donna per bene.
Salii sulla Harley di Harry ed allacciai il casco, mentre agitavo la mano per salutare gli altri. In pochi minuti fummo sotto il mio palazzo. Presi il casco sotto braccio e guardai Harry mentre scendeva, si toglieva il casco e si appoggiava alla sua moto. Intrecciò le sue dita con le mie e mi attirò a sé.
«Hai da fare domani sera?» Soffiò sulle mie labbra.
Deglutii per il suo gesto. «Sono libera.»
«Bene. Passerò a prenderti alle nove allora.»
Si piegò e mi lasciò un casto bacio. «Dove andiamo?»
«Oggi pensavo ai tuoi quadri.» Disse con una scrollata di spalle. «Ti porto ad una mostra. L'ha organizzata mio cugino, spero tu possa prendere spunto.»
Sorrisi ampiamente dopo averlo baciato. Forse era una cosa un po' troppo sdolcinata e 'non alla Harry', ma il fatto che provasse e s'impegnasse ad essere dolce confermava solo di più quanto lo amavo e quanto potevo desiderarlo.
Dio, se lo desideravo.

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{SPAZIO AUTRICE}
Scusate davvero per il ritardo, ma ho avuto dei problemi e quindi non ho potuto aggiornare!
Comunque, siamo a 3.4k se non sbaglio, vi ringrazierò fino alla morte!
Allora: ci tenevo a dirvi che la canzone che mi ha ispirata per questo capitolo è Far Too Young To Die dei Panic! At The Disco, che vi consiglio davvero di ascoltare.
Tanti baci, ciao!

«Sai...uhm, ti fidi di Harry?»
Scoppiai a ridere. «Perché non dovrei?»
«Perchè fa tanto l'innocente, quello che ti aspetta, ma mentre ti aspettava si è scopato un'altra.» Il suo sguardo era truce. «Oops, forse non avrei dovuto dirlo!»

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora