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Era passata una settimana dall'imminente festa di Halloween, della quale non si era fatto altro che parlare fra i corridoi del campus. Harry si era ripreso alla grande dopo quell'orribile sbronza, e Louis aveva quasi rischiato l'overdose, invece. I paramedici erano riusciti a salvarlo con qualche macchinario e medicinale che solo loro conoscevano e gli eravamo veramente tutti grati. Dopo aver passato l'intera nottata in ospedale per lui, sarebbe stata davvero una grande batosta vedere uscire il medico dalla sua stanza e dirci che era morto.
Inoltre, lo avevamo convinto ad andare da una psicologa. Erano tre sedute a settimana e Louis sembrava starsi riprendendo alla grande. In casi come questi, non facevo altro che ringraziare il signore. Che esistesse o no, c'era qualcuno che mi guardava le spalle e mi aiutava nei momenti peggiori. Gli esami si stavano avvicinando sempre di più ed ero davvero stata impegnata con lo studio, ma le simulazioni erano andate bene e non potevo affatto lamentarmi. In più, Mrs. Lynn ci avvertì che a febbraio ci sarebbe stata un'altra mostra. Non so perché lo disse tre mesi prima, ma sembrava già tanto ansiosa e carica d'adrenalina. Ovviamente, disse che ci avrebbe dato tutti i dettagli più in là.
Sistemai gli ultimi libri nella mia tracolla e lasciai l'aula di algebra. Con mia sorpresa, Harry mi aspettava fuori dall'aula, col cellulare in mano, intento a muovere velocemente le dita sullo schermo. Mi schiarii la voce e, non appena mi vide, si liberò del cellulare e prese il mio viso fra le mani, baciandomi gentilmente. Sembrava stanco, o almeno questo dedussi dalle occhiaie attorno ai suoi bellissimi occhi.
«Hai dormito poco?» Domandai, avvolgendo il braccio attorno al suo bacino.
Lui annuì. «Sono stato a giocare online con l'Xbox fino alle tre.»
Ridacchiai. «Potevi aspettare il weekend!»
«Ero troppo preso.» Rispose con una scrollata di spalle.
Nonostante la sua voce sembrasse tranquilla, sapevo che c'era qualcosa che non andava. Le sue occhiaie dicevano tutt'altro che "Ho giocato online con l'Xbox fino alle tre". Accarezzai il suo fianco con la mano e lo guardai, mentre lui continuava a guardare gli studenti che percorrevano il nostro stesso percorso.
«Harry, che succede? Sai che con me puoi parlare.» Lo incitai.
Lui tirò un rumoroso sospiro, e senza guardarmi parlò. «Louis prende degli ansiolitici.»
Elaborai le sue parole. «Per quale motivo?»
«Non ne ho idea, Beverly. Pensavo stesse bene. O meglio, stesse guarendo grazie alla psicologa.»
Uscimmo dall'istituto e ci fermammo sotto il solito albero. Gli altri ancora non ci avevano raggiunto. Mi misi seduta con la schiena contro l'albero e Harry mi si posizionò davanti.
«Come lo sai?» Chiesi.
«L'ho visto. Così ho chiesto a sua madre. Mi ha detto semplicemente che soffre d'ansia e roba così.»
Annuii. «Pensi sia per questo che faceva uso di droghe?»
«Assolutamente sì.» Rispose velocemente. «Ma non ha mai esagerato come quella sera.»
Lo abbracciai sentendo il suo tono di voce incrinarsi. Non ero abituata alla vista di uomini che piangevano. Insomma, non ero cresciuta con uno di quegli uomini sensibili e che si preoccupano per te. Mio padre era tutto il contrario. Era egoista e sfacciato.
Harry tirò su col naso e si allontanò di poco da me. «Ho paura per lui, Beverly.»
«Da quanto si drogava?»
Il dubbio comparve nei suoi occhi. Cominciò a fare dei conti. «Circa due anni.»
Non volevo credere alle sue parole. Non sarebbe stato facile superare quel bisogno che avrebbe avuto col passare dei giorni, delle settimane. Non sarebbe stato facile per lui dire addio a tutta quella roba che lo avrebbe ucciso, dopo due anni di ingerimenti. Fummo interrotti da Liam e dal suo chiacchiericcio profondo con Zayn. Si sedettero accanto a noi e sorrisero ampiamente. Harry fece di tutto per nascondere i suoi occhi lucidi. Zayn si accese una sigaretta e ripose velocemente il pacchetto nella tasca della sua giacca, mentre Niall giungeva mano nella mano con Kylie. Sì, si era iscritta per davvero. E sempre sì, le cose le stavano andando davvero bene.
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The showgirl [h.s]
Fanfiction[COMPLETA] - Ho scritto questa storia all'età di 14/15 anni, per questo motivo chi la legge oggi potrebbe trovarla un po' "affrettata" negli accadimenti ed infantile, ma spero vi piaccia lo stesso (: [...] «Io non ci avrei mai pensato che d'amore si...