Capitolo 33

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33

Harry's POV:

Beverly se ne stava in silenzio seduta sul divano, le ginocchia tirate al petto e i capelli che le coprivano il volto.

«Perché diavolo eri lì dentro?» Ripetei per l'ennesima volta, la mia voce era più alta di quello che volevo.

«Pensavo tu fossi lì.»

«Chi vuoi prendere in giro?» Risi. «Quante cazzo di volte ti ho detto di non entrare in mia assenza? Mi da fastidio, immensamente, e penso tu lo sappia meglio di me adesso. Hai preferito vedermi urlarti contro però, eh?»

«E tu hai preferito non dirmi che il tuo libro verrà pubblicato, sbaglio?» Le sue braccia tremarono mentre si alzava dal divano e mi fronteggiava; feci due passi indietro. «Non ti fidi abbastanza? Mi sono comportata male? Darei l'anima al diavolo per te, Harry, non riesci a capirlo? Metti cose stupide fra di noi, come per esempio il tuo libro. Si può litigare per uno stupito libro?!»

Passai le mani fra i capelli e poi le sbattei sul bancone della cucina. «Non puoi dire cose del genere. Scrivere è tutto ciò che ho, è la mia vita. Te lo avrei detto, diav-»

«La tua vita?» La sua voce tremò. Scosse la testa e si morse il labbro inferiore, abbassando lo sguardo. Entrambe le sue mani passarono fra i suoi capelli quando rialzò lo sguardo su di me; i suoi occhi erano leggermente arrossati e lucidi, erano anche più grandi. «Ed io? A me non ci pensi? Sono solo una piccola parte della tua vita?»

Boccheggiai e rimasi in silenzio.

Furono i suoi singhiozzi ad irrompere fra di noi, singhiozzi strozzati che fecero stringere il mio stomaco soprattutto quando la vidi accasciarsi sulle ginocchia e stringere la mia maglietta tra le mani, quasi a volerla strappare via. Cazzo Harry, fa qualcosa, dille che non è ciò che intendevi e che lei è la tua vita insieme alla scrittura; le parole mi morirono in bocca, ero un vigliacco, e mi sentii ancora di più come tale quando corsi verso di lei non appena le sue ginocchia sbatterono contro il pavimento e lei mi urlò contro di starle lontano.

«Non toccarmi», prese un profondo respiro. «stai lontano.»

Strinsi la mascella. «Beverly...»

«Fuori.» Rimase a fissarmi quando realizzò che non mi sarei mosso. «Ho detto fuori!»

La mandai a quel paese mentre afferravo la mia giacca e sbattevo la porta di casa dietro le mie spalle; le sue ultime tre parole, urlate con tutta l'aria nei suoi polmoni, echeggiavano nella mia testa e non ne volevano sapere di lasciarmi in pace.

Salii in macchina e sfrecciai verso il pub; scrissi velocemente un messaggio a Zayn chiedendogli di vederci lì. Ero davvero arrabbiato con quella che era la mia fottuta fidanzata, non avevamo mai discusso in quel modo, ma sapeva quanto odiassi determinati comportamenti e dopotutto non mi sembrava di chiederle molto. Per quanto riguardava il libro invece, beh, glielo avrei detto con più calma, solo che lei è così impulsiva e frustante che a volte le darei davvero del sonnifero solo per sentire un po' di silenzio.

Lasciai l'auto nel parcheggio e mi precipitai all'interno del pub. Il cameriere mi fece un cenno mentre prendevo posto su uno sgabello e studiavo gli alcolici posizionati sugli scaffali dietro di lui.

«Desidera?»

Presi il labbro fra l'indice e il pollice. «Whisky. Un bicchiere di solo e fottuto whisky.»

***

Avevo la fronte appoggiata sul bancone di legno lucido e scheggiato, la testa rimbombava e ogni cosa che udivo sembrava in lontananza.

Sentivo il respiro di Zayn arrivare dritto sul mio avambraccio, facendomi rabbrividire. Feci leva sulle braccia e mi presi la testa con le mani, gli occhi ancora chiusi.

«Come hai intenzione di tornare a casa dopo?» Sbuffò il moro.

Tossii. «Non tornerò a casa, me ne andrò da Liam.»

Sospirò, poi ordinò un bicchiere d'acqua liscia. «Non puoi ubriacarti di punto in bianco, Harry. Seriamente, non ti accompagnerò io da Liam e non lasceremo neanche la tua auto qui fuori. Oh... E dovrai chiamarlo, Liam.»

«Si, si.» Appoggiai di nuovo la fronte sul bancone; le braccia erano cadute ai fianchi del mio corpo. «Abbiamo litigato.»

«Litigato?»

«Si, litigato. Di brutto. Lei è così frustante. Mi manda fuori di testa, sa quanto odio che si intrufoli nel mio studio.»

Zayn sospirò. «È solo un fottuto studio, Harry. E lei la tua ragazza.»

«Mi sta facendo impazzire, in tutti i sensi. Però amo litigare con lei; si porta le mani fra i capelli e li tortura e lo sai, te l'ho sempre detto, è bellissima coi capelli arruffati.»

Vidi Zayn scuotere la testa prima che tirasse fuori il suo portafogli e pagasse tutto quello che io avevo consumato. Provai a fermarlo, ma invano. Avvolse una mano attorno al mio braccio e mi fece alzare di peso, poi si mise il mio cappotto in spalla. Sentivo le gambe molli e deboli; barcollavo e tutto intorno a me girava vorticosamente. Zayn aprì la mia auto e mi fece sedere, lasciando lo sportello aperto e passandomi il suo cellulare.

«Sto già chiamando Liam; avvertilo.» E così feci.

Circa una decina di minuti dopo, davvero non ricordo come mi ritrovai sulla soglia della casa di Liam con Zayn che ancora mi teneva per il braccio come se avessi una malattia che avrebbe preso solo sfiorandomi. La porta si aprì.

«Ragazzi,» salutò, poi si rivolse a Zayn. «che ha combinato?»

Sentii il mio stomaco urlare. Allargai gli occhi e portai entrambe le mani sulla bocca, spostando Liam con uno spintone e precipitandomi dentro casa. Arrivai in bagno e mi gettai praticamente con la faccia nel suo water. Sembrava stessi vomitando anche l'anima.

Liam mi raggiunse pochi secondi dopo, correndo con passi felpati. Si appoggiò allo stipite della porta e mi guardò dall'alto. Scosse la testa e respirò affranto. «Sei sempre il solito, Harry.»

Poi, tutto ciò che ricordo, è il buio totale.

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Eccomi tornata!
Abbiamo raggiunto i 50k, non immaginate quanto io sia felice! Vi ringrazio con tutto il cuore!
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, se ci sono errori/qualcosa non vi torna fatemelo sapere!
A presto!

Sex 101 With Harry Styles [Italian Translation] - la trovate sul mio profilo! Xx -

«Abbiamo a che fare con due alcolisti.» Louis si prese il viso fra le mani e sospirò teatralmente. «Hai intenzione di morire giovane, Evander?»
«Potrei farti la stessa domanda.»
Fece una smorfia ed alzò gli occhi al cielo. Si avvicinò e, con forza, mi sollevò dal divano. «Certo, certo. Vai a vestirti, troietta, stiamo per uscire.»

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora